Laici Missionari Comboniani

Lettera alla famiglia comboniana per il giubileo della misericordia

Daniel Comboni«Questo Cuore adorabile …. ricco d’ogni grazia, non vi fu istante … in cui non palpitasse del più puro e misericordioso amore per gli uomini. Dalla sacra culla di Betlemme s’affretta ad annunziare per la prima volta al mondo la pace: fanciulletto in Egitto, solitario in Nazaret, evangelizzatore in Palestina divide coi poveri la sua sorte, invita a sé i pargoli e gl’infelici conforta, risana gl’infermi e rende agli estinti la vita; richiama i traviati e ai pentiti perdona; morente sulla croce mansuetissimo prega pei suoi stessi crocifissori; risorto glorioso manda gli Apostoli a predicare la salute al mondo intero» (S 3323).

Carissimi Sorelle e Fratelli della Famiglia Comboniana,

con questa lettera, frutto del momento di preghiera, riflessione e condivisione che abbiamo vissuto insieme al termine dell’anno della Vita Consacrata e all’inizio dell’Anno Giubilare della Misericordia, desideriamo offrire a tutti i membri della Famiglia Comboniana, alcune nostre riflessioni e, soprattutto, invitare ciascuna/o a vivere in profondità le sfide e le opportunità che l’Anno giubilare ci offre personalmente e come Famiglia. A tal fine desideriamo proporvi una giornata comune di preghiera, ricordando quanto Comboni ci diceva: “l’onnipotenza della preghiera è la nostra forza.” (S 1969)

“Miserando atque eligendo”: amati-perdonati / chiamati-perdonati

Chiamate/i, per grazia di Dio, a seguire Cristo sulle orme di San Daniele Comboni “ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità …” (Ef 1,4) abbiamo, come parte integrante del nostro DNA carismatico, la chiamata a contemplare il Cuore trafitto di Cristo sulla Croce, espressione più eloquente della misericordia infinita di Dio per l’umanità intera e di lasciarci trasformare, affinché diveniamo anche noi, abbraccio di amore e di misericordia per tutte/i. Questo, “a lode e gloria della sua grazia che ci ha dato nel suo Figlio diletto, nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. (Ef 1,6-7)

Come tutte le discepole e i discepoli di Cristo, siamo consapevoli che il Vangelo che vogliamo annunciare ci supera. Sappiamo bene che la sequela di Gesù Cristo, che ci chiama a testimoniarlo con la nostra vita e le nostre parole, è esigente e noi non sempre siamo all’altezza del messaggio che Lui ci affida: ci manca, a volte, profondità per vivere secondo la nostra chiamata.

Nella preghiera personale, nella vita sacramentale, nella direzione spirituale e nell’incontro con i nostri fratelli e sorelle sperimentiamo la misericordia di Dio. Siamo grate/i allo Spirito Santo che opera nel nostro cuore, donandoci lo spirito di pentimento e di purificazione. Ringraziamo Dio per il dono della gioia di essere perdonate/i che ci rinnova e ci abilita a ricominciare ogni giorno.

Misericordes sicut Pater: all’interno delle nostre comunità e famiglie

Dio ci ama e ci perdona facendoci sperimentare questo mistero attraverso l’incontro personale con Lui ed esprime la sua misericordia attraverso i nostri fratelli e le nostre sorelle. Nelle nostre comunità e famiglie siamo chiamate/i allora ad accoglierci reciprocamente, grazie allo Spirito Santo che ci unisce attorno a Gesù e ci rende sempre più cenacolo di apostole/i.

Nella vita quotidiana, nei momenti di correzione fraterna e nei nostri incontri e raduni, scopriamo quanto viviamo della misericordia reciproca. Ci aiutiamo a crescere, a purificarci e a riconciliarci quando tutti ci impegniamo a vivere la buona notizia dell’amore misericordioso di Dio.

I fratelli, le sorelle, i famigliari ci fanno capire che ci perdonano quando pazientano e camminano al passo con noi; ci fanno toccare l’amore quando ci danno fiducia, nonostante i nostri limiti. Quando la comunità e la famiglia vivono di misericordia, diventano uno spazio di grazia, un luogo di guarigione e riconciliazione nel quale si costruisce comunione e vita, non negando le fatiche, debolezze e limiti propri e altrui.

Tutto questo qualifica l’esperienza di misericordia che viviamo fra noi. “La misericordia non è contraria alla giustizia ma esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere.” (MV 21)

Misericordes sicut Pater: nella comunità apostolica

Dio nostro Padre ci ha chiamate/i a servire e a lavorare insieme, come comunità apostolica; in questo luogo di collaborazione, noi siamo sfidate/i a crescere nel nostro cammino di uscita da noi stesse/i e di configurazione a Cristo, servo obbediente. Chiamate/i a vivere il nuovo comandamento dell’amore, “Che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv13,34-35), il Signore ci dona tutte le grazie necessarie per condividere la sua misericordia e ci rende capaci di perdonarci.

Il dono della misericordia ci rende capaci di uscire da noi stesse/i, di vivere gesti di tenerezza e di essere caritatevoli tra di noi: di compiere, cioè, opere di carità spirituale e corporale in mezzo a noi.

Spesso, è difficile per noi ‘vivere di misericordia’, assumere i sentimenti del cuore di Gesù. A volte, siamo più portate/i ad essere caritatevoli con quelli che sono fuori delle nostre comunità, delle nostre famiglie, dimenticando coloro con cui viviamo e lavoriamo quotidianamente, come comunità evangelizzatrici. Dio, che ci vuole misericordiose/i, desidera che pratichiamo la misericordia, prima di tutto, fra noi e con i più vicini.

Misericordes sicut Pater: con il popolo di Dio

Il nostro servizio, ci invita ad affidarci al popolo di Dio che ci accoglie nel Suo nome. L’esperienza ci insegna che se siamo umili e aperte/i, i nostri fratelli e le nostre sorelle useranno misericordia verso di noi. Atteggiamenti di arroganza o superiorità da parte nostra evocheranno un altro tipo di risposta. La chiamata a vivere di misericordia, come l’ha vissuta Comboni, ci obbliga ad un cammino di conversione e di guarigione, per poter vivere le nostre relazioni con semplicità, umiltà e umanità.

Misericordes sicut Pater: verso le nostre istituzioni

Lungo il cammino della nostra appartenenza ai nostri Istituti /gruppi / famiglia comboniana, i nostri sentimenti di amore, di sano orgoglio e di gratitudine dovrebbero crescere con il passare degli anni. Ma, a volte, si riscontrano anche sentimenti di amarezza, critica distruttiva, il ‘terrorismo delle chiacchere’, come lo chiama Papa Francesco. Si potrebbe dire che questo fa parte della nostra condizione umana, segnata dal peccato, ancora in via di trasformazione. Le nostre debolezze non dovrebbero meravigliarci o essere motivo di scandalo. Non dovrebbero far venire meno il nostro senso di appartenenza e la gioia di essere Comboniana/o, o diminuire il desiderio e l’impegno a vivere, in modo degno, la chiamata ad essere Santi e Capaci, sulle orme di San Daniele Comboni.

In quest’anno della misericordia, lasciamoci riconciliare con i nostri disagi e ferite e rivestiamoci davvero “...di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza…” (Col 3,12) e, così, ravvivare il nostro amore verso la nostra grande Famiglia Comboniana.

Misericordes sicut Pater: strumenti della misericordia

L’esperienza della misericordia ci riempie di gioia e del desiderio di proclamare che la sua misericordia e il suo amore è da sempre. (Salmo 25.6)

A esempio di San Daniele Comboni, l’esperienza della misericordia divina ci fa dilatare il cuore ed estendere le braccia verso l’umanità sofferente affinché “... possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (2 Cor 1, 4). Attraverso la nostra testimonianza, servizio e presenza fra il popolo di Dio, attraverso il nostro essere missione, siamo chiamate/i a partecipare all’opera salvatrice del Dio misericordioso rivelato in Gesù.

E dunque … Celebriamo la misericordia

In questo Anno Giubilare, per intercessione di Maria, Madre della Misericordia, chiediamo a Dio Padre il dono di riconoscerci bisognose/i della Sua misericordia e desiderose/i di essere riconciliate/i: con noi stesse/i, con i nostri fratelli e sorelle in comunità, con i nostri famigliari, con i nostri collaboratori/trici, con i Popoli che serviamo, con i nostri Istituti e gruppi comboniani.

Invitiamo, dunque, tutti i membri della Famiglia Comboniana, SMC, ISMC, MCCJ, LMC e altri Gruppi/movimenti che s’ispirano al carisma comboniano, a celebrare, il 17 marzo prossimo, il XX anniversario della beatificazione di San Daniele, con una giornata di preghiera-contemplazione della Misericordia di Dio in Comboni. È un invito, come suoi figli/e a lasciarci trasformare dalla Misericordia del Cuore di Gesù e a ravvivare la nostra compassione e l’impegno di annunziare, con parole e opere, il Dio-Misericordia ai fratelli e sorelle più abbandonati e sofferenti.

 

Con grande affetto vi salutiamo,

I Consigli Generali e Coordinatore Comitato Centrale LMC:

SMC –  Suore Missionarie Comboniane,

ISMC – Istituto Secolare Missionarie Comboniane,

MCCJ – Missionari Comboniani del Cuore di Gesù,

LMC –   Laici Missionari Comboniani.

 Roma, 28 febbraio 2016

La gioia del vangelo, fonte dello spirito missionario

LMC Polonia

I Laici Missionari Comboniani polacchi hanno celebrato qualcosa di straordinariamente insolito. Tre ragazze della nostra comunità sono entrate ufficialmente a far parte della Comunità dei LMC. Che Dio le benedica!

Dal 12 al 14 giugno 2015 abbiamo co-organizzato e preso parte al IV Congresso Missionario Polacco[1]. Venerdì 12 era iniziato con la Santa Messa e l’inserimento di Katarzyna Tomaszewska, Magda Fiec e Anna Obyrtacz nel movimento dei LMC polacchi. La Messa di venerdì è stato il vero e proprio debutto delle ragazze nella nostra comunità. Erano arrivate a Varsavia il giorno prima per avere qualche momento libero da dedicare alla preghiera e alla meditazione silenziosa. Durante la messa le ragazze hanno letto la preghiera speciale preparata da loro stesse per questa particolare occasione e hanno firmato la dichiarazione ufficiale di partecipazione. Il Delegato del Padre Generale dei Comboniani, Fr. Gianni Gaiga, ha poi presentato la dichiarazione delle ragazze ad altri padri comboniani che celebravano la Messa. Teniamo a ricordare che abbiamo ospitato una famiglia e colleghi di Kasia (Katarzyna), venuti apposta quel giorno dalla provincia di Silesia.

Kasia desidera andare in Mozambico, Anna è stata destinata alla Repubblica Centrafricana e Magda deve ancora decidere la meta della sua missione. Nel corso di quella giornata abbiamo trovato il tempo per occuparci anche dello stomaco, organizzando un gran barbecue. Fr. Guillermo Aguinaga Pantoja, il superiore della casa, ha detto che siamo sempre i benvenuti e che la Comunità di Varsavia è sempre aperta ai LMC. Poi è venuto il nostro primo missionario – Danuta Krol – che ha condiviso con noi la sua esperienza in Uganda. All’ultimo momento siamo persino riusciti a parlare con Fr. Andrzej Flip, missionario in Mozambico, che il giorno dopo aveva il volo di ritorno. C’era anche la nostra famosa sorella Ula Bayer con il gruppo dei bambini da Mosina, vicino Poznan.

Il giorno successivo, sabato 13 giugno, eravamo in centro città. A organizzare il congresso sono stati la Commissione Episcopale Polacca per le Missioni e Papieskie Dziela Misyjne (l’ente ufficiale di carità della Chiesa Cattolica per le missioni oltreoceano). “La gioia del vangelo, fonte dello spirito missionario” è stato il tema del congresso sotto il patronato di Papa Giovanni Paolo II.

È stato un incontro insolito, perché di fatto il congresso non si tiene a scadenze regolari, ma ogni dieci o quindici anni circa o addirittura dopo decenni.

In base all’età dei visitatori abbiamo stabilito tre forme di partecipazione per bambini, giovani e adulti, così li abbiamo divisi in tre gruppi per lavorare in parallelo. Tutte le sedi erano nel centro di Varsavia e il gruppo adulti si è raccolto proprio davanti alla chiesa centrale. Il luogo dell’incontro e la natura tutt’intorno hanno attirato molte persone. In un simile contesto ci è stato possibile far conoscere i LMC e le missioni in generale, distribuendo opuscoli e materiali promozionali, oltre a incoraggiare la gente a queste forme d’azione nella Chiesa. Abbiamo incontrato molti ordini, congregazioni, comunità e organizzazioni di laici coinvolti in missioni ad gentes; fra i tanti, anche i nostri compagni amici dell’Akademickie Kolo Misjologiczne w Poznaniu (Circolo Accademico Missionario di Poznan). Siamo persino riusciti a parlare con i rappresentanti del MIVA – Associazione Veicoli Missionari – che sponsorizza tutti i tipi di veicoli per le missioni a sostegno dei missionari. A breve uno di loro andrà all’Equatore da Fr. Adam Zagaja MCCJ.

Il congresso ha ospitato molte ONG (Organizzazioni non governative). Fra le più interessanti, la Fondazione Kasisi di Szymon Holownia (http://www.fundacjakasisi.pl/en). Holownia è un giornalista cattolico, scrittore, blogger e presentatore TV fra i più noti in Polonia ed è attualmente impegnato in Africa in numerose azioni di solidarietà. Durante il congresso Holownia ha sottolineato come l’essenza della missione laica e il vero significato della fratellanza siano preziosi non soltanto in Africa, ma anche qui in Europa, ad esempio rispetto all’attuale, massiccio flusso migratorio dall’Africa all’Europa del Sud. A un certo punto con i giovani dell’Europa dell’Est si è parlato della Giornata Mondiale della Gioventù[2] e loro ci hanno incoraggiati ad aiutare le persone provenienti dall’est, desiderose di partecipare con Papa Francesco alla GMG del prossimo anno.

Abbiamo anche incontrato Karol Pawlowski che, ispirato da Sant’Adalberto e dal Cammino di Santiago de Compostela, sta ora cercando di stabilire e promuovere il Cammino di Sant’Adalberto da Gniezno, Polonia, a Magdeburgo, Germania (http://www.droga-swietywojciech.pl).

Tutti questi incontri ci hanno permesso di capire che la nostra Chiesa è ricchissima e variegata e c’è ancora tantissimo da fare.

Alla fine tutti i partecipanti si sono riuniti nella Santa Messa celebrata dal Cardinal Fernando Filoni – Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. L’omelia è stata predicata dal Cardinale Kazimierz Nycz di Varsavia. Il Cardinale ha sottolineato come ogni singolo individuo che creda nel Vangelo debba vivere come missionario.

Siamo poi andati in processione a piedi verso la Chiesa della Santa Croce con la croce e l’icona – simboli della Giornata Mondiale della Gioventù.

La giornata è finita con un concerto di adorazione, conclusosi con il canto del richiamo di Jasna Gora (Jasna Gora è il luogo del pellegrinaggio alla Vergine Maria).

Quel bellissimo giorno e tutti gli incontri che vi si sono tenuti ci hanno trasmesso la gioia del Vangelo. Facciamo dunque festa e incamminiamoci insieme sulle strade missionarie, mantenendo il sorriso sul volto e il Vangelo nel cuore!

Tomasz Wierzbicki

CLM Krakow

[1] http://www.fides.org/en/news/38025-EUROPE_POLAND_IV_National_Missionary_Congress_The_joy_of_the_Gospel_the_source_of_missionary_zeal#.VfiQH9_tmko

[2] La XXXI Giornata mondiale della gioventù si terrà a Cracovia, Polonia, dal 25 al 31 luglio 2016, come annunciato da Papa Francesco al termine della Messa di conclusione della GMG 2013 di Rio de Janeiro, Brasile. Il tema dell’incontro sarà “Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia” (Mt 5,7). Si tratta della seconda GMG in Polonia dopo quella del 1991 tenutasi a Częstochowa, tributo al Papa San Giovanni Paolo II, canonizzato il 27 aprile 2014, e alla sua devozione a Gesù Misericordioso (la devozione alla Divina Misericordia) basata sulle apparizioni e i messaggi di Suor Maria Faustina Kowalska.

 

Dove sono impegnati i Laici Missionari Comboniani ?

Carolina

La risposta è un po’ complessa, per ora mi limiterò a  dirvi di cosa si occupano Caro e Mine (entrambi LMC) nella montagna di Guerrero, presso le popolazioni Na’Savi, ufficialmente noto come Mixteca.

Esse vivono nel villaggio di Huexoapa, nel comune di Metlatónoc, presso la parrocchia di San Miguel Archangel, Diocesi di Tlapa. In Huexoapa vivono circa 200 famiglie, la loro lingua è il tu’onu savi o Mixteca, sebbene alcuni parlano anche lo spagnolo.

Gli LMC sono presenti in questo paese da circa sei anni. Otto sono stati i missionari che hanno servito in questa missione, in periodi diversi. Ciascuno ha condiviso parte del proprio essere, delle proprie conoscenze, della propria fede con la gente del posto e a sua volta la gente ha condiviso parte della propria vita con loro.

Caro è arrivata in questa missione nel settembre 2014 e Minerva nel febbraio 2015 per sostituire i compagni che erano lì. Se Dio vorrà resteranno tre anni in questa città. Sebbene il tempo a disposizione non sia sufficiente per capire i pro e i contro di questa cultura che essi  cercano di fare propria, ciò che è stato possibile per loro, è il fatto di sentirsi parte della popolazione, godendo ed apprezzando il buono che vi è in essa, e contribuendo a costruire un luogo migliore, ciascuno partendo dalle proprie capacità e conoscenze.

Caro tiene corsi serali di recupero anni scolastici; per il momento vi partecipano 19 bambini di vari livelli, che sono seguiti in orari diversi. Il supporto è ridotto solo per la lettura (12 bambini) e la matematica (7 bambini) di livello primario. E’ molto probabile che il numero dei bambini aumenti, poiché molte persone sono interessate e vanno da lei per chiederle “di aiutarli a studiare .” Minerva insegna la maglia e il cucito, per il momento non ufficialmente, dal momento che è appena arrivata in questo luogo. Le donne cominciano a conoscere il loro lavoro, ma  coloro che hanno già ricevuto l’invito hanno mostrato un grande interesse, e non solo le donne ma anche alcuni giovani che apprendono la materia molto facilmente.

Le altre attività che sono in grado di svolgere sono l’accompagnamento dei bambini, giovani e adulti che partecipano alle varie attività pastorali, il supporto ai tre catechisti della comunità nella preparazione del catechismo per la cresima, la prima comunione sacramentale e i colloqui sacramentali; gli incontri settimanali con i giovani per la formazione umana e cristiana, la formazione ai valori e la catechesi per i bambini; l’ora di adorazione del giovedì, il supporto alla preparazione della Liturgia della Parola per i giovani che sono chiamati a presiedere e l’organizzazione della liturgia, quando si celebra l’Eucaristia, che avviene il più delle volte. Danno anche lezioni di chitarra e hanno un piccolo coro, due mandolini, un tamburello, tre chitarristi (due donne e un uomo), e altre due persone interessate che però non sono riuscite a imparare a suonare a causa della mancanza di strumenti. Anche se tutti stanno ancora imparando, essi sono invitati a suonare alcune canzoni durante la messa o durante la Liturgia della Parola.

Esse dedicano un giorno della settimana alla visita delle famiglie per fare maggiore conoscenza, qualche volta accompagnate da un giovane o da un bambino della comunità  che aiuta come traduttore, poiché esse non parlano la lingua locale, e non tutte le famiglie parlano spagnolo. Cercano di imparare la lingua, sia nella vita quotidiana, cercando di memorizzare le parole che la gente indica loro, e nelle ore  dedicate allo studio, con l’aiuto di una giovane donna del villaggio.

Coltivano anche un piccolo frutteto nel giardino annesso alla casa che la comunità dà loro per vivere. Per questo, come per le altre attività che esse svolgono, così come per le necessità che sono loro presentate , hanno il sostegno delle persone coinvolte che aiutano volentieri.

Caro e Mine sanno che il lavoro è duro e a volte le cose non vanno come dovrebbero. Anche se sono molti i segni di vita che si possono trovare in questa cultura, sono anche presenti segni di morte, insieme ai loro personali limiti e difetti, ma sono consapevoli anche del fatto che “le opere di Dio nascono e crescono ai piedi della Croce” (S. Daniele Comboni).

Vivendo con questa gente esse ricevono molto più di quanto danno, ma di questo parlerò in seguito.

Concludo con un invito a partecipare alla costruzione del Regno di Dio, partendo da ciò che ci si sente chiamati a fare: consiglio, sostegno finanziario, preghiera, parte del proprio tempo tempo o dando la propria vita al servizio della missione.

“La messe è molta, ma gli operai sono pochi”, mancate Voi !

LMC Messico

“Comboni: Dio, la Croce e la missione”

PortugalDal 17 al  19 Aprile si è celebrata a Viseu l’ottava sessione del programma di formazione degli LMC in Portogallo . La formazione era dedicata al tema “Comboni: Dio, la Croce e la missione”, che è stato presentato con entusiasmo da parte nostra sorella Carmo Ribeiro. Hanno partecipato a questo incontro , Carlos (LMC), Andreia, Carolina, Flavio, Marisa, Neusa, Patricia e Paula, candidati LMC.

Siamo stati accolti con generosità (e comodamente) da parte della Comunità di Viseu dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, vero i quali siamo molto grati per l’ospitalità.

Il kick-off del nostro viaggio è stato il film “The Mission” del 1986, un dramma storico diretto da Rolland Joffe che presenta il periodo nella storia dell’evangelizzazione degli indigeni Guaranì del Brasile.

Sabato e domenica mattina Suor Carmo ci ha guidato nella riscoperta del Comboni, della sua vita e della sua missione, che ci trasmette Cristo: “Parlare di Comboni, della sua vita e della sua missione, è parlare della sua esperienza di Dio. Questa esperienza ha dato forma, significato e direzione a tutta la sua vita. Una vita che  diventa missione. L’esperienza di Dio è essere vivo in Dio. Che Dio possa vivere in noi, e soprattutto che possiamo vivere in Lui”.

In prima persona, impariamo a conoscere Comboni attraverso i suoi scritti, letti in parallelo con le citazioni della Bibbia che li ha ispirati.

Il nostro itinerario è andato alla riscoperta dei pilastri della vita e della missione di Comboni che sono anche le colonne portanti di ogni vocazione comboniana. Qui di seguito presentiamo questi pilastri citando gli scritti di Comboni.

Portugal1° Fiducia in Dio

“Il Signore disponga com’è di suo maggior beneplacito: noi siamo nelle sue mani e noi siamo troppo ben appoggiati”. E 457

2° Momento carismatico: trafitto dall’amore di Cristo, di Cristo il Buon Pastore

“”Senonché il cattolico, avvezzo a giudicare delle cose col lume che gli piove dall’alto, guardò l’Africa non attraverso il miserabile prisma degli umani interessi, ma al puro raggio della sua Fede; e scorse colà una miriade infinita di fratelli appartenenti alla sua stessa famiglia, aventi un comun Padre su in cielo, incurvati e gementi sotto il giogo di Satana in sull’orlo del più orrendo precipizio. Allora, trasportato egli dall’impeto di quella carità accesa con divina vampa sulla pendice del Golgota, ed uscita dal costato del Crocifisso per abbracciare tutta l’umana famiglia, sentì battere più frequenti i palpiti del suo cuore; e una virtù divina parve che lo spingesse a quelle barbare terre, per istringere tra le braccia e dare il bacio di pace e di amore a quegl’infelici suoi fratelli, sovra cui par che ancor pesi tremendo l’anatema di Canaam”. E 2742

3° L’amore della Croce

“Io mi trovo  proprio sulla cima del Golgota, nello stesso luogo dove era stato crocifisso il Figlio unigenito di Dio, qui io sono stato redento.” E 39-43).

“La croce ha il potere di trasformare Africa Centrale in una terra di benedizione e di salvezza”

4° Cenacolo di apostoli

” Questo Istituto, quindi, diventa come un piccolo Cenacolo di apostoli per l Africa, un punto luminoso che manda fino al centro della Nigrizia altrettanti raggi quanto sono i zelanti e virtuosi Missionari che escono dal suo seno: e questi raggi, che splendono insieme e riscaldano, necessariamente rivelano la natura del Centro da cui emanano”. E 2648

  1. A Maria, Madre della Chiesa, Madre dell’Africa

“Io Ti devo o Maria di non essere ancora morto… O Maria, rifugio dei poveri peccatori, mostrati anche Regina e Madre dei poveri neri,poiché anch’essi sono Tuo popolo!” E 1639-644

6° San Giuseppe

“St. Giuseppe è sempre giovane, ha sempre un cuore buono e oneste intenzioni. Sempre ama Gesù e gli interessi della sua gloria.”

“Siamo i più felici al mondo, perché siamo nelle mani di Dio, Maria e San Giuseppe.” 5082

7° La Preghiera

“Siccome l’opera che ho tra le mani è tutta di Dio, così è con Dio specialmente che va trattato ogni grande e piccolo affare della Missione: perciò importa moltissimo che tra i suoi membri domini potentemente la pietà e lo spirito di orazione”. E 3615

8° Senso della Chiesa, appartenenti

“Mi rifiuto di convertire il mondo intero, se per grazia di Dio fosse possibile, senza il mandato e l’approvazione della Santa Sede e dei suoi rappresentanti.”

PortugalOltre alla ricchezza di questi giorni, abbiamo avuto anche tempo per partecipare a due incontri . Abbiamo fatto e ricevuto visite. Il sabato pomeriggio abbiamo visitato la comunità di sorelle monache concezioniste di Santa Beatriz da Silva, che hanno condiviso la gioia e la missione di una vita totalmente dedicata a Dio, in un silenzio fecondo e abitato (come ha detto qualcuno, è bellissimo!). Sabato sera, abbiamo ricevuto la visita di due Suore Missionarie Comboniane, Suor Lourdes Ramos e suor Augustine Guida. Suor Lourdes Ramos ha condiviso con noi la sua esperienza missionaria fra gli indigeni dell’Amazzonia e poi in seguito sull’isola di Lampedusa. Seguendo l’esempio di Comboni, una vita fatta missione, dimenticando se stessa e le ferite nel servire e amare i fratelli.

Per una sfortunata coincidenza, quella notte del 18 aprile, fece naufragio in mare una nave di immigrati in  rotta verso Lampedusa, sappiamo la tragedia che ne seguì quella notte…, la sorella fece memoria di coloro che lasciano le loro case e mettono in pericolo le loro vite e quando arrivano a terra non hanno poi più nulla per vivere. “Siamo tutti esseri umani”, credo che ancora oggi, nella nostra preghiera questi nostri fratelli non ci siano indifferenti… “Sentivamo il suo cuore battere più velocemente, e una forza divina sembrava spingerlo verso queste terre barbare, per stringere tra le braccia e dare un bacio di pace e di amore a  questi sfortunati fratelli “.

Infine, abbiamo terminato il nostro incontro celebrando la Pasqua, la gloria del Cristo Risorto; LA VITA che fluisce dal cuore trafitto. “Il mio Dio è un Dio ferito”, riconosciuto da Tommaso nel segno del suo amore per noi: “Mio Signore e mio Dio! “.

Patricia