Perché, sull’esempio di San Daniele Comboni, teniamo gli occhi fissi in Gesù crocifisso, per assimilare i sentimenti del suo Cuore e diventarne testimoni mediante la comunione tra noi, con le Chiese locali e con i più poveri. Preghiamo.
Europa
Durante il periodo di Pasqua in Mozambico
Eccoci qui, a darvi un po’ di notizie dopo un po’ di tempo…
Questo periodo è stato molto denso di vissuto e di bellezza, fatto di incontri semplici ed inaspettati, ma che allo stesso tempo arricchiscono sempre di più le nostre vite.
In questo ultimo mese, abbiamo partecipato a delle ordinazioni sacerdotali, abbiamo visitato e condiviso dei momenti con i fratelli del noviziato comboniano, abbiamo partecipato ai battesimi e alle comunioni in una comunità qui vicino a Carapira assieme ai nostri padri comboniani, abbiamo cenato a casa di una famiglia qui del villaggio ecc… direi che abbiamo vissuto l’essenzialità della condivisione e della vita stessa
Quanto vorremo trovare un modo per farvi arrivare tutte le emozioni e la bellezza, che il popolo macúa ogni giorno semina nel nostro cuore. Ogni giorno è sempre un buon motivo per sorridere, vivere di tenerezza e trovare ogni scusa possibile per incontrarsi e stare insieme.
Quanto ci sentiamo grate alla vita di questo dono che abbiamo ricevuto e che vorremmo riconsegnare a voi. Ogni giorno che passa, ci sembra di vivere qui da sempre e di non trovarsi in una terra straniera, ma di sentirsi a casa.
Vi lasciamo con questa immagine che é la Parola, fonte essenziale nella nostra Vita, per indirizzare sempre i nostri passi.
Un abbraccio grande ad ognuno di voi e grazie che camminate con noi e siete sempre al nostro fianco.
Buona Pentecoste.
Ilaria, LMC
La vera Resurrezione Pasquale
Con gioia e riconoscenza, siamo a scrivervi notizie direttamente dal Mozambico. Il nostro primo mese è trascorso con molta rapidità, intensità e con grande profondità. Fin da subito, siamo state accolte con grande entusiasmo, dalla gente di questa terra che ancora oggi sta soffrendo per le ingiustizie e non ha una visuale di speranza per il futuro. Il popolo Macúa, ha davvero un cuore grande e generoso, nonostante la sofferenza nello sguardo.
In questo primo tempo, dove ancora stiamo cercando di capire dove siamo, abbiamo avuto un grande dono, quello di condividere con loro, i quattro giorni più importanti del tempo pasquale, dal Giovedì Santo alla Pasqua. Siamo partiti da casa la mattina presto del giovedì e fino alla domenica pomeriggio della Pasqua, abbiamo vissuto in villaggio a stretto contatto con loro. Ci siamo portate poche cose, l’essenziale per affrontare questi giorni. Ovviamente in queste comunità, siamo state accolte a braccia spalancate; e il vivere il villaggio con loro, ha significato senza acqua, senza luce, dormire per terra con scorpioni, pipistrelli etc… senza tutte le comodità che noi in Occidente ormai diamo per scontate.
Per noi sono stati quattro giorni di vera essenzialità, di amore puro che ci ha permesso di amare ancora di più la loro storia e di interrogarci sulla modalità che noi abbiamo di farci prossimo con l’altro, sull’importanza dello stile con cui essere in missione. Quanta ricchezza ricevuta, quanto abbiamo imparato da loro ancora una volta, a vivere l’essenziale in profondità e ricchezza quella che il Signore ogni giorno ci continua a regalare! Fin da subito, le nostre vite si stanno modellando ad una nuova forma, quella che i nostri fratelli/sorelle ci insegnano ogni giorno. La nostra vita, sta davvero vivendo una Resurrezione Pasquale, grazie a loro e grazie a quanto ogni giorno il Signore ci insegna grazie alla sua Parola che è Vita e linfa vitale per fare un cammino nella sua Volontà (e non in quello che noi invece ricerchiamo per appagarci, per dare risposte al nostro senso di essere qui eseguendo solo progetti). Per noi, già ancora prima di venire, era molto chiaro che la bellezza della vita e dell’essere missione è appunto condividere tutto il nostro essere con loro, sullo stesso piano insieme a loro. Credo che questo punto per noi sia fondamentale e sopratutto è uno stile di vita che ognuno di noi può sentirsi dentro, ma serve grande coraggio a viverlo nella semplicità e nell’amore dell’altro. Siamo fortemente convinte, che la più grande testimonianza che possiamo donare, sia proprio la modalità e l’atteggiamento cristiano e non le parole… invece tante volte andiamo proprio a perderci in questo senza una vera testimonianza di chi siamo, ma soprattutto di Chi amando.
Sentiamo che questa nostra presenza qui è davvero accompagnata dalla presenza del Signore. Ci mancava davvero molto riabbracciare la povertà, l’essenzialità e la condivisione totale con i più soli ed abbandonati. È un dono grande vivere la missione perché è Vita, è gioia, è coraggio, è uscire da se stessi per donarsi totalmente all’Altro.
Per questa ricchezza che stiamo ricevendo nelle nostre vite, vogliamo ringraziare tutte le persone che ci stanno sostenendo, chi ci sta accompagnando con la preghiera e con il loro farsi vicino, perché anche questo è una Chiesa in uscita, dove il problema di una persona, diventa il problema di una comunità. Crediamo molto in questo sogno di vita, che il Signore ha posto nel nostro cuore e confidiamo sempre in Lui, che conosce meglio di noi la strada e le modalità di costruire un nuovo diverso modo di stare in missione. E ricordiamoci sempre che: “se io esisto è perché l’altro mi fa esistere” e questo dovrebbe essere un punto fondamentale su cui costruire ponti e non muri.
Vi abbracciamo con molta stima, riconoscenza, affetto e davvero speriamo che tutta la nostra gioia, possa arrivarvi per costruire qualcosa di diverso insieme, dove anche voi assieme a noi siete in comunione in questo cammino di vita. Continuiamo a pregare per tutti voi e a portarvi in ogni nostro passo alla ricerca sempre del Volto di Dio; anche noi ci affidiamo alle vostre preghiere. Alla prossima puntata…
Con affetto Ilaria e Federica
Preghiera della Famiglia Comboniana maggio 2024
Per le vittime dei molti conflitti armati in corso oggi, soprattutto bambini, donne e famiglie innocenti che soffrono a causa di tanta violenza. Che il Signore della pace tocchi il cuore dei responsabili di tali mali e li fermi. Preghiamo.
… Era la terza volta che tornava
Avvolta nel grembo di sua madre, i panni coprivano un piccolo battito cardiaco!!!
Il suo corpo era sottile, quasi trasparente, e si poteva vedere il pianto che proveniva dai suoi piccoli seni.
La madre, con un sorriso sereno e delicato, chiedeva silenziosamente aiuto!
Pochi giorni prima, la speranza aveva vinto la lotta contro una malaria appena guarita e Annie era tornata a casa.
Ma in questa guerra di lotta impari, di equità e disuguaglianza di valori del tutto irrazionali, Annie non ha potuto resistere!
Al suo fianco, Jean Luca, con tutte le risorse possibili, in questa remota zona dell’Africa, sta combattendo la battaglia della sua vita!
Qui non ci sono né vinti né vincitori.
Eroi, sì! Molti di loro!
Attualmente, nell’ospedale di Mongoumba, nella Repubblica Centrafricana, si registrano molti casi di malaria.
Suppongo che, forse a causa delle inondazioni della stagione delle piogge dell’anno precedente, le zanzare della malaria siano triplicate e sia aumentata anche la resistenza ai farmaci.
La mia Pasqua è trascorsa qui:
Tra il sospiro della speranza di morire o di vivere!!!
Mio Dio! La mia pancia scoppia in lacrime alla vista del respiro che evapora da questi fragili corpi!
Corpi così ” Gesù “!
Quando piangerò queste lacrime?
Non lo so, solo Lui lo sa!
Perché ora quello che vedo sono i sorrisi dei bambini che passano per strada…!!!
E “Lui” ancora una volta mi fa Credere…!!!
Cristina Souza, LMC Mongoumba