Laici Missionari Comboniani

Comunidade Trindade

LMC BrasilSono quasi alla fine del mio percorso missionario durato tre anni, in questa amata terra brasiliana, che mi ha dato e insegnato tanto.

Giá sento saudade per quando succederá, una saudade che mi chiamerá alla memoria volti, situazioni, storie, momenti importanti che hanno segnato questa mia esperienza in missione e che mi hanno cambiato, che ho permesso di cambiarmi, di crescere un pó di piú.

Perché é bello cambiare quando la Vita ti mostra percorsi che fanno solo bene al cuore, nel bene come nel male.

La missione é anche crescita, incontro con gli Altri, incontro di Te in questi Altri, incontro con Dio in un Noi, in un Tu.

Scopri un Dio che é pellegrino, in cammino e che non smette mai di stupirti.

Un Dio che cammina a piedi nudi insieme a te: “togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale cammini é una terra santa!”

Cosí ho fatto, ho camminato a piedi nudi nella meraviglia della scoperta e dello scoprirmi, sapendo che Dio camminava insieme a me.

Ho scelto di terminare questi tre anni di vita missionária in Salvador de Bahia, presso una Comunitá che accoglie moradores de rua: la Comunitá Trindade.

E´una esperienza completamente differente da come ho vissuto fino ad ora.

Ho lasciato il mondo carcerário, che spero continuerá in Italia, per conoscere un’altra realtá sociale molto dura e sofferta, quella di chi vive per la strada.

La Comunitá Trindade esiste da 10 anni e si trova in um bairro vicino al porto e a un viadotto dove si incontrano molti moradores de rua.

La casa e’ una chiesa che non é piú attiva, diventata rifugio e dimora momentanea per chi decide di recuperare la propria vita o almeno provarci.
LMC BrasilTutto viene fatto con una certa gradualitá, continuando a dormire per terra, dentro questa chiesa e iniziando una recuperazione che nasce da dentro, attraverso l’autostima e la ricerca della propria identitá.
Quando si vive per la strada si perde tutto, non solo cose materiali, ci si abbassa ad un punto tale da non riconoscersi piú, perdendosi in un nulla che ti divora, dove alcool e droga ti consumano quotidianamente.

Non sai piú chi sei e non hai piú sogni da costruire.
La fame, il freddo, la ricerca di un posto sicuro dove dormire diventano le tue prioritá giornaliere.
La dipendenza da alcool e droga ti portano a vivere di espedienti, rubando o prostituendoti fino a perdere la propria dignitá.
Questa Comunitá é nata dall’incontro di fratello Henrique, francese, e un moradore de rua, che trovandosi a cercare un rifugio per dormire incontrarono questa chiesa abbandonata.
Fratello Henrique é un monaco peregrino che anni fa ha scelto di vivere per la strada per conoscere direttamente il dramma dei moradores de rua, facendosi prossimo e vivendo con loro per strada.

Adottó questa chiesa come rifugio per la notte, fino a diventare con il passare degli anni una Comunitá, una casa per chi non aveva una casa e una speranza di vita.
Oggi accoglie 35 persone tra uomini e donne.
La Comunitá Trindade non rappresenta qualcosa di definitivo, ma un momento di passaggio, di transizione.

Un luogo dove uscire  dalla dipendenza di alcool e droga, trovare un lavoro, rimettersi in piedi dopo anni di vita passati in strada.
E’ come cercare di incollare parti di sé che si erano rotte, raccogliendo i cocci di una vita scheggiata, per  incollarli uno ad uno e tornare a vedere quella figura di sé che si era persa.
E’ una Comunitá semplice dove ognuno aiuta e collabora, per il suo mantenimento e benessere.
Dalla cucina, alle pulizie, al giardinaggio, ai lavori di artigianato, tutti collaborano e sono utili, ognuno con le sue capacitá e limitazioni.

LMC BrasilAnch’io ho il mio cartone dove dormo per terra e aiuto in tutto.

Sto imparando a conoscere cosa significa fare questo, riporre com cura quel cartone che rappresenta Il tuo materesso, riavvolgerlo per riaprirlo la notte successiva. Quando cammino per strada, adesso, e vedo un cartone abbandonato per terra, mi viene da esclamare: “To´guarda um letto!” perché per qualcuno rappresenta proprio questo, la sua casa di strada.

La missione ti aiuta a vedere le cose da altri punti di vista, in particolare da punti dove difficilmente le persone vogliono so-stare, guardare.

Imparari a conoscere come si vive con poco, cosa significa dormire per terra, avere fame, non avere la possibilitá di lavarsi, cosa significa vivere nelle periferie dell’esistenza.

Poco alla volta, con delicatezza e disponibilitá, sto conoscendo le storie delle persone che abitano nella Comunitá: storie di strada, di droga, di alcool, di abbandoni e violenza.

Le parole che raccontano sono dure e sofferte, piene di cicatrici.

Anche in questa esperienza, come quella della pastorale carceraia, incontro l’insegnamento piú bello e importante: imparare ad ascoltare senza giudicare e nell’ascolto farsi prossimo.
Nella Comunitá c’é anche un piccolo giornale di strada “Aurora da rua” scritto dai moradores de rua, che parla della loro situazione, vita, storie e dell’importanza del reciclare. Si, perché molti lavori di artigianato, sono fatti da materiale di scarto e da rifiuti.

C’é una grande pedagogia dietro, che é quella di costruire cose belle e ancora utilizzabili da materiali che si considerano senza valore o scarto.

Cosí come si considerano i moradores de rua o i carcerati, pensando alla pastorale carceraria, come scarto della societá.

Ma tutto rinasce e prende vita, una nuova Vita.

Il giornale poi aiuta a.diffondere notizie e realtá vere sui mordores de rua, che spesso vengono discriminati, esclusi, abbandonati, giudicati. Ci sono storie che ti toccano il cuore e che ti aiutano a capire la profonditá di certe realtá, cosí dure e sofferte.
Il giovedí sera la Comunitá apre le porte ai moradores de rua del progetto “Levantate e Anda”(Alzati e Cammina), é un progetto creato dalla Comunitá stessa in collaborazione con la diocesi di Salvador.
La Chiesa purtroppo non puó ospitare molte persone e il problema della strada é enorme.
LMC BrasilIl progetto é uno spazio dove si offre attendimento psicologico, si aiutano a fare documenti: carta di identitá, libretto di lavoro; attivitá ricreative, possibilitá di lavarsi, vestirsi, per chi vive in strada.

Il giovedí sera chi vuole, viene a conoscere la Comunitá, fare un momento di preghiera, cenare insieme e dormire in un Sono piccoli passi che aiutano a prendere coscienza, avere momenti di socializzazione, condividere un pasto, avere un posto tranquillo e pregare insieme…

Il giovedí sera é aperto a tutti, anche ai visitanti, persone di fuori che vogliono partecipare e condividere questo momento.
E’ un momento di grande emozione, si vive nei gesti concreti Il Vangelo di Gesú che invitava tutti alla stessa tavola, per condividere il pane e stare insieme, tutti, nessuno escluso.
E” un Vangelo incarnato nella Vita e con la Vita, é il Vangelo a cui credo, dove incontro Dio e il suo Volto e questo Volto ha tante storie, tante ferite, bellezze. Per questo mi piace l’espresione di un Dio che é Pellegrino e che é in cammino, é dentro ognuno di noi, cammina e abita nelle nostre storie.

Sono grata per questa scelta e questo mio ultimo mese e mezzo in questa bella e importante Comunitá di Vita.

Il mio non sará um addio al Brasile, ma um arrivederci, perché le relazioni che ho creato, le persone che hanno camminato com me e che mi hanno insegnato a camminare non le abbandoneró nei ricordi, con tutti loro sará un arrivederci.

Dio respira attraverso il nostro cuore

Emma, LMC

Il secondo giorno di Assemblea Continentale dei LMC d’America

rosario misioneroAbbiamo iniziato il giorno con la celebrazione dell’Eucarestia, dove tutto il gruppo ha vissuto il suo impegno con la missione LMC. Si è evidenziata l’idea che il LMC è sempre missionario anche quando vive nel suo paese di origine e non solo quando è fuori.

Le attività del giorno sono incominciate con il lavoro dei gruppi sul questionario inviato per questa IV Assemblea. Ogni gruppo ha lavorato su alcuni punti del questionario. Tutti ci siamo arricchiti con l’esposizione e la condivisione di quello che si è realizzato negli altri paesi e nel nostro. E’ sempre arricchente vedere il lavoro che viene realizzato negli altri paesi e come questi si sono coinvolti e sviluppati dopo l’ultimo incontro Continentale. Ogni rappresentante di ogni paese ha esposto e presentato con chiarezza gli argomenti discussi.

Nella seconda parte della mattinata abbiamo ripreso la discussione sugli accordi presi da ogni paese in Guatemala nel 2014. Il gruppo della Colombia non si incontra presente, ma hanno inviato uno scritto letto da Alberto. Fisher, coordinatore del Perù, ha dato la sua contribuzione seguito da un breve dialogo con il gruppo del Messico. Paul Wheeler presentò le informazioni di NAP, il Brasile ha dato anche lui la sua contribuzione attraverso Cristina, rappresentante brasiliana e dell’equipe del comitato Centrale, lo stesso il Guatemala attraverso Mirella, coordinatrice.

Di seguito si sono realizzati lavori di gruppo per rispondere sugli aspetti, ancora, non discussi del questionario. Nella plenaria i vari gruppi hanno esposto i loro lavori, con riferimento agli accordi presi in Guatemala e se questi sono stati realizzati o meno. Dopo ogni esposizione si è realizzato un fruttifero dialogo che ha aiutato a chiarire alcuni aspetti sugli accordi fatti nell’incontro del Guatemala nel 2014.

Valentín e Yessenia de la O

IV incontro continentale LMC dell’ America (18 – 24 settembre 2016)

LMC America

E’ iniziato domenica, 18 Settembre, il IV incontro Continentale dei Laici Missionari Comboniani d’America, con la presentazione dell’Equipe di Coordinazione Continentale e per padre Erasmo, Provinciale Comboniano del Messico. Cominciò con una dinamica originale diretta da Letizia, per conoscerci meglio, gli uni con gli altri e come gruppo. Si sono divise, anche, alcuni compiti e responsabilità pratiche per questi giorni.

Lunedì è iniziato con la celebrazione dell’Eucarestia, molto colorata e orientata dai padri missionari del Latino America. L’Eucarestia è il centro e la forza per tutti i missionari, questa è stata presente attraverso le parole e in gesti, nelle offerte che si sono presentate.

 

LMC AmericaLe attività di mattina sono state segnate per ricordare gli impegni assunti negli incontri precedenti, soprattutto nell’incontro in Guatemala, che è servito per confermare il nostro impegno come Laici. Sono stati rivisti gli accordi fatti in vista di migliorare i nostri impegni nei differenti paesi. Le realizzazioni in questi anni sono state notevoli, soprattutto a livello di comunicazione. Ma è necessario un maggiore impegno da parte di tutti i LMC e Provinciali, perché ci sia un buon accompagnamento in tutte le province.

Il Comitato centrale ha spiegato il suo ruolo e funzione nel movimento internazionale. Alberto, coordinatore del Comitato Centrale, ha spiegato il suo ruolo in una forma molto chiara e concisa, ricordando i vari accordi realizzati nelle differenti Assemblee Continentali. Nell’Assemblea di Maia è stata definita la base per la sua realizzazione e ci ha ricordato dell’importanza della coordinazione tra i differenti agenti nella missione LMC.

I LMC sono presenti in 20 paesi. Oggi, come LMC, abbiamo varie sfide presenti nei differenti continenti. Una sfida è chiarire la nostra relazione con i padri MCCJ a tutti livelli. Altro aspetto è dar enfasi e contribuzione economica, ogni membro e paese può dare e aiutare chi è più in difficoltà e ha meno. E’ necessario che tutti i i padri MCCJ e provinciali abbiano una buona capacità di accettazione e collaborazione con i LMC nei vari paesi. Abbiamo sfide importanti come gruppo a vari livelli ed è importante prenderne coscienza ed esserne più coerenti.

LMC America

Alberto de la Portilla ha ricordato le sfide:

  • Consolidare i gruppi LMC nei nostri paesi e promuovere la vocazione LMC
  • Coinvolgere tutti in una forma sistematica come famglia LMC internazionale
  • Conseguire una comunicazione fluida e più responsabile nelle decisioni
  • Portare avanti le sfide e gli impegni dell’assemblea di Maia
  • Rendere possibile una coordinazione internazionale stabile
  • Realizzare un lavoro di fondo che ci aiuti a crescere
  • Cercare uno stile di famiglia Comboniana idealizzata da Comboni

La riflessione del pomeriggio è stata sulla cura del Creato e la vocazione del laico nella Chiesa, è stata presentata da Cristina del Comitato Centrale. I LMC sono chiamati a continuare lo stile di vita che Gesù ci ha lasciati, così come Comboni, così come siamo chiamati a continuare  a fare animazione missionaria.

Ogni paese ha presentato le risposte al questionario che è stato inviato a ogni coordinatore: Colombia, Guatemala, Messico, Perù, NAP, Brasile. In serata il Perù ha presentato due testimonianze interessanti di Arequipa e Trujillo.

 (P. Valentín García e Yessenia de la O)

 

Ho ancora la terra rossa sulle mie infradito

LMC BrasilUna terra che vorrei rimanesse attaccata come un eterno presente, una terra sacra, ricca di storia e di memoria. La memoria è una scatola di immagini, di emozioni, di fatti, di parole, che non dobbiamo permettere di ingiallire o lasciare pieni di polvere. La memoria mi permette di capire il mio presente e quello del mondo, mi permette di costruire il mio futuro e quello del mondo.
La memoria mi permette di nutrire il mio cuore e ricaricarlo.
Questa memoria, il fare memoria fa parte dell’incontro della Romaria dos Mártires che si realizza in una piccola città dell’interior del Mato Grosso, Riberão Cascalheira, ogni 5 anni.
Si ricordano tutte quelle persone che in America Latina hanno donato la propria vita per una causa di giustizia: per difendere la terra, per difendere la Vita, contro la violenza, contro la dittatura, contro l’oppressione dei potenti, contro la prepotenza del potere politico ed economico.
Uomini, donne, giovani, bambini, indigeni, agricoltori, operai, avvocati, giornalisti, missionari e missionarie, militanti/e della pastorale della terra, dei diritti umani, sindacalisti/e, persone che hanno lottato senza paura per la giustizia, per la libertà, per la pace, per la verità.
La lotta per la terra, oggi come allora, è sempre forte qui in Brasile, è una minaccia che uccide ancora. Uccide chi si oppone e denuncia situazioni di violenza e prepotenza nelle terre indigene, negli accampamenti Sem Terra, nelle comunità contadine e di pescatori.
I grandi interessi economici guidati da multinazionali e da interessi privati continuano a distruggere, minacciare, espropriare terre e persone. Martiri del passato, ma anche martiri di questo presente, di lotte che vivono nel popolo latino americano e nel mondo intero. Ogni situazione di ingiustizia, di violenza, di disuguaglianza è un grido al mondo intero, un grido che non può essere taciuto, addomesticato, dimenticato….fare memoria, per essere memoria nel presente.
In questa terra rossa e sacra, la presenza di un uomo, profeta di speranza, che nonostante i suo 88 anni portati in un corpo malato e ormai stanco, ha voluto partecipare, forse, alla sua ultima Romaria:
don Pedro Casaldaliga!
La vita di don Pedro è una testimonianza di Vangelo fatto di carne e ossa, una testimonianza che vale più di un libro di teologia. Una vita spesa al servizio degli “ultimi” e per gli “ultimi”, una voce importante nella lotta contro il latifondismo e la sua crudeltà. Varie volte è stato minacciato di morte, sia nei tempi della dittatura, sia recenti. Mai si è arreso, mai si è lasciato intimidire.
Piccole e grande uomo di fede e di coraggio.
Quando è stato nominato vescovo di San Felix do Araguaia, per la sua consacrazione, don Pedro indossava un cappello di paglia dei contadini, invece, della mitria, un bastone di legno degli indios Tapirapè, invece, del pastorale e un anello di legno di Tucum, invece, di quello d’oro.
Sempre è stato dalla parte dei contadini e degli indios, sempre in una strenua difesa.
Il vederlo, anche se in una sedia a rotelle, in un corpo curvo e sofferto, per me è stata una grande emozione, perché il suo Spirito emana ancora energia e la sua persona parla più di mille parole.
Grande don Pedro, grande a voler essere presente in questa celebrazione!! Non ha voluto mancare.
Ho fatto quasi 30 ore di auotobus che si impiegano dal Minas Geras per arrivare nello stato del Mato Grosso, sonnecchiando su un sedile e facendo pause in varie stazioni di servizio.
Tante le persone che hanno partecipato a queste Romaria, da tutte le parti del Brasile.
Sono partita con un gruppo grande del Minas (due autobus pieni) facente parte di varie pastorali sociali. E’ stata bella la convivenza e la ricchezza nel conoscersi. E’ stata bella la condivisione e l’energia positiva che si percepiva in ogni momento, quel desiderio di esserci e di continuare una parte di Storia.
Allegria, condivisione, lotta, preghiera, fratellanza, solidarietà, costruzione, amicizia, memoria, sono le parole chiave di questa Romaria e di quello che mi è rimasto dentro.
Amo questo paese, amo lo spirito di costruzione e di “lotta” che fa parte delle Comunità di Base, che anche se indebolite, esistono e continuano. Credo che la Teologia della Liberazione, non è una cosa che riguarda il passato, esiste ancora, c’è!
C’è nella causa Indigena, c’è nella lotta per la difesa della Terra e dell’Ambiente, c’è nella lotta per i Diritti Umani, c’è nella lotta in difesa delle Donne e contro una cultura machista (maschilista), c’è dentro alle prigioni e con i carcerati, c’è nella lotta contro il razzismo, contro i pregiudizi, contro una cultura che separa e non accoglie, c’è nella causa dei migranti, c’è in una Chiesa che cammina con il popolo, che sa sporcarsi di Terra e  non rimane chiusa in lussuosi palazzi, c’è in una Chiesa che cammina a piedi nudi, capace di togliersi le scarpe e sentire la Vita nella nuda pelle.
Sarò romantica, sarò nostalgica, ma anche realista e capace di non perdere l’entusiasmo, il coraggio e la voglia di credere, sempre, che un altro mondo è possibile (pensando all’anniversario delle giornate del G8 di Genova in questi giorni) e che noi, solo noi possiamo costruirlo, con le nostre fatiche, le nostre scelte, le nostre lotte, le nostre testimonianze, fedeli a quell’Amore che tutto muove e tutto costruisce. Vidas pela Vida, Vidas pelo Reino.

LMC Brasil

Emma Chiolini, LMC

Testemunhas da Esperança

Emma

Testemunhas da Esperança è un gruppo che si riunisce, ormai da cinque anni, nella casa Comboniana Justiça e Paz.

E’ un gruppo di auto aiuto composto da persone con problemi di dipendenza di alcool, droga, depressione o qualsiasi dipendenza che imprigiona e non permette di vivere bene. E’ frequentato per lo più da donne, madri, mogli, con figli o mariti alle prese con il terribile vizio dell’alcool e della droga. Lo strumento di questo gruppo è semplicemente la parola e la condivisione. Il raccontarsi, il parlare di sé, come forma terapeutica di condivisione del proprio dolore, per trovare forza e appoggio. Ci si accoglie ascoltandosi e imparando ad ascoltare. Perché è proprio nella condivisione che non ci si sente soli, che le storie che si descrivono sono storie comuni, simili alle tante mamme, donne, famiglie alle prese con una dipendenza fisica, emotiva che rende schiavi. La bellezza di questo gruppo è che è diventato una  “piccola famiglia”, dove le persone sono unite da rapporti di fiducia e amicizia. Tutto quello che viene condiviso rimane nel gruppo, fiducia e credibilità sono le basi che lo costruiscono.

Sono, ormai, più di due anni che partecipo come volontaria e mi sento parte di “questa famiglia” che ogni martedì sera alle 19.30 si incontra e si ascolta. Ci sono periodi in cui partecipano molte persone, altri, che ne partecipano poche, ma indipendentemente dal numero ogni martedì sera la Casa Comboniana rimane aperta per creare uno spazio dove ci si accoglie e si condivide il proprio dolore, anche con momenti fatti di sorrisi e risate. Ci sono pesi che si fanno fatica a portare da soli, ci sono vergogne che impediscono di parlare, per questo è nato Testemunhas da Esperança, per incontrare persone con le quali camminare insieme e trovare un aiuto fatto di gesti semplici e concreti.

Generalmente, io e Regina (che è psicologa e volontaria), iniziamo con un tema che possa aprire una riflessione legata alle problematiche che le persone vivono, puntando su un lavoro che porta ad una conoscenza di sé, della propria storia, per tornare a prendere la vita nelle proprie mani, con coraggio e determinazione, un lavoro di valorizzazione umana. Credo di essere uscita da ogni incontro sempre emozionata, sia condividendo momenti di allegria, sia momenti intensi e profondi, carichi di ferite ancora aperte. Ogni storia che viene raccontata è la lettura di un Vangelo quotidiano, fatto di lotta, battaglie, vittorie, sconfitte, delusioni e ricerca di Amore, un Amore che possa curare: amore per se stessi, per gli altri, per la Vita.

In una periferia di mondo dove non ci sono servizi, se non carenti, è bello vedere come le persone si organizzano, senza perdersi d’animo e con semplicità cercare soluzioni, come quella di far nascere un gruppo di auto aiuto per trovare la forza e il desiderio di cambiare. Insieme si può!

Emma, LMC

“Se mai dovesse esserci qualcosa di veramente sacro, non può che abitare nel NOI. Perché è l’altro che mi obbliga ad uscire da me stesso e mi indica un altrove”