Padre Jorge Naranjo, missionario comboniano, ci racconta in un’intervista la realtà che si è vissuta con lo scoppio della guerra in Sudan.
In particolare ci parla dell’Università di Khartoum, gestita dai missionari comboniani, durante la guerra e di come si stia ripristinando la formazione per offrire un servizio ai giovani e una speranza al popolo sudanese. (Intervista in spagnolo)
Il 25 dicembre si è svolta la prima celebrazione natalizia presso il centro comunitario di Piquiá da Conquista, ad Açailândia. Si sono riuniti sacerdoti comboniani, laici missionari e la comunità locale, composta dai nuovi abitanti del quartiere. Piquiá da Conquista è il risultato di oltre un decennio di lotta della popolazione di Piquiá de Baixo, che ha dovuto affrontare condizioni insalubri e violazioni dei diritti a causa dell’inquinamento industriale. Questa mobilitazione ha portato a una vittoria storica: il reinsediamento in uno spazio dignitoso, dove oggi le famiglie stanno costruendo una nuova vita.
Marcelo Moutinho, psicologo e LMC brasiliano, che ha partecipato alla celebrazione con la moglie Adriana, dice: “Durante una visita a Maranhão, desideravo tornare a Piquiá da Conquista dopo il completamento dei lavori, per testimoniare e celebrare insieme questa grande vittoria, che diventerà un’ispirazione per le varie sfide che i cristiani devono affrontare nella loro missione quotidiana e nelle loro lotte per i diritti umani”. Il LMC in Brasile, attraverso le diverse presenze nei molti anni di lotta di Xoáncar, Ilária, Federico, Liliana, Flávio, Gabriel, Anna e altri sostenitori, insieme alla comunità dei Padri Comboniani di questa parrocchia, ha partecipato attivamente alle varie fasi di questa realizzazione”.
I Laici Missionari Comboniani, come parte della famiglia comboniana, lavorano in partenariato con le comunità per evangelizzare e costruire la giustizia sociale, essendo segni di speranza e solidarietà nei contesti più difficili della Chiesa, come la causa indigena, le sfide delle periferie urbane, la giustizia riparativa nel sistema carcerario (APAC) e la lotta per un alloggio dignitoso.
La celebrazione è stata un momento di profonda spiritualità e fraternità, che simboleggia la rinascita della vita e della fede. Che l’esempio di lotta e di resilienza di questa comunità possa ispirare altre persone a unirsi alla missione comboniana di diffondere l’amore, la giustizia e la pace che il Natale ci invita a vivere. Dopo tutto, il vero significato del Natale sta nel costruire insieme un mondo più giusto e umano.
Adriana e Marcelo Moutinho, coppia brasiliana di LMC
In mezzo a tante lotte, manifestazioni e morti, Gesù nasce in Mozambico. Il popolo lotta per uscire dall’oppressione. Anche il dolore di vedere gli amici soffrire, piangere la perdita dei propri cari, punge come una spada affilata. Mentre alcuni piangono, altri ridono. Non è bello provare questo dolore, non è bello vedere persone che muoiono per l’ambizione di altri.
Lui è la nostra speranza, il bambino Dio che nasce è la speranza di un popolo stanco di soffrire, di essere oppresso.
Celebriamo il Natale, gioiamo per la notizia dell’arrivo del Salvatore. Ma non dimentichiamo la nostra responsabilità verso coloro che soffrono.
Questo è un Natale diverso, con una strana sensazione che mescola la gioia dell’arrivo con il dolore di un popolo segnato dalla sofferenza.
Mozambico. C’è il mio Mozambico, una terra che ho imparato ad amare, persone che mi fanno sentire mozambicana, quanto desidero che tutto questo finisca e che arrivi la pace.
È nato il Salvatore, che venga a salvare il popolo mozambicano e tanti altri che soffrono.
come Consiglio generale, seguiamo con grande preoccupazione le notizie e le immagini di violenza e distruzione di proprietà pubbliche e private che arrivano dal Mozambico come reazione a brogli e mancanza di trasparenza nell’annuncio dei risultati delle elezioni generali – presidenziali, legislative, e assemblee e governatori provinciali – dello scorso 9 ottobre.
Le manifestazioni popolari, che avrebbero dovuto essere pacifiche, sono degenerate in atti di violenza, subiti repressi in maniera forta dalle forze di polizia – soprattutto nelle grandi città – causando oltre venti morti e centinaia di feriti. Queste manifestazioni di violenza, che generano solo odio e morte, angoscia e paura, ci hanno spinto a esprimere, a nome dell’Istituto, la nostra vicinanza a ciascuno di voi e a tutto il popolo mozambicano.
Sappiamo che l’intero Paese sta attraversando un momento difficile e che, come di regola, coloro che finiscono con il subire le conseguenze nefaste dei conflitti violenti sono le persone più povere e indifese.
Di fronte all’aggravarsi della situazione, chiediamo a tutti i confratelli di rimanere vigili e informati sugli eventi, e di mostrare la loro solidarietà a coloro che cercano verità e giustizia, in comunione con la Chiesa locale. Senza dubbio, la resilienza può e deve aiutarci a superare le presenti avversità e trovare modi pacifici per dare direzione e speranza alla gente e al Paese.
La nostra presenza in Mozambico negli ultimi 77 anni, ispirandosi alla Parola di Dio e alla testimonianza di San Danile Comboni, si è sempre distinta per la concreta capacità di assumere uno stile di missione impegnato e inserito nella realtà della gente, e di fare fronte comune con le gioie e i dolori di coloro che ci sono stati affidati.
Vi incoraggiamo, quindi, a continuare a essere solidali con le persone che vi circondano, trasmettendo loro la speranza che nasce dal Vangelo. Oggi più che mai siamo chiamati ad annunciare la Buona Novella della pace come unica via per costruire una società basata sul rispetto della dignità umana e sulla sollecitudine verso i più svantaggiati.
Ringraziamo Dio per la vostra testimonianza di dedizione al popolo con cui condividete la missione, e ci sentiamo solidali anche con tutti gli uomini e le donne mozambicani che desiderano tanto un futuro migliore e – oggi soprattutto – la pace.
Ci auguriamo, inoltre, che la profonda tradizione cristiana e i valori ancestrali del popolo siano il pilastro da cui partire per costruire una riflessione serena e giusta, che aiuti a superare l’attuale polarizzazione delle forze tra governo e società civile.
Preghiamo per la fine immediata della violenza in Mozambico e chiediamo l’intercessione di San Daniele Comboni, affinché vi aiuti a vivere questo momento doloroso con fede e speranza.
Che Dio vi benedica, vi protegga e vi dia la forza e la saggezza per affrontare questi tempi difficili.
Rimaniamo uniti e solidali, pregando insieme per la pace.
Vorremmo condividere con voi un video sull’assistenza sanitaria che la nostra comunità internazionale di Laici Missionari Comboniani sta sviluppando a Mongoumba, nella Repubblica Centrafricana.
In esso Cristina ci racconta le diverse attività che svolgono e ci presenta la realtà dell’assistenza sanitaria e soprattutto la dedizione alla popolazione Aka.
Grazie a tutti voi per le vostre preghiere e il vostro sostegno al nostro servizio LMC nei luoghi in cui siamo presenti.
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