
Ottobre – Perché tutti i cristiani si sentano degli “inviati” ad gentes e prendano a cuore la missione di costruire un ambiente di accoglienza e di incontro per poveri ed immigrati, avviando processi di conoscenza e rispetto reciproci. Preghiamo.

Ottobre – Perché tutti i cristiani si sentano degli “inviati” ad gentes e prendano a cuore la missione di costruire un ambiente di accoglienza e di incontro per poveri ed immigrati, avviando processi di conoscenza e rispetto reciproci. Preghiamo.
“La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei Figli di Dio” (Rom. 8,19)

Carissime e carissimi nel nome del nostro Signore Gesù, vi salutiamo cordialmente!
Come ben ricorderete, due anni fa circa, è stato pubblicato il primo volume, dal titolo: “Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo”, dove erano state raccolte soprattutto le idee, che ci animano e guidano in modo particolare all’interno dei percorsi inerenti alla GPIC. Questi percorsi, a loro volta, sono stati resi possibili anche dall’incontro tra i Fori Sociali Mondiali (FSM) e i Fori organizzati come Famiglia Comboniana in concomitanza ai FSM. Nei 150 anni di Storia e di Vita, i nostri Istituti si sono arricchiti di una grande esperienza ministeriale grazie soprattutto alla dedizione di moltissimi e moltissime missionarie che hanno interpretato con creatività e passione apostolica la specificità del nostro Carisma.
Questo secondo volume dal titolo: “Noi siamo missione: testimoni di ministerialità sociale nella famiglia comboniana”, presenta una gamma significativa di esperienze ministeriali concrete. Il nostro desiderio è che la condivisione di queste esperienze, scelte tra tante altre, prima di tutto ci aiuti a valorizzare quello che già facciamo, grazie al Dono dello Spirito Santo e alle nostre risposte personali e comunitarie. Inoltre, questa pluralità di esperienze condivise ci aiuta ad apprezzare le diverse azioni ministeriali comboniane che si completano e si arricchiscono a vicenda, rivelandoci la ricchezza del Carisma in una crescente dinamicità.
Chiediamo ai nostri Superiori Provinciali, di prendersi cura nel distribuire a tutte le comunità le copie stampate e anche la copia digitale in quattro lingue di questo secondo volume, perché tutte e tutti possano godere del lavoro fatto insieme e in collaborazione di oltre 40 confratelli e consorelle Comboniani.
Ringraziamo i membri della Commissione Ministerialità Sociale della Famiglia Comboniana che hanno lavorato con passione e competenza alla cura di questo secondo volume e alla mappatura delle nostre presenze comboniane di ministerialità sociale sparse nel mondo. A dicembre 2020, Covid-19 permettendo, si realizzerà il Forum sulla Ministerialità Sociale a Roma.
Queste iniziative e attività sono parte di un grande cammino di sinergia e collaborazione dei membri della Commissione e di tanti confratelli e consorelle, che, sicuramente porterà entusiasmo e apertura al nuovo a cui il Signore sta guidandoci. Tutto questo richiede, comunque, da parte di tutta la Famiglia Comboniana una grande apertura di cuore, mente, creatività e impegno che affidiamo all’ intercessione del nostro grande fondatore San Daniele Comboni.
Maria, Donna del Vangelo insegnaci ad annunciare tuo Figlio Gesù nel nostro impegno ministeriale!
Sr. Luigia Coccia, smc P. Tesfaye Tadesse, mccj
Potete scaricare il libro seguendo questo link

Settembre – Perché le missionarie secolari comboniane, che realizzano la loro X Assemblea Generale intorno all’icona del granello di senape, vivano nella certezza che Cristo farà germogliare con abbondanza i semi del Vangelo da loro gettati. Preghiamo.

Luglio – Perché i LMC nei loro prossimi incontri continentali si lascino guidare dallo Spirito Santo per rispondere generosamente ai bisogni della gente che incontrano nei vari paesi. Preghiamo.
Formarsi è configurarsi al Cuore di Gesù Buon Pastore

“Qual è il tuo nome?… Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te” (Marco 5,9ss)
“Nel mistero del Cuore di Cristo, il comboniano contempla, nella loro espressione più piena, gli atteggiamenti interiori di Cristo e li assume: la sua donazione incondizionata al Padre, l’universalità del suo amore per il mondo e il suo coinvolgimento nel dolore e nella povertà degli uomini” (RV 3.2)
“La formazione deve operare prioritariamente sulle motivazioni interiori e deve educare ad affrontare con creatività, competenza e malleabilità le sfide che emergono dalle nuove situazioni” (Ratio Fundamentalis 113)
Carissimi confratelli,
In comunione con tutta l’umanità, quest’anno celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù in un contesto particolare segnato dalla pandemia del COVID-19 che sta tuttora causando tanta tragedia e tanto dolore nel mondo intero. Con fiducia in Dio, rivolgiamo a tutto l’Istituto l’invito a contemplare il Cuore di Gesù aprendo i nostri cuori al mistero del suo amore affinché questo mistero possa toccarci profondamente, liberarci da tutte le forze che ci tengono rinchiusi o isolati e aiutarci ad essere fedeli alla nostra consacrazione e missione.
Come discepoli missionari entriamo nella scuola del Cuore di Gesù che nella sua umanità ci rivela il Cuore di Dio – il Cuore del Buon Pastore che esce, si avvicina ai poveri, ai sofferenti e agli emarginati invitandoli ad uscire dal loro isolamento, dalla loro incomunicabilità, abilitati ad una comunicazione e ad un incontro di qualità con Dio, con gli altri e con il creato. Si tratta di partecipare all’amore che sempre si comunica, sempre comunica e che, se viene ricevuto dall’amato, sempre dà vita, fa crescere ed educa nel senso del latino educere che significa far emergere ciò che c’è di meglio nell’essere umano.
È importante notare che questo incontro con Cristo mette in moto un processo di conversione, di formazione e trasformazione o, meglio ancora, di “Cristificazione” che dura tutta la vita e che deve toccare il cuore. Il contenuto della nostra formazione iniziale e permanente è la santità e la trasformazione della persona in Gesù Cristo per il duplice orientamento complementare della sequela e imitatio Christi. Dunque, il convertirsi in un altro Cristo è per noi un privilegio della misericordia e grazia di Dio e, al contempo, una responsabilità che impegna alla coerenza di vita con la domanda pressante e incessante: “Che avrebbero fatto Cristo e Comboni in questa mia stessa situazione storica?”.
È Cristo con il suo cuore misericordioso che prende l’iniziativa e ci viene incontro chiedendo a ognuno di noi “Qual è il tuo nome?”,come ha fatto con l’indemoniato nel passo citato sopra.Conoscere il nome di qualcuno, secondo la mentalità ebraica, significa entrare nel profondo della sua realtà personale. Questa domanda mostra il suo interesse per noi come persone amate da Dio e ci aiuta, da una parte, a fare una rilettura di ciò che c’è dentro e attorno a noi per scoprire ciò che ci sta a cuore, chi siamo realmente e, dall’altra, ci manifesta il Cuore di Cristo pieno di amore, compassione, accoglienza e tenerezza.
In quanto Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, nel cammino della formazione inziale così come in quello della formazione permanente, coltivare, approfondire, contestualizzare la nostra spiritualità del Cuore di Gesù rimane l’impegno personale e dell’Istituto, affinché tutta la nostra vita aderisca sempre più al “programma” contenuto nel nostro nome.
È Cristo che, con il suo cuore accogliente, mostra piena fiducia nell’altro, in qualsiasi situazione si trovi, lo valorizza e lo restituisce alla comunità, alla sua casa, simbolo del luogo della speranza, della cordialità e del calore umano. La vita è fatta di comunicazione e relazione di qualità. San Daniele Comboni parla dell’Istituto “come Cenacolo di Apostoli, un punto luminoso che manda altrettanti raggi che splendono, riscaldano, e rivelano insieme la natura del Centro da cui emanano” (cfr. Scritti 2648). L’augurio è che il Cuore di Gesù sia veramente il Centro di comunicazione tra tutti i confratelli e che possiamo fare della comunicazione fraterna uno strumento per costruire ponti, per unire e condividere la bellezza di essere fratelli in missione in un tempo segnato da contrasti, divisione e indifferenza.
In fine, riflettendo quest’anno sul tema della ministerialità nell’Istituto, preghiamo perché la contemplazione del Cuore di Gesù possa aiutarci a vivere la missione non superficialmente come un ruolo da svolgere ma come servizio al Regno di Dio e come espressione di un processo di kenosi e di decentramento. Buona Solennità del Sacro Cuore di Gesù a tutti voi!
Il Segretario Generale della Formazione e il Consiglio Generale MCCJ