A volte, in ospedale, le giornate trascorrono immerse nella quotidianità, nel lavoro di routine. Spesso è difficile rompere la monotonia. Anche se abbiamo a che fare con persone diverse, si ripetono gli stessi momenti: il pianto, il disorientamento, l’attesa estenuante prima di un addio che non vogliamo, una diagnosi che ci blocca la vita, una solitudine indesiderata, un dolore persistente e cronico…
In mezzo a tutta questa sofferenza, e nel contesto del tempo pasquale che stiamo celebrando, mi chiedo sempre di nuovo: dove sei, Signore? Come posso vederti e scoprirti risorto? Quali segni di Vita posso trovare in mezzo a tanto dolore?
E poi ti vedo. Ti vedo in quelle parole piene di tenerezza che chiedono il permesso di pulire un paziente a letto, di fare un esame del sangue. Ti riconosco nelle mani che accarezzano con conforto le guance di chi soffre, negli occhi della persona costretta a letto che, con uno sguardo e un sorriso, ci dà il buongiorno. Sei nelle mani sempre pronte ad aiutare, in quelle che, nonostante la frenesia quotidiana, trovano il tempo di ascoltare.
Sì, Signore, tu abiti in tutte queste situazioni. Ed è lì che ti riconosco e ti vedo risorto, che dai VITA in mezzo a tante esperienze di morte che a volte dobbiamo vivere come operatori sanitari.
“La pace sia con tutti voi! Questo è stato il primo saluto di Gesù risorto. Il buon pastore che ha dato la vita per il popolo di Dio”.
Così ha esordito il nuovo Papa Leone XIV al momento della sua elezione.
È un missionario agostiniano, figlio di immigrati, americano di nascita e peruviano di adozione, che per dodici anni ha ricoperto il ruolo di Priore Generale degli Agostiniani e che per 18 anni è stato missionario in Perù.
In questi giorni si parlerà molto del suo passato, si cercherà di scoprire il suo stile, le sue inclinazioni, si discuterà se è più conservatore o progressista?
Dai suoi frutti lo riconoscerete (Mt 7,16).
Preghiamo per lui e per la sua nuova missione, così importante per tutta la Chiesa e per il mondo intero.
Ma non vogliamo solo accompagnarlo con le nostre preghiere, vogliamo essere corresponsabili. La Chiesa ha pregato affinché lo Spirito Santo ci accompagni in questo momento e ci aiuti a camminare sulle orme di Gesù e ad aiutare i bisogni del mondo.
Questo non è solo il compito del Papa, ma di ognuno di noi cristiani. Siamo noi ad essere chiamati ad essere fedeli al Vangelo. Se vogliamo una Chiesa vicina a chi soffre, di vita semplice, di profonda speranza che sappia trasmettere la pace che il Signore risorto vuole per tutti… Se vogliamo che sia la mano che consola e aiuta nei momenti difficili, la compagna instancabile che incoraggia nella lotta per un mondo più giusto e umano per tutti, che crea ponti affinché la guerra o la violenza non siano mai la soluzione dei conflitti, che aiuta a comprendere la ricchezza di chi è diverso e allontana la paura dello sconosciuto o di chi viene da un altro Paese, da un’altra cultura o professa un’altra fede. Se cerchiamo un mondo senza tante disuguaglianze, dove sappiamo condividere le ricchezze, che sono più che sufficienti per tutti ma che spesso vengono accaparrate da pochi e mettono in difficoltà i molti… Se vogliamo prenderci cura della terra, la nostra casa comune, che è in prestito delle generazioni future e un luogo dove possiamo godere delle meraviglie che Dio ci ha donato… …. Se vogliamo una Chiesa degna dello Spirito Santo stesso, spetta a tutti noi discernere la responsabilità che abbiamo. Spetta a ciascuno di noi personalmente fare un passo avanti. Spetta a noi come comunità aiutarci, confortarci, interrogarci, rafforzarci e camminare insieme perché insieme troviamo Dio che è presente in mezzo a noi.
Preghiamo per il nuovo Papa e per ognuno di noi cristiani chiamati a servire il mondo e a seguire le orme di Gesù Risorto che ci precede, che continua ad aprire strade, ad accompagnare e a vivere nelle periferie, vicino a chi ha bisogno e fedele fino all’ultimo respiro.
Le prime parole del nuovo Papa Leone XIV
Ecco il suo primo messaggio tradotto:
La pace sia con voi! Cari fratelli e sorelle, questo è stato il primo saluto di Cristo risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nei vostri cuori, raggiungesse le vostre famiglie e tutte le persone, ovunque esse siano; e a tutti i popoli e a tutta la terra: La pace sia con voi.
Questa è la pace di Cristo risorto, una pace disarmante, umiliante e preservante. Viene da Dio. Dio, che ci ama tutti, senza limiti né condizioni. Teniamo nelle orecchie la voce flebile ma sempre coraggiosa di Papa Francesco, che ha benedetto Roma, il Papa che ha benedetto Roma e il mondo quel giorno, la mattina di Pasqua.
Permettetemi di continuare con la stessa benedizione. Dio ci ama, tutti noi, il male non prevarrà. Siamo tutti nelle mani di Dio. Senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi, andremo avanti. Siamo discepoli di Cristo, Cristo ci precede e il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità ha bisogno di lui come ponte verso Dio e il suo amore. Aiutaci a costruire ponti con il dialogo e l’incontro, affinché possiamo essere un unico popolo sempre in pace.
Grazie, Papa Francesco!
Grazie ai miei fratelli cardinali che mi hanno eletto per essere il successore di Pietro e per camminare insieme a voi come Chiesa unita che cerca insieme la pace e la giustizia, lavorando insieme come donne e uomini, fedeli a Gesù Cristo senza paura, annunciando Cristo, per essere missionari, fedeli al Vangelo.
Sono un figlio di Sant’Agostino, sono un agostiniano. Egli disse: “Con voi sono cristiano, per voi sono vescovo”. Che possiamo camminare tutti insieme verso quella patria che Dio ha preparato per noi.
Alla Chiesa di Roma, un saluto speciale: dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, che costruisce ponti, in dialogo, sempre aperta ad accogliere a braccia aperte tutti, come questa piazza, aperta a tutti, a chiunque abbia bisogno della nostra carità, della nostra presenza, del nostro dialogo, del nostro amore.
E se posso dire anche una parola, un saluto, a tutti coloro, e in particolare alla mia cara diocesi di Chiclayo in Perù, dove un popolo fedele ha accompagnato il suo vescovo, ha condiviso la sua fede, e ha dato tanto, per continuare a essere la Chiesa fedele di Gesù Cristo.
A tutti voi, fratelli e sorelle di Roma, dell’Italia, del mondo intero, vogliamo essere una Chiesa sinodale, che cammina e cerca sempre la pace, la carità, la vicinanza, soprattutto con chi soffre.
Oggi è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei.
La nostra benedetta madre Maria vuole sempre camminare con noi, essere vicina a noi, vuole sempre aiutarci con la sua intercessione e il suo amore. Perciò, preghiamo insieme per questa missione, per tutta la Chiesa e per la pace nel mondo.
Chiediamo questa grazia speciale a Maria, nostra madre.
Nella sua esortazione apostolica, Papa Francesco ha sottolineato che la missione non è compito di pochi, ma di tutta la Chiesa. È una responsabilità condivisa da tutti i cristiani, indipendentemente dall’età o dallo status.
2. “La missione è una risposta d’amore all’amore di Dio”
Anno della Misericordia, 2015
In diverse occasioni, Francesco ha sottolineato che la missione scaturisce dalla nostra risposta all’immenso amore di Dio. Quando sperimentiamo questo amore, non possiamo fare a meno di condividerlo con il mondo.
3. “La missione non è opera nostra, ma di Dio”
Messa di invio dei missionari, 2016
Ha ricordato ai missionari che, sebbene siamo suoi strumenti, la missione è prima di tutto opera di Dio. Non agiamo da soli, ma siamo inviati da Lui per trasmettere il suo amore.
4. “Lo zelo missionario è un obbligo d’amore”
Giornata Missionaria Mondiale, 2017
Il Papa ha sottolineato che lo zelo missionario non è un’opzione, ma un obbligo che nasce dall’amore per Dio e per gli altri. È un amore che dovrebbe spingerci a portare la buona novella in ogni angolo del mondo.
5. “La missione nasce dalla preghiera e dall’ascolto della Parola di Dio”
100° anniversario delle Pontificie Opere Missionarie, 2017
Francesco ci ha ricordato che la missione è radicata nella preghiera e nell’ascolto attivo della Parola di Dio. È da questa relazione con Lui che nasce la nostra passione per annunciare il suo messaggio.
6. “La missione è un invito a spendersi con impegno, creatività e generosità”
Giornata Missionaria Mondiale, 2018
Per il Papa, la missione implica un impegno totale, in cui ognuno di noi deve dare il meglio di sé, con sforzo, creatività e generosità.
7. “Annunciare il Vangelo è la prima e più grande carità”
Giornata Mondiale della Carità, 2018
Il Papa ha detto che la più grande opera di carità che possiamo fare è evangelizzare. Portare il messaggio di Cristo è un atto di amore per gli altri, un impegno che dobbiamo vivere con generosità.
8. “La missione è il cuore della fede cristiana”
Giornata Missionaria Mondiale, 2021
In uno dei suoi messaggi più forti, il Papa ha affermato che la missione è il cuore stesso della fede cristiana. È il cuore vivificante della Chiesa e dobbiamo viverla con coraggio e passione.
9. “La missione è ossigeno per la vita cristiana”
Riunione delle Pontificie Opere Missionarie, 2023
In un commovente incontro con i missionari, il Papa ha dichiarato che la missione è fondamentale per la vita cristiana, un “ossigeno” che ci dà vita e significato.
10. “La missione è un instancabile andare verso tutta l’umanità”
Giornata Missionaria Mondiale, 2024
Nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2024, Francesco ha invitato a non fermarsi mai. La missione è un continuo andare verso tutti, indipendentemente dalle difficoltà.
La tradizione popolare rafforza la mia fede. Il primo venerdì di Quaresima ho avuto l’opportunità di vivere la novena del Señor de los Trabajos a Metlatónoc, dove prossimamente farò la mia esperienza missionaria. È stato un momento che mi ha aiutato a conoscere un po’ questo posto in cui sarò inviata.
Abbiamo avuto l’ invito di don Miguel Navarrete Arceo (MCCJ) a partecipare alla festa del primo venerdì di Quaresima, in modo che potesse presentarci il vescovo Dagoberto e partecipare al ritiro con le persone che hanno ricevuto il sacramento della Cresima. Sono stato molto felice di incontrare i giovani della comunità di Xacundutia che hanno iniziato la loro formazione nel Campo Missione 2024 a cui ho partecipato.
Posso dire che ho trovato alcune cose nuove, diverse da quelle che ho sperimentato con la mia famiglia. Per esempio, quando il pellegrinaggio arriva in parrocchia, prima di entrare pregano nei quattro punti che sono segnati nell’atrio, danno più importanza alla vigilia della festa che al giorno stesso, hanno l’usanza di portare l’offerta di fiori e le candele accese durante il pellegrinaggio, recitano il rosario in latino accompagnati dalla banda musicale. Una volta terminati i riti, portano a casa alcuni dei fiori offerti e benedetti come reliquia che aiuta la persona nelle sue necessità.
Qui non hanno l’abitudine di partecipare all’Eucaristia quotidiana, ma chiedono al sacerdote di fare l’intenzione del loro bisogno nella Messa e di pregare per loro. Sono stati impegnati a sensibilizzare la gente sull’importanza della partecipazione domenicale all’Eucaristia.
Questa comunità parrocchiale mi aiuta a comprendere meglio i temi che ricevo nell’esperienza comunitaria, aprendo il mio orizzonte a nuove realtà, senza giudicare l’esperienza di Dio nei popoli nativi, essendo disposta a vivere tradizioni e usanze senza perdere la mia essenza di chi sono, da dove vengo e dove Dio mi manda; arricchendo la mia fede e rafforzando la mia vita per la missione.
Nel primo incontro dell’anno, Maria ci ha raccontato dell’assemblea generale di Maia, ha informato il gruppo sulle decisioni e ha portato alcune richieste dal gruppo in Polonia.
Ha anche portato ricordi e saluti di conoscenti e amici. Abbiamo fatto dei piani per gli incontri in presenza, attraverso lo zoom e i temi su cui vogliamo lavorare. Insieme a padre Günther del MCCJ, abbiamo deciso di partecipare al “Katholikentag” di Würzburg nel 2026. In ottobre vogliamo visitare la comunità di Graz e rafforzare i legami all’interno della famiglia. Abbiamo anche ridefinito le cariche all’interno del gruppo: Maria ha assunto il ruolo di coordinatrice, Willi continua a fare il tesoriere, Christoph è il rappresentante nel coordinamento europeo, Brigitte è la persona di contatto per il JGIP e Barbara per la mostra sulla pace e l’aggiornamento del sito web.
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