Laici Missionari Comboniani

2020: Anno della ministerialitá

Trabajo en equipo
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Il magistero di papa Francesco insiste sulla visione di una Chiesa ministeriale, cioè fraterna, intrisa “dell’odore delle pecore”, sinodale, collaborativa e che testimonia la gioia del Vangelo con l’annuncio, con lo stile di vita e con il servizio. Una Chiesa che intraprende un cammino di conversione e che supera il clericalismo e il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così” (EG 33). Il XVIII Capitolo Generale ha accolto questo orientamento della Chiesa universale e lo ha fatto proprio, auspicando un cammino di rigenerazione e riqualificazione del nostro impegno missionario nel senso della ministerialità (AC ’15, 21-26; 44-46).

LETTERA PER INTRODURRE L’ANNO DI APPROFONDIMENTO SUL TEMA DELLA MINISTERIALITÀ

“Leggendo ciò che ho scritto, potete rendervi conto della comprensione che io ho del mistero di Cristo. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo, del quale io sono divenuto ministro secondo il dono della grazia di Dio, che mi è stata concessa secondo l’efficacia della sua potenza”. (Ef 3,4-7)

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“Il perché egli…. deve considerarsi come un individuo inosservato in una serie di operai, i quali hanno da attendere i risultati non tanto dall’opera loro personale quanto da un concorso e da una continuazione di lavori misteriosamente maneggiati ed utilizzati dalla Provvidenza”. (Scritti 2889)

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Carissimi confratelli, saluti di Santo Tempo Natalizio e Buon Inizio del Nuovo anno 2020!

Come è noto a tutti noi, l’esortazione apostolica Evangelii gaudium ha rilevato il cambiamento epocale del nostro tempo e la necessità di un profondo rinnovamento nella Chiesa, per vivere con gioia il Vangelo ed essere fedeli alla propria vocazione di discepoli-missionari di Gesù. Con questa visione rinnovata della Chiesa, continua ad emergere sempre più una Chiesa “in uscita”, in cui la missione è paradigma del suo essere e del suo fare, in ascolto dello Spirito attraverso il grido dell’umanità che soffre, dei poveri e del Creato. Il magistero di papa Francesco insiste sulla visione di una Chiesa ministeriale, cioè fraterna, intrisa “dell’odore delle pecore”, sinodale, collaborativa e che testimonia la gioia del Vangelo con l’annuncio, con lo stile di vita e con il servizio. Una Chiesa che intraprende un cammino di conversione e che supera il clericalismo e il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così” (EG 33).

Il XVIII Capitolo Generale ha accolto questo orientamento della Chiesa universale e lo ha fatto proprio, auspicando un cammino di rigenerazione e riqualificazione del nostro impegno missionario nel senso della ministerialità (AC ’15, 21-26; 44-46). Lo Spirito ci chiama a sognare e a convertirci, come missionari “in uscita”, che vivono il Vangelo attraverso la condivisione della gioia e della misericordia, cooperando alla crescita del Regno, a partire dall’ascolto di Dio, di Comboni e dell’umanità. Un sogno che è il sogno di Dio, che ci porta ad osare, nonostante la nostra piccolezza, consapevoli di non essere isolati, ma membri di una Chiesa ministeriale. Siamo chiamati ad evangelizzare come comunità, in comunione e collaborazione con tutta la Chiesa, per promuovere assieme ai poveri la globalizzazione della fraternità e della tenerezza. Tutto questo si concretizza in scelte di riduzione e riqualificazione degli impegni, sviluppando dei servizi pastorali specifici, uscendo verso gruppi umani emarginati o in situazioni di frontiera.

Per aiutarci a crescere in questo cammino, la Guida per l’attuazione del XVIII Capitolo Generale ha riservato l’anno 2020 alla riflessione sul tema della ministerialità. Desideriamo proporre un’azione-riflessione, cioè un approccio che parta dall’esperienza, rifletta criticamente sul suo potenziale trasformativo e le sue criticità, per discernere corsi d’azione rinnovati.

È ciò che faceva Comboni stesso: è arrivato al Piano di Rigenerazione dell’Africa con l’Africa sulla base di un’esperienza diretta della missione, di studi di approfondimento e di confronto con altre esperienze, trovando nello stile ministeriale la risposta alla sfida “impossibile” dell’evangelizzazione dell’Africa. Il suo Piano riflette una comprensione sistemica dell’approccio ministeriale: un’opera collettiva e “universale”, che crea delle reti di collaborazione che riuniscono tutte le forze ecclesiali, riconoscendo ad ognuna la propria specificità e originalità. Un’opera che dà vita ad una pluralità di servizi, in risposta ai bisogni umani e sociali, per i quali prepara scientificamente dei ministri ad hoc, e che prevede la fondazione di comunità missionarie sostenibili dal punto di vista ministeriale, socioeconomico e della significatività sociale. Come ci ricordano anche Benedetto XVI e Francesco, la Chiesa cresce per attrazione, non per proselitismo.

Pertanto, la nostra riflessione sulla ministerialità richiede di metterci in ascolto dello Spirito, motore e protagonista dei ministeri nella Chiesa discepola-missionaria. Ci proponiamo di approfondire questa tematica in relazione alla nostra vita missionaria ed esperienza ministeriale, personale e comunitaria, attraverso la condivisione, principalmente, di due sussidi:

  1. Inserti nella Familia Comboniana;

2. Un agile sussidio a schede che faciliterà la condivisione, l’approfondimento, la riflessione e il discernimento a livello comunitario.

Vi invitiamo ad approfittare di questi strumenti per un percorso di formazione permanente a livello personale e comunitario, facilitato da una guida scelta all’interno di ogni comunità, che potrà avvalersi di esaurienti note di facilitazione fornite assieme al sussidio.

Anche il Sinodo per l’Amazzonia, celebrato recentemente, ha rilevato l’urgenza di una conversione pastorale nella Chiesa: la crescita nella ministerialità è una chiave fondamentale di questo cammino. Abbiamo pertanto una grande opportunità di crescita e rinnovamento, e sta a ciascuno di noi e ad ogni comunità farne tesoro. Ma è anche un cammino che non facciamo da soli, quanto piuttosto in comunione con la Chiesa. Anzi, ci auguriamo che il nostro impegno a metterci su questo cammino di rinnovamento missionario-ministeriale possa essere di stimolo e di sostegno – in una dinamica maieutica reciproca – alla Chiesa locale in cui viviamo: non sarà soltanto un percorso di formazione permanente, ma anche di missione/animazione missionaria.

Nel 2020 avremo anche un evento speciale, a livello di Famiglia comboniana, sulla ministerialità sociale, che si svolgerà a Roma dal 18 al 22 luglio. Questo forum è parte di un cammino più ampio che stiamo percorrendo come Famiglia comboniana, che prevede anche una mappatura di tutte le esperienze di ministero sociale della Famiglia comboniana. Vorremmo arrivare a costruire sinergie, a sviluppare una visione ed un linguaggio condivisi, a fare rete e a costruire movimenti di trasformazione evangelica della realtà sociale. Nel medio periodo, questo percorso ci aiuterà a sviluppare partecipativamente delle pastorali specifiche, come ci ha chiesto il Capitolo del 2015. Abbiamo bisogno della vostra partecipazione, con entusiasmo, a questo processo, che più sarà inclusivo, più sarà ricco e significativo.

Infine, a sostegno della dimensione di GPIC (Giustizia, Pace e Integrità del Creato), asse trasversale dei ministeri missionari, abbiamo il piacere di presentarvi due strumenti pratici che saranno pubblicati nel 2020:

=   Sussidio per la formazione comboniana di base e permanente su valori di GPIC

=   Il secondo volume sulla GPIC della Famiglia comboniana, a cura di p. Fernando Zolli e p. Daniele Moschetti, che fa seguito al volume Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo.

Che san Daniele Comboni interceda per noi: ci renda “santi e capaci” di far fruttificare il dono della ministerialità.

Il Consiglio Generale Il Segretariato Generale della Missione

Piangiamo con Madre Terra con lacrime di fango e sangue.

Iglesia y Mineria

No all’impunità!

Iglesia y Mineria

Le Chiese e la Rete mineraria piangono con le vittime del crimine socio-ambientale di Brumadinho, Minas Gerais (Brasile). Stiamo scrivendo oggi da questa comunità violata, che conosciamo bene e che visitiamo ancora oggi, dopo aver celebrato insieme ai suoi membri varie volte nella vita, nel cammino e nella resistenza all’espansione delle attività minerarie. Scriviamo anche dalle tante comunità latinoamericane colpite dall’arrogante violenza dell’estrattivismo, abbracciate oggi silenziosamente alla piccola Brumadinho, in lacrime.

Siamo solidali con le famiglie delle vittime e le comunità di fede, che avranno davanti a sé la difficile sfida di ricostruire la speranza. Siamo anche vicini all’Arcidiocesi di Belo Horizonte, che con le parole del Vangelo ha definito la tragedia “abominio di desolazione”, riferendosi alle «assurdità scaturite da avidità e disprezzo dell’altro, della verità e del bene di tutti».

Continuiamo ad accompagnare e offrire consulenza alle Chiese impegnate in territori feriti dalle attività estrattive e in tutti i conflitti aperti tra le società minerarie e comunità (solo in Brasile sono più di 70 le diocesi dove ci sono questi conflitti).

L’impunità rafforza il crimine

Iglesia y Mineria

La società VALE SA, insieme a BHP Billiton, è stata responsabile, il 5 novembre 2015, della morte di 19 persone e dell’inquinamento di tutto il Rio Doce. Il ripetersi, dopo tre anni, di uno stesso incidente socio-ambientale, che ha provocato molte più vittime, è la conferma dell’incapacità di gestione e prevenzione del danno, del disinteresse e del comportamento criminale della VALE SA.

Questa responsabilità coinvolge anche lo Stato, che concede licenze a progetti estrattivi e dovrebbe monitorarli per garantire la sicurezza e la vita dignitosa della popolazione e dell’ambiente.

La responsabilità dello Stato è duplice, perché l’impunità e la mancanza di un risarcimento serio e completo per le vittime del crimine della Mariana è una delle principali cause che hanno provocato il recente crimine di Brumadinho.

Porte girevoli

Iglesia y Mineria

Il capitale compagnie minerarie e il potere politico, favoriscono lo sviluppo o l’espansione di grandi progetti estrattivi, riducendo al minimo le condizioni e le relative regole di licenza. Il “Córrego do Feijão” stesso, il cui deposito di rifiuti tossici  si è infranto, ha ottenuto nel dicembre 2018 una licenza ambientale per l’espansione del 88% delle sue attività. Nel Consiglio delle Politiche Ambientali dello Stato di Mina, solo il Forum nazionale della società civile sulla Gestione dei bacini idrici (FONASC) ha votato contro l’espansione, denunciando meccanismi iniqui per ridurre i requisiti di licenza di grandi progetti minerari.

Le catastrofi causate dal comportamento irresponsabile delle compagnie alleate al potere pubblico non possono essere definite semplici “incidenti ambientali”.

Società civile organizzata ma non ascoltata

Dal 2011, la popolazione di Brumadinho e la regione stanno organizzando manifestazioni di protests in modo organizzato contro la miniera, i suoi impatti e minacce. Il FONASC, nel dicembre 2018, ha pubblicato una comunicazione ufficiale al Segretario di Stato dell’Ambiente, chiedendo la sospensione delle licenze della miniera “Córrego do Feijão”. L’Associazione Internazionale delle vittime della Vale ha denunciato, nell’Assemblea Generale degli Azionisti Vale nel mese di aprile 2018, “i pericoli di ripetuto processo di riduzione spese e dei costi nelle loro operazioni”, facendo esplicito riferimento ai vari depositi di rifiuti.

I responsabili di questi crimini non possono chiedere giustificazioni perché inconsapevoli. Al contrario, in nome del progresso e del profitto di pochi, c’è una sistematica boicottaggio di voci diverse dalla loro.

Ribadiamo con forza le parole di Papa Francesco nella Enciclica Laudato si ” nel dibattito, devono occupare un posto privilegiato residenti locali, le stesse persone che si interrogano su ciò che vogliono per se stessi e per i loro figli e possono prendere in considerazione gli scopi che trascendono l’interesse economico immediato”(LS 183).

Piegare fino a rompersi

Iglesia y Mineria

Il neoeletto Presidente del Brasile, in risposta alle pressioni di chi ha finanziato la sua campagna, ha espresso l’idea di un piano per rendere il controllo e le licenze ambientali il più flessibile possibile. Ha criticato la presunta “industria della  “sanzione ambientale”; il suo governo ha decurtato i poteri del portafoglio Ambiente, sospeso i contratti con le ONG impegnate nella difesa dell’ambiente, estinto i segretariati che hanno lavorato per le politiche pubbliche contro il riscaldamento globale.

Anche i precedenti governi hanno facilitato l’espansione incontrollata dell’estrazione mineraria nel paese, promuovendo il piano minerario nazionale e riformulando, per decreto, il quadro giuridico delle miniere.

Gli eventi recenti dimostrano, con violenza, che queste politiche sono un suicidio collettivo e una minaccia per la vita delle generazioni future.

Questo modello di crescita è insostenibile e letale; non è possibile ricattare persone che hanno bisogno di posti di lavoro per sopravvivere in regioni controllate dal settore minerario, senza garantire allo stesso tempo sicurezza, salute e assistenza sociale. I problemi non si risolvono “solo con la crescita dei profitti delle aziende e degli individui”. “Non è sufficiente conciliare, a medio termine, la cura per la natura e l’introito finanziario, o la conservazione dell’ambiente con lo sviluppo.

la cura della natura con reddito finanziario, o la conservazione dell’ambiente con progresso. In questo campo, parlare di ‘a medio termine’ significa solo ritardare di poco il definitivo collasso”. Si tratta semplicemente di ridefinire l’idea di progresso.” (LS190,194)

False finestre di dialogo

Frequentemente, aziende e governi si appellano a mediare i conflitti con le popolazioni interessate attraverso il “dialogo”. Cercano, persino, l’intermediazione delle chiese, per offrire a questi processi una maggiore credibilità.

Anche istituzionalmente hanno investito in mediazioni extragiudiziali e in termini di adeguamenti del comportamento per rendere più efficace e rapida la riparazione dei danni e delle violazioni ambientali.

La mancanza di implementazione di mitigazioni e risarcimenti, l’abbandono per prevenire nuovi disastri e la ripetizione di pratiche irresponsabili e criminali confermano che questo tipo di proposta non è un vero dialogo. È una strategia delle aziende per sedurre l’opinione pubblica, garantire una specie di licenza sociale per inquinare, ridurre la resistenza popolare ed evitare che il grande capitale possa essere convertito ai valori della sostenibilità e del bene comune.

Più di questo “dialogo”, asimmetrico e irrispettoso, confidiamo nelle regole democratiche di protezione dell’ambiente e dei diritti delle popolazioni, così come nelle autorità che controllano efficacemente il loro rispetto e puniscono coloro che le violano. Sosteniamo un Trattato vincolante per le imprese e i diritti umani, a livello internazionale, e una risposta giudiziaria responsabile, efficace e tempestiva per coloro che scommettono sull’impunità o, al massimo, una leggera incidenza finanziaria di ammende rare applicate.

Il crimine socio-ambientale non è un incidente!

Iglesia y Mineria

Da Brumadinho e dall’America Latina, 26 gennaio 2019

 

Nel mondo ma NON del mondo!

LMC-Centroafrica

LMC-CentroafricaCiao a tutti!
Io sono André, sono un bambino pigmeo, non so quanti anni ho, forse tra i 7 e i 9, e vivo a Ndobo, un accampamento nella foresta della Repubblica Centrafricana, vicino a Mongoumba. La mia casa, se si puó chiamare casa, é simile ad un igloo fatta da rami e foglie secche, con delle assi di legno che mi fanno da letto, non c’é il bagno, la cucina, la TV, la corrente elettrica, ma fortunamente é vicina ad un pozzo d’acqua, che qualche missionario ha costruito tanto tempo fa, cosi posso bere e lavarmi, senza camminare un’ora nella foresta.
Da lunedi a venerdi con altri amici che vivono nell’accampamento, mi alzo e vado a scuola, camminando circa 4 km senza scarpe. Qualche giorno arriviamo un pó in ritardo ma non avendo l’orologio, non sappiamo a che ora ci dobbiamo svegliare; tutto si fa più difficile nella stagione delle pioggie, perché la strada diventa simile a una palude.
Quando arriviamo alla parrocchia di Mongoumba, entriamo in una sala che Cristina ha preparato appositamente per noi, ognuno ha il suo posto con il suo nome, dove ci possiamo lavare un pó, metterci la tenuta della scuola e dopo aver salutato Anna, Maria Augusta, Cristina e Simone andiamo di corsa in aula. Spesso in classe entra Maria Augusta che aiuta il maestro a “tenerci a bada”, visto che siamo più di 50, insegnandoci il francese, anche se a noi ci piace parlare la nostra lingua SANGO.
La scuola finisce alle 12.30, poi torniamo nella sala San Daniele Comboni, per rimetterci i nostri vestiti pieni di buchi e andiamo a mangiare nella “DA TI NDOYE” (CASA DELLA CARITÀ/AMORE), dove un giorno ci viene preparato riso con fagioli, un giorno polenta di manioca con pesce, un giorno Makongo (bruchi) con ngungia! Mangiamo tutto velocemente, poi attendiamo Simone e Cristina alla payotte vicino alla chiesa per ritornare tutti insieme all’accampamento dove giochiamo un pó a pallone, a volte coloriamo o vediamo un film, finché quando é quasi buio, Simone e Cristina ci salutano e ci ricordano che il giorno dopo bisogna arrivare puntuali!
La mia giornata si chiude nel buio dell’accampamento, senza luci e magari con qualche animaletto strano che si intrufula nel mia piccola casetta, ma coccolato dal cielo della Repubblica Centrafricana trapunto di stelle che a volte sembrano delle piccole perle preziose.
Ah dimenticavo…io non esisto! Sono nel mondo…fatto di carne e ossa, posso correre, saltare, giocare…ma non sono del mondo!
E come me ci sono tanti altri bambini pigmei in Repubblica Centrafricana! Non solo siamo sfruttati, perché le risorse che si trovano nella terra del nostro paese vengono esportate in luoghi che nemmeno conosciamo per produrre TV, telefoni, computer, armi, bombe…ma siamo fuori del mondo… io sono un escluso, niente documenti, niente data di nascita, nessun registro anagrafico…insomma…
…NEL MONDO ma NON DEL MONDO! (Gv 17,15)
un caloroso ciao
un bacione a tutti
un grande abbraccio
una piccola preghiera
André con
Paul, Pierre, Marie, Albert Dimanche, Pierre, François Albert, Philippe, Guy, Marie, Terese, Marcel, Gabriel…
(con Anna, Maria Augusta, Cristina e Simone)

Diario di bordo Simone da RCA

Simone Mongoumba

Simone Mongoumba

Ciao a tutti come state? spero tutto bene…qui é iniziata la stagione delle pioggie e per gli spostamenti avremmo bisogno dell’arca di Noè…
… però quando piove Mongoumba si ferma (come tutta la Repubblica Centrafricana credo), i bambini e i maestri non vengono a scuola, in giro non c’è nessuno, e noi possiamo… …dormire…tutto il giorno… 🙂 … al suono della pioggia che cade…
…e pensare a tutti voi che siete in Portogallo, in Polonia e in Italia… in tutto il mondo… 🙂
… La missione ha i suoi pro e i suoi contro… 🙂

ESPERGESIA

Yo nací un día
que Dios estuvo enfermo.

Todos saben que vivo,
que soy malo; y no saben
del diciembre de ese enero.
Pues yo nací un día
que Dios estuvo enfermo.

Hay un vacío
en mi aire metafísico
que nadie ha de palpar:
el claustro de un silencio
que habló a flor de fuego.

Yo nací un día
que Dios estuvo enfermo.

Hermano, escucha, escucha…
Bueno. Y que no me vaya
sin llevar diciembres,
sin dejar eneros.
Pues yo nací un día
que Dios estuvo enfermo.

Todos saben que vivo,
que mastico… y no saben
por qué en mi verso chirrían,
oscuro sinsabor de féretro,
lucidos vientos
desenroscados de la Esfinge
preguntona del Desierto.

Todos saben… Y no saben
que la Luz es tísica,
y la Sombra gorda…
Y no saben que el misterio sintetiza…
que él es la joroba
musical y triste que a distancia denuncia
el paso meridiano de las lindes a las Lindes.

Yo nací un día
que Dios estuvo enfermo,
grave.

(César Vallejo)

Simone Mongoumba

In questa notte profonda, densa, cupa, appiccicaticcia, penetrante, spesso desolante e sconfortante che avvolge tutta la Repubblica Centrafricana, ci sono dei lampi di luce abbagliante che dura solo un istante…
…lampi di fucili, di spari, di armi, di granate seguite da un tremendo frastuono…
…e lampi di … ESPERGESIA… lampi GENERATORI di SPERANZA…

…a Bangui, nel quartiere chiamato KILOMETRO 5, nella parrocchia di Nostra Signora di Fatima (dove ho vissuto 45 giorni e studiato il Sango), nel giorno della solennità di San Giuseppe lavoratore (1 maggio), durante la messa, sono risuonati lampi di fucili, di spari, di armi, di granate…un attacco ben pensato e programmato da persone che vogliono che questa notte continui in eterno…16 vittime!

Abbiamo immediatamente percepito che il rombo del tuono della deflagrazione è risuonato in tutto il mondo (qualcuno ci ha scritto dal Brasile), abbiamo sentito il calore della vostra vicinanza…noi stiamo bene…non siamo stati testimoni diretti…ci raccontano che lentamente la situazione si sta “normalizzando”, e infatti è così…dopo i lampi delle armi, siamo tornati alla normalità di vivere in una quotidiana notte ancora più oscura…

Simone Mongoumba

…a Mongoumba, lampi di ESPERGESIA, lampi GENERATORI DI SPERANZA… lampi infinitesimali ma di Luce sfolgorante…le nostre visite agli accampamenti pigmei, i martedì mattina con i bebè del programma “Malnutrizione”, le domeniche nelle chiesette per la preghiera con la comunità condividendo un po di polenta di manioca e qualche piccolo pesciolino appositamente pescato per noi, gli incontri del giovedì con il gruppo vocazionale, i pomeriggi trascorsi a disegnare e colorare, le passeggiate infinite circondati da bambini festanti… e i piccoli fagottini pigmei appena nati…che ti guardano con i loro occhietti semi aperti e sembrano dirti…
“Io sono nato un giorno in cui Dio stava malato…e malato grave”…
…ma se sono nato in questa notte infernale c’é ancora…
ESPERGESIA…

Un saluto, un abbraccio, un bacio, una preghiera, un GRAZIE…
Simone LMC

La notte dei desideri

LMC RCA12 marzo 2018
Giorno 388 Restanti 712

Ciao a tutti come state? spero tutto bene…é stato un pò strano questo Natale e inizio di anno 2018, vissuto al caldo della Repubblica Centrafricana, indossando le t-shirt dell’estate e mangiando merluzzo alla portoghese… 🙂

LA NOTTE DEI DESIDERI

Qui é NOTTE! Una NOTTE profonda che avvolge tutto! Una NOTTE che non é come tutte le altre NOTTI, perché é una NOTTE perenne! É NOTTE anche in pieno giorno! Noi viviamo in una NOTTE, viviamo in un presente infinito, viviamo come se non ci fosse un domani!!!

Le nostre scuole avrebbero bisogno di essere ristrutturate, perché i mattoni vengono letteralmente mangiati dalle termiti e quando piove, si allagano, di NOTTE sono la casa dei pipistrelli che le rendono nauseanti…
I nostri ospedali mancano di medicinali, non c’é cibo per le persone ricoverate, chi ha bisogno di essere operato deve procurarsi il materiale e pagare tutto fino all’ultimo franco…
Le nostre strade hanno buche che sembrano crateri a causa dei grossi camion e della pioggia, la velocita media Bangui-Mongoumba é di 30km/h e la  durata del nostro viaggio 7/8 h…
Avremmo bisogno di un ponte sul fiume Lobaye o di un nuovo battello perche i grossi e pesanti camion delle multinazionali straniere che esportano il nostro legname della foresta lo hanno gravemente danneggiato… Avremmo bisogno di dottori,pediatri, infermieri, maestri, insegnanti, professori universitari per prendersi cura e formare le nuove generazioni invece…

…arriveranno altri soldati!

Forse solo io non capisco come altri soldati possano farci uscire da questa NOTTE buia e profonda in cui viviamo!!!

Il nuovo anno ci ha portato in regalo una nuova base militare nella nostra diocesi di Mbaiki…é arrivato il bulldozer, ha spianato un enorme terreno, ha scavato rapidamente il fossato, elevato grandi muraglie di terra ed ecco… un bella, nuova, sicura base militare ONU…per proteggerci da chi??? La Lobaye é l’unica zona tranquilla del Centrafrica!!!

Forse solo io non capisco come piú soldati, piú armi, piú mezzi blindati, piú risorse per mantenerli, possano farci uscire da questa NOTTE oscura e paralizzante in cui viviamo!!! Con il rischio concreto che la NOTTE diventi ancora piu NOTTE. Siamo come degli acrobati che camminano sul filo, rischiamo di cadere ancora nella paura, invece di trovare il coraggio per uscire da questa NOTTE che sembra essere eterna!!!

Non ci sono soldi per le scuole, per la sanità, per gli stipendi dei maestri e professori, per gli ospedali, per riparare le strade…
…eppure ci sono soldi per costruire una nuova base militare e per gli stipendi di altri 900 soldati…

Forse io non capisco!!!

Qualcuno ci ha chiesto quale DESIDERIO avremmo DESIDERATO per la NOTTE di Natale…e per il nuovo anno 2018…

…un pò di LUCE…

…Il popolo che abitava nelle TENEBRE vide una grande LUCE…
…per quelli che abitavano in regione di ombra e di morte una LUCE é sorta… (Mt 4,16)

Un saluto, un abbraccio, un bacio, una preghiera e un GRAZIE…

Simone LMC