Laici Missionari Comboniani

“Ragioni del cuore”

LMC PortugalSono molte le ragioni che fanno pulsare.  Ma è una, semplicemente una, l’essenziale delle ragioni, che segna il ritmo di tutte le altre.

E’ lui che va ha regolamentare tutta la nostra vita.

Ma, come semplici umani che siamo e perché viviamo in un mondo di ragione, che razionalizza ogni cosa, così vediamo, anche, l’Amore come una formula chimica che possiamo manipolare, conforme alla nostra volontà.

Il cuore tiene limiti, lo sappiamo questo!

Lo demoliamo, lo torniamo a costruire, per poi demolirlo ancora…

Ma deve essere così?

Non possiamo imparare? Non possiamo essere coraggiosi? Non possiamo crederci?

Forse abbiamo solo bisogno di un po ‘di coraggio, speranza e fede!

Forse non ci sono limiti se scegliamo di affrontarlo, curarlo, confortarlo!

Forse il Cuore, dopo tutto, è illimitato se abbiamo il coraggio per decidere che l’Amore non ha limiti .

E’ nella passione di Cristo, nel suo dolore per noi, che incontriamo il balsamo della misericordia, dove le nostre ferite si possono immergere nel suo Amore!

Non basta chiedere, ringraziare, pregare!

E’ obbligatorio sperimentare il perdono in noi e per noi!

Per poi viverlo nell’altro e per l’altro, l’allegria dell’Amore.

Che possiamo essere ben legati a una passione di cuore aperto, sano e pieno di ragioni per vivere.

Cristina Sousa

Maia, 27 de Maio de 2016

Terzo incontro della Fondazione Fede e cooperazione (Portugal)

FFC

Durante il fine settimana dal 13 al 14 febbraio si è svolto a Fatima l’evento di formazione della terza FEC (Fe Foundation and Cooperation) sul tema “missione, cultura e religione”. Nel corso della riunione abbiamo avuto il piacere di avere come relatore il Provinciale dei Missionari comboniani del Sacro Cuore di Gesù, p. Jose Vieira. Come per altri incontri, era presente una grande varietà di istituti, gruppi e organizzazioni missionarie. Ringraziamo Dio per la loro partecipazione, per l’unione fraterna e la gioia che ci accompagnano sempre quando ci si incontra nel Suo nome.

Durante l’incontro è stata sottolineata l’importanza dell’essere insieme. Partecipare agli incontri comporta una conoscenza personale reciproca e delle rispettive culture. Inoltre l’incontro fra culture diverse spesso porta a dimenticarsi di sé stessi, delle proprie abitudini culturali e quotidianità che sono presenti in noi, per accettare l’altro, la sua cultura. Ciò rappresenta una grande sfida che porta a fare esperienza piena dell’amore di Dio in terra di missione. Più che ad essere testimoni di Dio, Egli ci invita a seguire il suo esempio, ad essere vangelo vivente di amore. E per questo dobbiamo conoscere le persone, le loro culture e i loro costumi… dovremmo fare opera di inculturazione in noi stessi per amare le persone pienamente.

FFC

Gesù è un esempio autentico di inculturazione. Infatti Egli per testimoniare l’infinita ricchezza del Suo amore si è fatto uomo come noi. Seguendo il suo esempio, dobbiamo non solo rispettare ma conoscere e immergerci nelle diverse culture, abitudini e costumi presenti nel paese dove ci rechiamo. Tutto ciò sembra più complicato di quanto si pensi, in primo luogo perché siamo tutti intrinsecamente etnocentrici e vediamo il mondo dal nostro punto di vista, dalla nostra esperienza e alla nostra cultura. Tuttavia non dimentichiamoci che la diversità culturale è un dono oggetto di amore e rispetto da parte di Dio. Ciascuno di noi arriva con tutto ciò cui ci si è conformati: difetti, pregi, storia di vita, cultura e la nostra fede è il risultato di un rapporto personale con Dio. E’ importante invece tenere presente che le culture che ci accolgono sono territorio sacro sul quale dobbiamo toglierci i sandali dei pregiudizi e dei preconcetti culturali. Da ciò deriva l’importanza di imparare le lingue, la cultura locale, in particolar modo imparare a celebrare e stare con le persone per condividere con loro le nostre vite. Pertanto il nostro andare verso nuove culture richiede disponibilità a rinascere e imparare a vivere in modo diverso.

Durante l’incontro, il 13 febbraio abbiamo avuto l’onore di ringraziare Dio per la vita di Marisa, che ha compiuto 23 anni. Ringraziamo Dio per averci dato la grazia di camminare e celebrare la vita al suo fianco. La vita si arricchisce e si sviluppa quando siamo circondati da gente che porta Dio nel loro cuore.

Marisa e Paula

Nei confini della tratta di esseri umani

Talita KumIl giorno 5 di marzo, nella casa dei Missionari del Verbo Divino in Lisbona, abbiamo partecipato al seminario sopra il tema “Traffico di Persone” organizzato dal CAVITIP e condotto dalla suora Comboniana Italiana Gabriella Bottani.

Il Traffico di Persone è una realtà complessa che violenta la vita della gente concreta, delle famiglie, delle Comunità. Richiede un approccio intelligente, con cuore, coraggio, professionalità e un lavoro, soprattutto, di rete.

Non è stato un caso che è stata scelta per l’apertura dell’incontro la frase: “Avanzate per le acque più profonde e lanciate le reti per la pesca” (Lc 5,4)

E’ stato motivo per chiederci: Quali acque profonde possono essere per le nostre vite: la nostra fiducia in Dio? le nostre paure o fragilità? il nostro modo di vedere le ferite dei nostri fratelli? l’Amore di Dio e al prossimo?

La rete che ci è stata presentata “Talita Kuma” è una rete Internazionale di Vita Consacrata contro il Traffico di Persone, fondata nel 2009. E’ una rete che unisce varie reti e che lotta contro questo flagello che distrugge la vita di tanti esseri umani.

L’approccio a questo problema ha diverse facce.

Nella prevenzione, più che mettere in guardia dai pericoli che possono annidarsi dietro un’offerta di lavoro interessante dall’altra parte del mondo, cerca di dare prospettive di una vita felice nel luogo dove le persone vivono, proponendo alternative per cercare di costruire risorse migliori e progetti di vita che abbiano un significato positivo.

Il pericolo deve essere lanciato in vari livelli, specialmente in campo educativo. Perché tutti possono essere coinvolti, dalla Comunità nella quale viviamo, dalle segnalazioni di denuncia che conosciamo, dalla protezione delle vittime e dei loro familiari (due facce di una realtà che può essere separata da migliaia di chilometri)

Lo studio e la ricerca del fenomeno è fondamentale per una lotta metodica, concreta ed efficace e soprattutto multidisciplinare…perché la risoluzione del problema non si limita ad un ambito poliziesco, ma coinvolge una visione psicologica, sociologica, spirituale, in un accompagnamento integrale che non si può limitare solo ad un aspetto.

Durante l’incontro sono stati presentati alcuni testimoni, persone riscattate dalla rete di traffico. Storie vere che raccontano il dolore e la paura di chi è stata vittima e ha saputo riprendere in mano la propria vita, anche se con molte cicatrici, ma ancora in piedi, esempio di coraggio e segnale di speranza per tutti noi.

Mi ha impressionato specialmente la testimonianza di una madre che dopo che la figlia è ritornata a casa, continuava ad essere etichettata e giudicata dalla propria Comunità, questa madre esclamò con dolore: “ma è mia figlia!”

Come sarebbe differente il mondo se fossimo capaci di vedere le vittime in questo modo…con uno sguardo di amore. Saremmo sinceri e contemplativi, perché come dice Papa Francesco, chi ama contempla (cf. EG 199).

Per concludere, condivido la sfida della rete Talitha Kum, sopra quello che ognuno di noi può già fare per unirsi a questa causa. Al lavoro!

Cosa posso fare per aiutare:

  • Informarsi sopra il traffico di persone nel mondo e nel suo paese.
  • Contattare e conoscere organizzazioni, nel proprio paese, che sono impegnate contro il traffico di persone.
  • Impegnarsi come volontario in attività di prevenzione e comunicazione sociale e politica.
  • Appoggiare questa causa con preghiere.
  • Appoggiare e partecipare in campagne contro il traffico di persone.
  • Comprare prodotti provenienti dai centri di recupero delle vittime e appoggiare economicamente.

“Se vuoi andare veloce, vai da solo.

Se vuoi andare lontano, vai con gli altri”

(Proverbio Africano)

Pedro Moreira, LMC