Laici Missionari Comboniani

La Chiesa di Cristo in missione nel mondo

Logo IT

Logo ITLa Guida per il Mese Missionario Straordinario Ottobre 2019, dal tema “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”, è un sussidio realizzato su iniziativa della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (CEP) e delle Pontificie Opere Missionarie (POM), che raccoglie i contributi provenienti da cristiani di tutto il mondo e rivolto ai cristiani di tutto il mondo, reso possibile grazie anche alla mediazione delle Direzioni Nazionali delle POM presenti nei vari paesi.

Lo scopo della Guida è servire le singole diocesi nei loro bisogni di formazione e animazione missionaria, preparando i fedeli di tutto il mondo a vivere il Mese Missionario Straordinario voluto da Papa Francesco in occasione del centenario della promulgazione della Lettera Apostolica Maximum Illud di Papa Benedetto XV (30 novembre 1919).

La Guida servirà a ispirare la creatività delle Chiese locali e dei loro cristiani nell’affrontare le sfide inerenti all’evangelizzazione a partire dalla missio ad gentes e dal proprio contesto, senza alcuna pretesa di esaustività o di sistematicità nella riflessione teologica o catechetica sulla missione. Le parti di cui la Guida si compone corrispondono alle dimensioni spirituali indicateci dal Santo Padre nell’indire il Mese Missionario Straordinario: l’incontro personale con Gesù Cristo vivo nella Chiesa, la testimonianza di santi e martiri della missione, la formazione catechetica alla missione e la carità missionaria. Il testo è pubblicato in inglese, italiano, francese, spagnolo e portoghese.

Guia

 

 

 

 

Ritiro sulla “Missione dei Laici Missionari Comboniani: sfide, sogni, speranze”

retiro LMC

retiro LMCSabato 16 e domenica 17 giugno ci siamo ritrovati presso l’Osservanza di Bologna per un momento di convivenza, per pregare insieme e riflettere sulla “Missione dei Laici Missionari Comboniani: sfide, sogni, speranze”, guidati da padre Giovanni Munari.

Sabato pomeriggio erano presenti per il gruppo di Bologna: Micaela, Emma, Chiara, Eileen, Agostino, Giuliana, Annalisa e Michele e per il gruppo di Padova: Fabrizio, Francesca, Dorella e Roberto.

Siamo partiti dal significato del termine “Missione” e dalla Parola.

Padre Giovanni per cominciare ci ha ricordato che il Vangelo è uno solo per tutti, sia per i laici che per i preti, le suore, ecc… Le Beatitudini sono un ideale di vita per tutti, non solo per i consacrati.

Il Battesimo ricevuto dà pieno diritto (e dovere) a ciascun laico di sentirsi parte integrante della Chiesa, di annunciare il Vangelo, di lavorare per la Chiesa, è un “diritto di Cittadinanza” all’interno della Chiesa per tutti i Battezzati. E se vogliamo costruire qualcosa lo dobbiamo fare sulla Parola, non sui documenti.

Ci siamo posti alcune domande: Cosa vuol dire fare del Vangelo l’ideale della nostra vita? La chiesa oggi è andata fuori strada?” “Cosa ci chiede lo Spirito?” “Perché’ papa Francesco parla tanto della necessità di rinnovare la liturgia? Sentiamo anche noi questa esigenza? Sentiamo presenti Fede e Vita nelle liturgie delle nostre chiese?

Quindi partendo da chi siamo e ricordando che il fondamento della nostra fede è la Parola, che celebriamo nella liturgia, ci siamo soffermati sul nostro rapporto con il mondo come Chiesa.

La grande rivoluzione è quella di capire che la Chiesa non è il centro del mondo, ma è la Chiesa che ruota attorno al mondo, proprio come è stato per la rivoluzione Copernicana.

E il rinnovamento della Chiesa passa anche dalla liturgia.

A questo punto abbiamo dato spazio al confronto: come gruppi di Bologna e Padova abbiamo parlato degli impegni portati avanti nel territorio, durante quest’anno appena concluso. Abbiamo sottolineato la ricchezza che ciascuno dei nostri gruppi porta dopo anni di cammino e che rischiamo di perderla, disperderla e non riconoscerla per mancanza di una memoria comune.

Dopo la riflessione, poi, attorno alla Parola ciascuno di noi ha presentato un segno del cammino di quest’anno: il volantino delle “apericene dei Popoli” organizzate a Padova, il volantino degli incontri nelle parrocchie sui nuovi stili di vita organizzati a Bologna, alcuni libri significativi (tra cui Ave Mary della Murgia), la Wipala, una matita riciclata all’80% che non si rompe e scrive anche senza punta, il cartellino del ritiro con il nostro nome, l’olio di Nardo.

Dopo cena ci siamo ritrovati per ascoltare le testimonianze di vita di missione di Sr. Elisabetta Raule e Sr. Federica, Missionarie Comboniane rispettivamente in Ciad e in Centro Africa. E’ stato bello sentire quanta gioia e passione guida i loro passi seppure nelle difficoltà che ogni giorno incontrano nel loro lavoro tra queste popolazioni (Elisabetta, medico che ogni giorno opera tante persone con gravissime ferite dovute ad armi da fuoco e da taglio, per la guerra interna che imperversa in Ciad. Federica, infermiera che lavora tra i pigmei nella foresta.

Domenica mattina era presente solo il gruppo di Bologna: Giuliana, Emma, Annalisa, Chiara, Micaela, Eileen, Lise, Agostino, Michele

Siamo ripartiti dal Vangelo di Giovanni (6,1-14): Gesù chiede ai discepoli dopo la moltiplicazione dei pani di raccogliere i pezzi avanzati «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».

Cosa ne avranno fatto? “Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato”. Quale sarà la ragione di tanta ricchezza?

Dobbiamo fare attenzione che nulla si perda e pensando ai nostri gruppi questo Vangelo ci invita a recuperare le ricchezze dei nostri cammini sparsi in tutta Italia.

Abbiamo quindi letto alcune parti di un documento del 1994: La lettera del Superiore Generale e suo Consiglio a tutti i confratelli sul LAICATO MISSIONARIO COMBONIANO.

Consigliamo a tutti di riprenderlo in mano, ci ha sorpreso leggere alcune definizioni nero su bianco, che affermano l’importanza dei laici comboniani all’interno dell’Istituto comboniano, definisce l’identità del laico missionario comboniano (“toccati, ispirati e contagiati dal carisma di Comboni”), la differenza tra un volontario e un Laico missionario ma non solo, anche altre forme di vicinanza e di impegno missionario. Chi sapeva dell’esistenza dei “Comboniani associati”?

I LMC costituiscono un fatto nuovo che esige da noi fiducia, disponibilità e creatività…” scrive il Generale e tante altre belle cose che rinsaldano la forte relazione tra i padri e i laici all’interno della famiglia comboniana. Prima di tutto però questo documento ci ricorda che essere LMC e’ una vocazione, se è ispirata da Dio cresce come quel seme gettato nella terra, di notte e di giorno, che si dorma o che si vegli. E qui tutti dobbiamo prenderci un tempo per riflettere sulla nostra vocazione.

A settembre ripartiremo per dare forma e contenuto al nostro cammino del prossimo anno, preparandoci ad affrontare con fede e coraggio le sfide che ci si presenteranno, certi che non siamo soli in questo cammino!

retiro LMC

Gruppo LMC Bologna, Italia

Il cuore di Gesù – Missione dalla compassione

Corazon de Jesus Comboni

Corazon de Jesus ComboniMosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!» (Mc 1,41)

Questa semplice azione di Gesù è piena di significato ed esprime con forza il suo atteggiamento verso gli emarginati. È anche un atto di ribellione contro l’ingiustizia basata su un sistema socio-religioso di esclusione. Così il Padre si rivela a noi (Col 1,5), in un Figlio che, percorrendo le strade della Palestina, osa toccare un lebbroso per guarirlo. Marco, già nel primo capitolo, ci rivela come sia capace di amare Cristo, con un cuore che trabocca di compassione, il volto di Dio visibile che lo ha inviato (Mc 1,1).

La devozione al Cuore di Gesù è, fin dalle origini del nostro Istituto, una fonte di spiritualità dove la nostra missione è saldamente radicata. In essa entriamo nell’intimità della persona di Gesù, nei suoi atteggiamenti, nei suoi desideri e nella visione del mondo nuovo che le Beatitudini annunciano. Pertanto, la loro contemplazione ci rivela il nucleo della nostra vita consacrata: la centralità dell’amore di Dio come chiave di lettura della Storia della Salvezza. Un amore che si incarna e si definisce come passione totale per l’umanità (AC 2015, n. 22). Per approfondire questo mistero la preghiera personale è uno spazio qualificato perché è un incontro intimo con Gesù in umiltà. Diventa così un’esperienza di perdono, di accoglienza e di gratuità, che ci trasforma e ci modella secondo il suo Cuore.

Il Cuore trafitto del Buon Pastore ci chiama al dono costante di noi stessi, con tutto ciò che siamo. La missione è offrirsi senza aspettarsi nulla in cambio, svuotare la propria vita per gli altri. Questa è la nostra consacrazione: fare della nostra vita uno strumento della misericordia del Padre incarnato nel carisma dato a Comboni. La nostra storia, con tutti i suoi limiti e le sue incoerenze, ci lascia testimonianze indelebili di confratelli che hanno consumato la loro vita fino alla fine per la causa del Vangelo. Uomini che si sono lasciati modellare in un ciclo di conversione permanente attraverso l’esperienza di relazione con l’amore del Padre, diventare pane per gli affamati e speranza per i disperati (AC 2015, n. 14).

Marco ci parla della vita di un uomo che ha come caratteristica principale la compassione, perché questo è il volto che il Padre ha voluto mostrarci. La sua attenzione ai più poveri diventa così un elemento costitutivo della missione della Chiesa. Un aspetto chiaramente presente in Comboni (S 2647). La contemplazione del Cuore di Gesù ci spinge ad una particolare vicinanza agli esclusi e ci chiama a cercarli in nuovi ambiti, dove la vita è messa ai margini. Allo stesso tempo, il nostro stile di vita, che può essere un ostacolo al dinamismo e alla flessibilità della missione di oggi, viene messo in discussione. Tutta la nostra attività e riflessione devono venire dal basso, a contatto con l’umanità inchiodata alla croce. Questa è l’espressione più radicale della totale donazione del Figlio ed è ancora oggi molto presente in alcuni dei paesi in cui operiamo che subiscono la guerra o altre forme di violenza. La nostra presenza missionaria è segno dell’amore che sgorga dal Cuore di Gesù (RV 3.3).

Comboni, uomo segnato dall’esperienza religiosa del suo tempo, ha sviluppato una propria dimensione missionaria della spiritualità del Cuore di Gesù. Il dono totale del Padre nel Figlio è un segno d’amore che ci apre ad una nuova speranza. Il Regno è un programma di liberazione della vita in pienezza (S 3323). Questa profonda convinzione lo portò a percorrere migliaia di chilometri attraverso il Nilo e il deserto, mettendo in pericolo la sua vita perché il Cristo trafitto è anche fonte di vita per i più lontani. L’audacia del nostro Fondatore nell’aprire nuove frontiere all’evangelizzazione fa parte della nostra spiritualità e missione. La rivisitazione della Regola di Vita è anche un’opportunità per crescere nella passione per il Vangelo alla ricerca dei dimenticati.

Le sfide del mondo di oggi rendono urgente la nostra missione. Viviamo in tempi pieni di aspettative e desideri di nuove strutture politiche, economiche o sociali. C’è una ricerca profonda e sincera di senso, ma che facilmente cade in risposte effimere che portano solo all’alienazione o al nichilismo. La follia del Vangelo (1 Cor 1,25) trasforma il cuore e il mondo; il nostro Istituto continua ad essere chiamato a camminare, con la compassione di Gesù, a toccare i lebbrosi di oggi.

La festa del Sacro Cuore ci dia la grazia di continuare a crescere nell’amore.

Il Consiglio Generale, mccj

Forum Sociale Mondiale e Forum Comboniano

Messaggio finale dei membri della Famiglia Comboniana

partecipanti al Forum Sociale Mondiale e al Forum Comboniano

RESISTERE È CREARE – RESISTERE È TRASFORMARE

Ministerialità e lavoro in rete /collaborazione nella Famiglia Comboniana e con le altre organizzazioni

Salvador de Bahia, 10-19 marzo 2018

 

FSM y FCNoi laici, suore, fratelli e padri missionari comboniani, che abbiamo partecipato al FSM e al FC, vi salutiamo da Salvador, terra di resistenza nera e di culture afrodiscendenti, con un cuore pieno di gratitudine e di speranza. Dal 10 al 19 marzo 2018 abbiamo vissuto insieme un’esperienza forte e unica partecipando al FSM, che aveva come tema “Resistere è creare – resistere è trasformare” e all’VIII FC sul tema “Ministerialità e lavoro in rete/collaborazione nella Famiglia Comboniana e con le altre organizzazioni”. Ringraziamo in modo particolare i nostri consigli generali che insieme ci hanno scritto un messaggio d’incoraggiamento per l’impegno nella GPIC e per la nostra partecipazione al FSM come esperienza del vissuto del nostro carisma nelle sfide del mondo di oggi.

La nostra partecipazione è stata rilevante e numerosa: 53 persone provenienti da Africa, Europa e America. Abbiamo sperimentato la grande ricchezza del nostro carisma nella varietà dei nostri impegni. Per la prima volta hanno partecipato anche rappresentanti dei giovani in formazione nello scolasticato e nel CIF con un loro formatore. Ringraziamo anche per le risposte ricevute da quattro scolasticati al questionario che il comitato centrale aveva mandato con l’obiettivo di comprendere quanto i temi di GPIC sono presenti nella formazione. Riaffermiamo l’impegno di coinvolgere sempre di più le persone in formazione e i formatori sui temi di GPIC e nelle dinamiche del FSM e del FC.

Nel FSM abbiamo presentato come Comboni Network quattro workshop: Land grabbing, Estrazione mineraria, Situazione socio-politica della RDC e del Sud Sudan, Superamento della violenza e discriminazione di genere. Questo ci ha permesso di condividere nella metodologia del FSM il nostro impegno come missionari e missionarie per un altro mondo possibile. Uno stand, preparato da noi, ci ha permesso di fare animazione missionaria, di incontrare e dialogare con tante persone e farci conoscere da loro. Tra i numerosi workshop proposti dal FSM, abbiamo seguito con interesse I nuovi paradigmi, Teologia e liberazione, Giovani, Resistenza dei popoli originari e afro-discendenti, Migrazioni. Durante lo svolgimento del Forum, abbiamo anche partecipato all’assemblea mondiale delle donne. Il FSM si è svolto in un clima di festa, interrotto dall’uccisione di due attivisti dei diritti umani: Marielle Franco a Rio de Janeiro e Sergio Paulo Almeida do Nascimento a Barcarena, stato del Parà.

Il Forum Comboniano si è svolto nel segno della continuità con gli incontri precedenti. Le giornate sono state scandite da momenti inculturati di spiritualità, durante i quali abbiamo celebrato la vita, le sofferenze e le speranze, in sintonia con le realtà dei Paesi di provenienza e con quelle incontrate al Forum. Ci siamo interrogati sul bisogno di approfondire la riflessione sui nuovi paradigmi della missione, di consolidare questa esperienza come famiglia comboniana e di poter dare maggiore spazio di partecipazione ai laici e alle laiche. In questa riflessione siamo stati accompagnati e animati da Marcelo Barros, che ha condiviso lo stato attuale della teologia e liberazione, e Moema Miranda, che, dopo un’analisi della realtà mondiale, ha indicato alcune luci per il cammino proposte dalla Laudato Si’. Di fronte a un neoliberalismo senza limiti, l’invito è stato a mettere in dialogo i poveri e a consolidare la fede alla presenza dello Spirito di Dio che cammina con noi nella storia.

Interpellati da quello che abbiamo vissuto, proponiamo di:

Pubblicare un libro che raccolga la storia e le esperienze di questi undici anni di Forum Comboniano, indicando cammini per il futuro.

Ampliare il coordinamento del Comboni Network per un migliore servizio di sensibilizzazione e formazione sui temi di GPIC.

Realizzare un Comboni Social Forum continentale per mettere a confronto le diverse realtà nelle quali siamo impegnati.

Creare un fondo economico per sostenere le attività legate all’impegno di GPIC.

Consolidare una piattaforma on line in cui raccogliere e condividere esperienze e materiale sui temi di GPIC.

Dopo questa esperienza, sentiamo ancora più forte l’importanza di ritrovarci per una maggiore collaborazione tra di noi, per confrontarci come Famiglia Comboniana e come persone impegnate in ambiti diversi ma uniti nell’impegno di GPIC per cercare nuovi cammini di ministerialità e nuovi paradigmi della missione.

Salvador de Bahia

19 marzo 2018

Oltre la Collaborazione: sotto lo sguardo di Comboni

Familia Comboniana

“Il tutto è più della parte,

ed è anche più della loro semplice somma”

(EG 235).

Carissimi/e fratelli e sorelle e laici missionari comboniani

La bellezza e la gioia dell’incontro ci spinge ad aprire cammini nuovi nella collaborazione tra gli Istituti fondati da Comboni o che a lui si ispirano.

In un mondo dove si costruiscono muri che separano e dividono, un mondo carico di preconcetti a causa delle differenze di razze, lingue e nazioni, e che fa fatica ad aprire la porta a chi è differente, sentiamo urgente l’invito di Gesù all’unità e alla comunione: “che siano uno perché il mondo creda” (Gv 17,21). Questa unità non è solo un invito a lavorare con gli altri (collaborare), ma anche ad andare in profondità nelle relazioni e a cercare cammini nuovi d’incontro non basati sulle affinità di carattere o di interessi, ma sul vangelo che ci chiama ad aprirci all’accettazione dell’altro con i suoi limiti, le sue debolezze, ma anche la sua ricchezza e bellezza, in vista di una missione più feconda e generativa.

Gli ultimi decenni hanno portato profondi cambiamenti sociopolitici che ci sfidano e ci chiamano a cercare nuove strutture per rendere la nostra missione più attuale e significativa. I movimenti popolari chiedono partecipazione attiva nei processi di decisione. Questo è vero non solo nella società civile: quest’ondata di valori democratici è entrata anche nella Chiesa. La realtà laicale è sempre più presente in diversi ambiti ministeriali che tempo fa erano di dominio esclusivo dei preti o dei religiosi e delle religiose e contribuisce alla missione offrendo un angolo di visuale proprio, che aiuta a dare una lettura più profonda della realtà. Insieme ai laici possiamo raggiungere ambiti nei quali la presenza comboniana è desiderata.

Riuniti come famiglia comboniana il 2 giugno 2017, in occasione dell’incontro annuale dei Consigli generali, per una giornata di riflessione, preghiera e condivisione, ci sentiamo interpellati a confermare e rinnovare il nostro desiderio di imboccare un cammino di collaborazione più profonda tra noi. Un cammino già iniziato da molto tempo come famiglia comboniana, ma che è sempre necessario rinnovare e approfondire.

Abbiamo fatto memoria del documento sulla “Collaborazione per la missione”, del 17 marzo 2002, in occasione dell’anniversario della beatificazione di Daniele Comboni. In questa lettera sono sviluppati in profondità non solo il cammino fatto e le “indicazioni operative”, ma soprattutto i fondamenti evangelici e comboniani della collaborazione. Infatti lo Spirito di Gesù è lo Spirito di unità che Comboni ha desiderato fin dall’inizio per la sua famiglia, “piccolo cenacolo di apostoli… che splendono insieme e riscaldano” rivelando la natura del Centro da cui emanano, ossia il Cuore del Buon Pastore (S 2648).

Familia CombonianaDurante la nostra riflessione, ci siamo resi conto che un lungo cammino di collaborazione è stato fatto e si fa ancora in molti modi e situazioni diverse della vita dei nostri Istituti: basti pensare alla condivisione a livello di segretariati e uffici generali, ma anche a livello di province attraverso la partecipazione alle assemblee provinciali, ritiri comuni, celebrazioni comboniane, corsi di formazione permanente. Ci sono anche dei begli esempi di riflessione e azione pastorale congiunta nei luoghi dove vivono insieme membri dei nostri Istituti e dei LMC.

Sentiamo intensamente che il desiderio di rivitalizzare il nostro essere e fare missione insieme è radicato nella natura della persona umana – essere in relazione – nella Parola di Dio e nell’eredità lasciata dal nostro fondatore Daniele Comboni. Egli voleva che tutta la Chiesa si impegnasse come un corpo solo nell’evangelizzazione dell’Africa: “tutte le opere di Dio, che separate le une dalle altre producono scarsi ed incompleti frutti, ed invece unite insieme e dirette all’unico scopo di piantare stabilmente la fede nell’Africa interna, prenderebbero maggior vigore, si svilupperebbero più facilmente e diverrebbero efficacissime ad ottenere lo scopo bramato”(S 1100).Vari sono i suoi appelli a questa collaborazione e, guardando al suo esempio, sentiamo risorgere più vivamente in noi questo spirito di collaborazione.

Siamo consapevoli che in questo cammino ci sono anche degli scogli che possono portarci allo scoraggiamento, come un’insufficiente maturità umana e affettiva, l’autoreferenzialità, il protagonismo, l’individualismo, la mancanza d’identità, la condivisione dei soldi. Tuttavia, queste situazioni sono allo stesso tempo una sfida a cercare insieme e con creatività nuove forme di collaborazione. Ci piace menzionare alcuni vantaggi di un lavoro d’insieme come Istituti comboniani: la bellezza insita nella collaborazione, la complementarietà, l’arricchimento reciproco, la ministerialità, la testimonianza del vivere e del lavorare in comunità – uomini e donne – con nazionalità e culture diverse… In questo modo non solo diventiamo testimoni di unità nella diversità, ma siamo seme di nuove comunità cristiane di fratelli e sorelle testimoni della Parola che annunciamo.

Abbiamo un bel carisma comune che è cresciuto e si è sviluppato in diverse espressioni. Così, l’ispirazione di Comboni cammina nella storia per diventare annuncio del Vangelo a ogni generazione laddove i popoli sono emarginati. Il carisma cresce e si rinnova quando è condiviso con altri che lo ricreano nella particolarità di ogni stile di vita cristiano. La diversità non è una minaccia alla forma propria dell’essere Comboniani, ma rafforza il senso di appartenenza quando è vissuto con semplicità e dando spazio all’altro.

Ci permettiamo con umiltà di sottolineare alcuni aspetti nei quali sentiamo necessario uno sforzo creativo e audace per migliorare la collaborazione a livello di persone, comunità, province e Direzione Generale: “bisogna sempre allargare lo sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti noi” (EG 235).

Ci impegniamo:

  • a conoscere di più la storia dei nostri Istituti, facendo memoria con gratitudine delle meraviglie di Dio;
  • a conoscere le persone e la vita attuale dei nostri Istituti, comunicando quello che siamo e quello che facciamo, attraverso i mezzi che abbiamo per una maggiore condivisione delle nostre attività e progetti pastorali e missionari, apprezzando gli sforzi che già si fanno;
  • a riflettere insieme sulla missione comboniana oggi nel mondo: nuovi paradigmi di missione, ministerialità (attraverso pastorali specifiche) e interculturalità. Più che dare delle risposte ai problemi, bisogna fermarsi a riflettere per offrire delle visioni ai nostri Istituti;
  • a iniziare delle comunità ministeriali, intercongregazionali (o della famiglia comboniana), dove si viva nel segno della fiducia reciproca. Guardando al futuro, pensare a come si possono riconfigurare la Famiglia Comboniana per testimoniare meglio un lavoro di insieme;
  • a lavorare insieme a livello di formazione nell’iniziazione dei nostri candidati/e al carisma e spiritualità comboniana, e condividendo corsi e incontri di formazione permanente quando sia possibile (è già stata scritta e distribuita una lettera sul tema a tutti i formatori dei mccj durante l’Assemblea della Formazione di Maia, Portogallo in luglio 2017);
  • ad approfondire la nostra spiritualità comboniana e a favorire momenti di discernimento e preghiera, nell’ascolto della Parola e dei segni dei tempi, in occasioni speciali della vita dei nostri Istituti, promovendo incontri sulla spiritualità comboniana;
  • a rispondere insieme a situazioni di emergenza o ad altre che implichino uno sforzo comune.

In occasione del 150º della nascita dell’Istituto dei Missionari Comboniani e del 25º dell’inizio della configurazione dei Laici Missionari Comboniani, ci sentiamo spinti dallo Spirito a ribadire lo sforzo di collaborazione.

Nella certezza che quanto detto sopra rappresenti alcuni dei possibili cammini sulla strada della collaborazione, vi invitiamo ad essere creativi e generosi, aprendoci al soffio dello Spirito Santo che fa nuove tutte le cose e ci spinge ad andare avanti con fiducia: “Lo Spirito è il vento che ci spinge in avanti, che ci mantiene in cammino, ci fa sentire pellegrini e forestieri, e non ci permette di adagiarci e di diventare un popolo ‘sedentario’” (Papa Francesco, udienza 31 maggio 2017).

Familia Comboniana

Roma, 10 ottobre 2017

 

 

Madre Luigia Coccia (Sup. Gen.)

Sr. Rosa Matilde Tellez Soto

Sr. Kudusan Debesai Tesfamicael

Sr. Eulalia Capdevila Enriquez

Sr. Ida Colombo

 

Dalessandro Isabella (Resp. Gen.)

Dal Zovo Maria Pia

Galli Mariella

Rodrigues Pascoal Adilia Maria

Ziliotto Lucia

 

Sig. Alberto de la Portilla (Coordinatore Comitato Centrale del LMC)

 

Tesfaye Tadesse Gebresilasie (Sup. Gen.)

Jeremias dos Santos Martins

Ciuciulla Pietro

Bustos Juárez Rogelio

Fr. Lamana Cónsola Alberto