Laici Missionari Comboniani

Siamo già in Uganda!

En Uganda

La Comunità di Gulu è adesso completa, abbiamo finalmente incontrato Ewa e Joana che ci aspettavano a braccia aperte nell’orfanotrofio di St. Jude.

Monika ed io ora finiamo la nostra seconda settimana e la stiamo trascorrendo con un corso di lingua “Acoli” che ci permetterà di comunicare e cercare di imparare e di capire quelli che saranno i nostri fratelli nei prossimi anni.

I primi giorni a Kampala, abbiamo avuto occasione di incontrare i laici missionari comboniani, condividendo con loro le modalità di organizzazione ora che siamo anche noi in Uganda. Ci hanno spiegato come vivono lo stato laicale, quali sono i loro piani e sogni, i loro limiti, e non vediamo l’ora di lavorare insieme. E’ stata una sorpresa scoprire che siamo molto più vicini di quanto avessimo immaginato.

Condividiamo con loro cena e preghiera in un’atmosfera molto accogliente ed è come essere a casa. È una fortuna per noi che ci siano LMC in Uganda e Gulu, perché dobbiamo solo unirci a quello che stanno già facendo e piano piano scopriremo cosa si svilupperà nel corso del nostro stare insieme.

Il giorno successivo abbiamo svolto del lavoro di ufficio e ci siamo preparate per il lungo viaggio che condurrà al nord del paese, a Gulu. Abbiamo quindi salutato la Comunità dei Padri Comboniani a Kampala, che così bene ci hanno accolte al nostro arrivo.

Questi sono giorni di scoperta per noi: quando si “atterra” in un paese nuovo, è il momento di osservare e godere i contrasti.

Siamo state anche fortunate per aver incontrato Dana (Laica comboniana polacca, che sta completando il suo servizio a Matany) e Marco e Maria Grazia con i loro figli Francesco e Samuele (laici comboniani italiani) che pure hanno finito il loro periodo di missione ad Aber. Siamo andati a visitarli accompagnati da P. Ramón e P.Luigi.

Abbiamo avuto solo un giorno per condividere le esperienze, ma sufficiente per constatare che è stato un periodo di vita bello e intenso per tutti loro.

E‘ stato molto positivo per noi incontrare altri laici che già conoscono la realtà di Gulu, ascoltare le storie e le esperienze di coloro che ci hanno preceduto, perché questo ci aiuta a prepararci prima di assumerci la responsabilitá in quella che sará nostra realtá.

Attualmente stiamo imparando la lingua Acoli, condividiamo l’Eucaristia, i pasti, le escursioni con gli Acoli e la famiglia comboniana e godiamo tranquillamente di ciò che l’Uganda ci offre in questi primi giorni.

Carmen, Monika, Asia e Ewa

Celebrare la pluralità

Encuentro alemaniaAssemblea dei Laici Missionari Comboniani della Provincia di lingua tedesca (DSP) tenutasi a luglio 2014 a Norimberga.

Sono ormai trascorsi tre anni da quando il primo Laico Missionario Comboniano (LMC) si è recato in Kenya.

Era considerato come membro facente parte dei Missionari Comboniani, in tedesco era chiamato “MaZ” (missionario a tempo – Missionär auf Zeit). Numerosi MaZ di ritorno dalle missioni si sono riuniti con alcuni amici a Norimberga per celebrare questo giubileo. Alcuni partecipanti si sono fermati per l’intero week end; altri si sono aggiunti all’incontro per solo un giorno.

Tutti sono stati felici di condividere le loro esperienze, di parlare della loro vocazione, della loro vita e hanno anche giocato con i bambini degli LMC. In tutto erano 27 LMC, sette amici e otto missionari comboniani, incluso il padre provinciale p. Karl Peinhopf nonché i precedenti e gli attuali membri dei Missionari Comboniani incaricati di seguire gli LMC.

All’inizio dell’assemblea sono stati mostrati quattro poster concernenti i risultati di una tesi di master sugli impatti sostenibili da parte dei volontari internazionali e dei Laici Missionari quali i MaZ della Germania. I poster mostravano gli esiti di un sondaggio fra persone che erano di rientro dalla missione.

Attualmente molti di loro lavorano come insegnanti in parrocchia o come operatori sociali o nel settore sanitario (es. infermieri). Anche se attualmente non lavorano in missioni all’estero o in attività di sviluppo, essi mettono la loro esperienza nel lavoro che svolgono, in particolare in progetti integrativi, impegni interculturali o donazioni finanziarie. Inoltre fra gli impatti di vasta portata sulla vita del “missionario a tempo” vi sono gli impegni concernenti temi come la vita sostenibile, la migrazione e la globalizzazione nonché la giustizia globale. Durante un’intervista, alcuni di essi di ritorno dalla missione hanno sottolineato il fatto che la loro fede si è rafforzata dalle esperienze in altri luoghi della chiesa universale.

In seguito, i punti del programma hanno confermato questo impatto positivo e sostenibile. Mathias di ritorno dall’Uganda lo scorso anno ha raccontato della sua esperienza in Kasaala. Abbiamo poi discusso insieme i progetti e il suo inserimento nella scuola secondaria e in agricoltura.

Sigrun, che è stato a Matany/Uganda qualche tempo, ci ha parlato del suo settore di professione nell’ambito dell’agricoltura ai tropici e dell’orticoltura. Durante gli scorsi anni è poi tornata diverse volte nell’ovest dell’Uganda per effettuare ricerche e sondaggi nel settore della biologia.

Lena ci ha fatto conoscere quanto sta dietro la cortina delle scienze politiche, illustrando più da vicino la controversia tra l’Unione Africana e il Tribunale Criminale Internazionale.

Tutti i contributi hanno dimostrato la pluralità di MaZ e gli argomenti che vengono trattati. Padre Marks Körber e padre Hubert Grabmann, due Missionari Comboniani che hanno partecipato all’incontro, hanno parlato della loro attività missionaria che svolgono attualmente in Sud Sudan e in Kenya. Padre Hubert Grabmann ha dato supporto qualche anno fa alla formazione degli LMC nella DSP; ora riceve gli LMC nella sua parrocchia in Kenya per la seconda volta.

A parte il programma ufficiale, c’è stato il tempo per condividere informazioni sulla vita e sui cambiamenti, per assistere alla partita di World Cup, per fare barbeque e per cantare e pregare insieme. Alla messa conclusiva abbiamo pregato per gli LMC in formazione e per quelli in missione. Abbiamo ringraziato fratel Friedbert Tremmel per l’ospitalità. Abbiamo salutato p. Günther Hofmann prima della sua partenza per il sud Africa in un prossimo futuro. Per l’Avvento e per il prossimo anno abbiamo già in progetto altri incontri con i contributi di MaZ e degli LMC.

Encuentro alemaniaChristoph Koch

Conclusioni del IIº Incontro di LMC in Africa

CoordinacionIl secondo Incontro continentale dei Laici Missionari Comboniani si è celebrato dal 21 al 25 luglio 2014 a Kinshasa (RDC). Ne hanno partecipato 5 sacerdoti, 2 religiose e 18 laici, tra i quali i coordinatori di 6 province dell’Africa francofona e anglofona, nonché due rappresentanti del Comitato Centrale.

Obiettivo di quest’Assemblea di Kinshasa era stabilire un piano di azione concreto, a partire dagli accordi degli incontri precedenti – l’Assemblea Continentale di Layibi (2001) e l’Assemblea Internazionale di Maia (2012) –, col tema: “Cominciare con quello che abbiamo a partire dalla nostra realtà”.

Tenendo conto delle sfide attuali nella nostra realtà africana, nella quale Dio ci chiama a vivere la nostra vocazione come testimoni del suo amore, secondo il carisma di San Daniele Comboni, al servizio della missione, che è un dono di Dio, e dopo di riflettere insieme, siamo arrivati ad alcune conclusioni che faranno si che ogni provincia stabilisca un piano di azione. Le conclusioni sono:

1. Vocazione

Vogliamo animare ogni LMC a vivere la vocazione così come è stata definita a Layibi: superare le difficoltà della vita e conservare i vari impegni che abbiamo come padri, lavoratori e cristiani, dando così testimonianza della nostra vocazione.

Come è stato detto a Maia, le comunità LMC devono elaborare processi formativo che permettano il pieno compimento della vocazione personale dei suoi membri lungo tutta la vita. Stabilire un programma di preghiera, di ritiri, di vita sacramentale e di revisione della vita comunitaria.

Per facilitare un cammino d’insieme nella nostra vocazione come famiglia internazionale di LMC, incoraggiamo i nuovi gruppi a comunicare con regolarità con i comitati continentale e centrale, per ricevere aiuto dai responsabili del coordinamento. Crediamo che sia necessario seguire le linee comuni delle direttrici internazionali.

2. Relazioni tra i LMC

Il movimento ha una stessa visione. Tutti debbono collaborare insieme per vivere in armonia la vita comunitaria.

Allo scopo di facilitare l’integrazione dei nuovi LMC nei gruppi locali, dobbiamo rinforzare la comunicazione e il lavoro in rete fra il gruppo coordinatore che invia e il gruppo coordinatore che riceve, e fra i comitati centrali e continentali e i superiori provinciali MCCJ. Per una piena integrazione, i nuovi LMC sono invitati a partecipare nella vita del gruppo: nella formazione permanente, le assemblee, i ritiri, i processi amministrativi e i contributi economici…

Incoraggiamo i LMC che lavorano in un paese dove non ci sono LMC locali a promuovere la nostra vocazione formando un gruppo locale.

3. Formazione

Come movimento LMC in Africa, ci siamo impegnati a fare insieme un camino di formazione per seguire Cristo secondo il carisma di Comboni che ci convoca per fare causa comune con i popoli ai quali siamo inviati.

Le decisioni prese nelle assemblee precedenti ci guidano nel cammino formativo, nel quale dovremmo tener conto di questi aspetti:

  1. Le province devono collaborare nella elaborazione dei differenti programmi e sussidi di formazione.
  2. Dobbiamo condividerne programmi e temi di formazione fra le differenti province e il Comitato Centrale.
  3. Dobbiamo tradurre i documenti della formazione in tutte le lingue.

4. Economia

Vogliamo includere nella nostra vita spirituale la nostra economia, per vivere una vita fondata sulla Providenza. In questo senso, chiediamo ai gruppi che considerino nei suoi programmi di formazione un tema sul rapporto con il denaro, mettendo la nostra stabilità e fiducia in Dio.

Nel processo della nostra autonomia finanziaria, invitiamo i differenti gruppi a formare i loro membri nei differenti aspetti finanziari come: progetti di sviluppo basati sulle necessità locali, ricerca di fondi, contabilità…

Sapendo di appartenere a questa famiglia LMC, siamo chiamati ad essere responsabili nel sostenere il gruppo. In questo senso, tutti i LMC devono contribuire al fondo del gruppo. A partire di questo fondo locale, il gruppo dovrebbe ugualmente contribuire al fondo comune internazionale, gestito dal Comitato Centrale.

Siamo pure chiamati ad animare la chiesa locale e ogni persona di buona volontà a sostenere le nostre attività missionarie.

Per raggiungere la nostra autonomia finanziaria, invitiamo i gruppi a iniziare attività che generino introiti propri (agricoltura, allevamento di bestiame, farmacie, centri di fotocopiato e internet, artigianato locale, conferenze, formazione, colloqui, animazione di eventi…).

Non basta impegnarci in progetti, siamo pure invitati a presentare i conti con trasparenza (libri di cassa, conti in banca con più di una firma…).

5. Organizzazione

5.1 Ogni provincia deve avere:

  1. Una equipe di coordinamento integrato da: un coordinatore, un segretario e un incaricato delle finanze. Questa equipe deve inviare le sue relazioni al Comitato Africano e a quello Centrale.
  2. Una persona incaricata delle comunicazioni (blog, facebook, twitter).
  3. Una equipe di formazione. Equipe che deve: pianificare e preparare i temi di formazione, assicurare l’accompagnamento e la valutazione della formazione realizzata.
  4. Ogni gruppo deve avere un responsabile di formazione che lavori in rete con i responsabili nazionali.

5.2 Comitato Africano:

  1. L’Equipe di Coordinamento Centrale è integrato da: un coordinatore, un segretario, un incaricato delle finanze.
  2. Le loro attribuzioni sono:
  1. Garantire la comunicazione con il Comitato Centrale.
  2. Convocare e preparare gli incontri continentali.
  3. Garantire la comunicazione tra le diverse province.
  4. Vegliare perché siano eseguite le decisioni prese nelle diverse Assemblee.

Grupo

I Laici Missionari Comboniani al servizio delle popolazioni in missione

IsabelCiao! Il mio nome è Ma. Isabel Barbosa Buenrostro, ho 39 anni, sono LMC “Laica Missionaria Comboniana” e “Chirurgo e ostetrico.” Sono nata in una piccola città nello Stato di Jalisco in Messico, la mia città è Santa Cruz de las Flores, facente parte del comune di San Martín Hidalgo  a 2 ore da Guadalajara. Ho studiato presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Guadalajara.

Verso la fine del 2004 ebbi modo di incontrare le Suore Missionarie Comboniane e nel 2005 entrai a far parte della loro congregazione. Inizialmente fui destinata, come prima esperienza missionaria, in Ecuador, dove mi sono fermata tra febbraio e marzo, per sostenere la famiglia comboniana fra le comunità afro-ecuadoriane e indigene; lì ho iniziato a comprendere la missione e quanto grande sia la sete di Dio fra le nostre nazioni sorelle, dove la popolazione è abbandonata a sé stessa, discriminata e soffre di una grande povertà materiale nonostante sia ricca di valori e tradizioni che ancora conserva. Seguii per un anno il cammino di formazione in postulato, ma nel 2006 decisi di lasciare la Congregazione delle Suore Missionarie Comboniane poiché la disciplina religiosa mi limitava nello svolgimento della mia professione. E fu così che incontrai i Laici Missionari Comboniani. Con loro ho trovato il luogo adatto dove praticare la mia professione di medico fra i poveri e realizzare pienamente la mia vocazione missionaria.

Il mio lavoro con gli ammalati è una delle mie grandi passioni, perché attraverso loro vedo il volto di Cristo e con loro trovo grande realizzazione e crescita umana per essere lo strumento di cui Dio si serve per aiutare a guarire corpi e anime… Sentii la chiamata di Dio quando avevo compiuto 20 anni. Mi trovavo da alcuni anni a fare discernimento presso la Congregazione Religiosa di Vita attiva delle “Ancelle del Sacro Cuore di Gesù”. Ma quando iniziai a lavorare presso i servizi sociali come medico nei villaggi, capii che la mia vocazione era essenzialmente missionaria. Ed eccomi qui, in cammino, coltivando e lottando per la mia vocazione. Poiché ciò è il più grande e meraviglioso dono che Dio mi abbia fatto, mi sento in questo modo pienamente realizzata come essere umano e credo che la missione alla quale sono stata inviata in questo mondo è andare verso il popolo eletto di Dio, specialmente i più poveri e abbandonati della terra. A San Daniele Comboni dedico la mia vita per servire i miei fratelli come missionaria laica e come medico.

Quando ho incontrato la Famiglia Comboniana tutto era molto bello, Dio mi aveva dato l’opportunità di fare missione per brevi periodi, specialmente come volontaria; dopo la mia prima esperienza missionaria in Ecuador nel 2005 e dopo aver lasciato l’esperienza di postulato nel 2006, ho partecipato ad alcuni campi di missione: nel 2006 nella regione Andina sugli altopiani del Perù, ad Huancayoc, nella Regione di Waras fra gli indigeni Quechua; nel 2010 nella foresta dell’Ecuador a Pambilar, nella Provincia di Esmeraldas, fra gli indigeni Awás; in Guatemala nel 2013 nella Parrocchia della clinica comboniana di SanLuis El Peten fra gli indigeni Quec”Chis.

Recentemente ho concluso la mia esperienza comunitaria e di formazione missionaria come LMC, in quanto è prevista nello statuto degli LMC sia la formazione intensiva per una durata di otto mesi sia la preparazione alla missione Ad Gentes per un periodo minimo di 3 anni. La formazione si è svolta con la mia amica Carolina; per i primi 3 mesi nello Stato di Guerrero, in Messico, nelle montagne del Metlatónoc, dove è presente una missione degli LMC e dei Missionari Comboniani; questa è la regione delle comunità indigene Mixtec. Lì ho vissuto un momento forte e molto speciale; abbiamo condiviso la missione fra le comunità di Huexoapa, Atzompa e Cocuilotlazala. Qui svolgiamo una pastolare catechistica e sociale, soprattutto ci prendiamo cura dei malati. Dato che come laici facciamo coincidere la nostra vita professionale, familiare, sociale, spirituale e religiosa, questo è l’aspetto positivo della vocazione laicale. Come LMC siamo in grado di sostenere con la nostra professione le missioni in vari progetti sociali. I rimanenti 5 mesi (da febbraio a luglio) abbiamo studiato a Città del Messico. Siamo stati accolti presso il Seminario dei Missionari Comboniani, dove abbiamo partecipato a diversi workshop. Come una parte dei nostri studi professionali, riceviamo una preparazione religiosa, spirituale e umana per essere bravi missionari.

Ciò che ho imparato in questo periodo è che tutti gli uomini sono famiglia di Dio, che abbiamo un Padre comune e che tutti i popoli di tutte le nazioni e di tutte le culture del mondo sono nostri fratelli e sorelle. Tutti, in base al contesto in cui siamo nati e cresciuti, abbiamo conoscenza ed esperienza di Dio, perché Dio ha piantato i semi della Sua Parola nella storia di tutti i popoli. Ho capito che la nostra Chiesa Cattolica è universale e che dobbiamo essere fratelli rispetto a tutte le religioni e in particolare che dobbiamo rispettare e conservare le culture delle nostre popolazioni indigene: gli afro-americani e gli africani. Come missionari dobbiamo accompagnarli, camminare con loro, per vivere la nostra fede e condividere la vita con loro; lavorare con loro per recuperare la loro dignità di figli di Dio e responsabilità per il loro sviluppo umano.

Questo è il carisma comboniano che  il nostro fondatore San Daniele Comboni ci ha indicato. Poiché il messaggio della Buona Novella che Gesù è venuto a portare sulla terra e che stiamo ancora proclamando ogni giorno attraverso la sua Parola, gli eventi del mondo e la bellezza della natura e della vita stessa, è di essere felici su questa terra e poi la felicità troverà il suo compimento nella vita eterna. La preghiera e la vita spirituale sono un importante alimento per noi missionari. Il 6 luglio 2014, la Famiglia Comboniana ha celebrato, come ringraziamento a Dio, la conclusione della nostra esperienza di formazione, nella Cappella del Seminario Comboniano di Città del Messico, dove il  responsabile LMC del Messico (P. Laureano Rojo), Provinciale dei Comboniani del Messico e i Padri insegnanti del Seminario hanno presieduto alla Messa di INVIO MISSIONARIO di Ma Isabel Buenrostro e Carolina Carreon, laiche missionarie comboniane. Possa Dio con la potenza dello Spirito Santo, continuare a donarci la sua pace ed illuminare tutti i suoi figli, in modo che tutti possano diventare missionari e annunciare e rendere “vita” gli insegnamenti di Gesù Cristo.

Seconda Assemblea africana dei LMC

KinshasaI coordinatori dei Laici Missionari Comboniani (LMC) delle province comboniane dell’Africa e i rispettivi responsabili missionari comboniani che li seguono hanno tenuto la loro seconda assemblea africana dal 21 al 26 luglio, nella casa comboniana di Kinshasa-Kimwenza, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). È stato un incontro di riflessione sul passato e di programmazione delle prossime attività dei LMC a livello di continente africano.

Alla seconda assemblea africana dei LMC hanno partecipato 25 persone: 18 laici, 5 comboniani e 2 comboniane, compresi i responsabili della commissione centrale dei LMC, Alberto de la Portilla e P. Arlindo Ferreira Pinto.

La mattinata del primo giorno è stata dedicata a due temi formativi con lo scopo di introdurre i partecipanti ai lavori dell’assemblea, uno sulla realtà congolese attuale e l’altro sulla visione di missione nella Evangelii gaudium.

L’assemblea si è aperta con la presentazione dei partecipanti, guidata dai membri laici della commissione africana dei LMC: Dieudonné Likambo (Dido), congolese, Innocent Mweteise Karabareme, ugandese, e Márcia Costa, portoghese, che lavora in Mozambico. Di questa commissione fanno parte anche i provinciali P. José Luis Rodríguez López, del Mozambico, e P. Joseph Mumbere Musanga, del Congo. P. José Luis si trova in Messico e P. Joseph ha partecipato solo agli ultimi giorni d’assemblea per impegni personali.

Subito dopo sono stati distribuiti i vari incarichi per tutta la settimana.

Márcia Costa ha colto l’occasione per ricordare i principali obiettivi dell’assemblea: approfondire i temi dell’identità, della formazione e dell’indipendenza economica, rivedere e programmare le attività dei LMC a livello di continente africano e delle singole province, tenendo presente le conclusioni delle assemblee intercontinentali dei LMC, in particolare dell’ultima, quella di Maia (Portogallo), nel dicembre 2012, e della prima assemblea africana, nel dicembre 2011, a Layibi (Uganda).

Le parole di benvenuto sono state espresse attraverso il messaggio di P. Joseph Mumbere Musanga (letto da P. Enrique Bayo Mata), e di Suor Espérance Bamiriyo Togyayo, superiori provinciali dei comboniani e delle comboniane in Congo. Entrambi hanno sottolineato il valore della collaborazione fra i due Istituti nati dallo stesso carisma di Comboni e l’importanza della preghiera e della testimonianza missionaria come famiglia comboniana.

P. Arlindo Pinto, coordinatore dei LMC a livello di Istituto comboniano, ha portato a tutti i saluti di P. Enrique Sánchez, superiore generale, e di P. Antonio Villarino, assistente generale, che seguono con attenzione le diverse realtà dei LMC nel continente africano. Da parte sua, Alberto de la Portilla, membro e coordinatore della commissione centrale dei LMC, ha detto che questa assemblea è un evento che interessa non solo i LMC africani, ma tutti gli altri LMC del continente europeo e di quello americano che vivono in contesti e realtà differenti, ma con un forte senso di appartenenza ai LMC.

P. Jean Claude Kobo Badianga, comboniano congolese, ha presentato brevemente la storia della Repubblica Democratica del Congo (RDC) per rendere più comprensibile la situazione sociopolitica ed economica attuale del paese, facendo un confronto con la storia e con i conflitti passati e recenti dei paesi vicini (Angola e Congo Brazzaville, Ruanda e Burundi, Uganda, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana). Ha parlato delle principali difficoltà che impediscono una governabilità stabile e veramente democratica nella RDC come, ad esempio, il tribalismo, il regionalismo e la corruzione.

Ha fatto riferimento ai diversi gruppi di ribelli armati attivi soprattutto nel nord e nord-est del Paese con la complicità politica nazionale coniugata con gli interessi internazionali legati alle ricchissime risorse naturali del suolo e sottosuolo congolese. Il petrolio, l’oro, il coltan e tante altre risorse minerarie preziose sono la vera fonte delle contraddizioni sociali, delle disuguaglianze economiche e dei conflitti armati nella RDC.

La Chiesa cattolica e le centinaia di altre chiese e sette religiose prendono posizioni diverse davanti alle realtà che il paese attraversa, la maggior parte delle volte per favorire lo status quo e solo raramente per denunciare le ingiustizie di cui sono vittima i congolesi dal nord al sud del paese.

P. Jean Claude ha ricordato che i LMC hanno qui, in questa realtà sociale, nella RDC e negli altri paesi africani, una responsabilità cristiana e morale che può e deve essere presente nelle loro attività pastorali e professionali.

KinshasaP. Enrique Bayo Mata, comboniano spagnolo, che lavora nella RDC, ha presentato il tema della missione partendo dall’esortazione apostolica “Evangelii gaudium” di Papa Francesco. Dopo una presentazione generale del documento, P. Enrique ha sottolineato la prospettiva della nuova evangelizzazione contrassegnata dalla gioia dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo di Gesù Cristo nelle diverse periferie umane del mondo attuale. Ha parlato dell’urgenza della conversione pastorale per portare la Chiesa ad uscire da se stessa per diventare missionaria, porsi cioè al servizio delle persone e dei popoli, soprattutto degli esclusi, di quelli che hanno più bisogno della gioia, della fede e della vita cristiana e di quelli che sono più lontani dai valori del Vangelo.

Ha poi detto che i laici, formati professionalmente e intellettualmente, hanno una missione particolare nel processo pastorale dell’evangelizzazione che mira alla trasformazione della società e all’inclusione sociale dei poveri nella vita attiva dei loro paesi.

Nel pomeriggio del primo giorno, Innocent ha fatto una panoramica generale sui LMC, ricordando che si comincia sempre da una piccola realtà e con poche cose, ma che si cresce e si matura se si ha una visione chiara dell’identità, di chi siamo, e se si ha un piano concreto di azione, di ciò che dobbiamo fare, in un contesto permanente di ascolto della Parola di Dio, di preghiera e di discernimento vocazionale, nello spirito di san Daniele Comboni. Dopo l’intervento di Innocent, c’è stata una lunga condivisione di idee ed esperienze delle diverse realtà dei LMC in africa.

Márcia Costa ha poi presentato una sintesi della prima assemblea africana a Layibi, soprattutto riguardo all’identità e alla missione dei LMC. Ha osservato che fa parte della loro vocazione uscire dalla propria realtà o dal proprio paese, per un determinato periodo, per un’attività missionaria concreta, e che il loro impegno è per tutta la vita.

Il secondo giorno di attività è stato dedicato alla presentazione delle relazioni sulle attività della commissione africana, di quella centrale e delle diverse province africane presenti: Egitto-Sudan, Sud Sudan, Togo-Ghana-Benin, Repubblica Centrafricana, Congo, Mozambico e Uganda. Dido Licambo ha presentato la relazione dei lavori della commissione africana dall’assemblea di Layibi fino alla preparazione dell’attuale assemblea di Kinshasa, e Alberto ha presentato le relazioni della commissione centrale e delle province che non erano rappresentate all’assemblea, ma hanno dei LMC nei loro paesi (Ciad, Malawi-Zambia e Etiopia).

Uno dei problemi più discussi è stata la mancanza di comunicazione fra la commissione africana e le diverse province dell’Africa, dovuta soprattutto alle difficoltà derivanti dalla differenza di lingue parlate nelle varie province e al difficile accesso alle nuove tecnologie della comunicazione, soprattutto con Internet, nella maggior parte dei paesi africani.

Per le conclusioni dell’assemblea, è stato adottato il metodo degli incontri di gruppo seguiti da plenaria, il 23 e 24, per poter successivamente rispondere alle seguenti domande: qual è il rapporto che esiste fra i LMC locali e i LMC stranieri che si trovano nel tuo paese? Quali sono le sfide e le strategie di cui tener conto per fare un cammino comune? Come possiamo condividere i contenuti della formazione dei vari paesi per riuscire ad avere una stessa base formativa a livello continentale? Che cosa ci manca per vivere la vocazione di LMC secondo le conclusioni di Layibi? Quali strategie seguire per poter vivere pienamente la vocazione LMC? Quali strategie adottare per arrivare all’indipendenza economica? Come possiamo organizzare il movimento dei LMC a tutti i livelli, formazione, rapporto fra LMC di diversi Paesi dell’Africa, vocazione, organizzazione, economia?

Nel pomeriggio del 24 e nella mattinata del 25, i laici si sono incontrati fra di loro per formulare le conclusioni mentre i comboniani e le comboniane ne hanno approfittato per parlare della loro collaborazione con i LMC e condividere alcune idee ed esperienze su come aiutarli a rafforzarsi in tutte le province comboniane.

È stato ricordato che questo impegno è stato assunto dai comboniani nel Capitolo Generale del 2009.

L’ultimo pomeriggio dei lavori sono state lette, discusse e approvate le conclusioni. Si è poi passati all’elezione della commissione africana: sono stati rieletti per i prossimi tre anni Dieudonné (Congo), Innocent (Uganda) e Márcia (Mozambico).

Infine è stato suggerito che il prossimo incontro si svolga nel luglio 2017 a Lomé (Togo); data e luogo dovranno comunque essere confermati dai superiori provinciali del settore.

Kinshasa

Sabato, il gruppo ha visitato il giardino botanico di “Kisantu-bas Congo” e la cattedrale di Kisantu, a circa 120 km da Kinshasa.

L’assemblea si è conclusa domenica con un incontro congiunto con i LMC congolesi di Kinshasa, nella sede provinciale di Kinshasa-Kingabwa, seguito dall’Eucaristia, presieduta da P. Joseph Mumbere, e da un pranzo fraterno.

Arlindo Ferreira Pinto.