Salve, sono Tito, un laico missionario comboniano del Brasile, in missione a Carapira, nel nord del Mozambico.
Qui lavoro presso l’Istituto Tecnico Industriale (ITIC) di Carapira, dove sono responsabile della produzione agricola, producendo ortaggi affinché gli studenti possano mangiare in modo più sano.
Lavoro anche in parrocchia nei vari programmi pastorali e ministeri.
Nel tempo libero, quando sono a casa, coltivo un piccolo orto per contribuire alla nostra alimentazione.
Come potete vedere, qui in missione sto seminando e raccogliendo buoni frutti.
Ma Dio ci chiama anche, attraverso il nostro Battesimo, a essere seminatori della sua parola del Vangelo.
Come missionari, dobbiamo seminare amore, pace, giustizia, condivisione, fraternità e speranza, ecc.
Ovunque vada, cerco sempre di seminare, seminare, seminare. Un giorno questi semi germoglieranno e daranno buoni frutti.
Sii tu stesso un seminatore, ma semina pensando al tuo prossimo.
Il 22 maggio si è svolto online il Forum “Ecologia Integrale” della Famiglia Comboniana in America, sul tema “Verso una conversione ecologica missionaria”. Più di 75 missionari comboniani (fratelli, sacerdoti, suore e laici) hanno condiviso, per ben quattro ore, le loro attività pastorali nel campo dell’ecologia integrale come parte della vocazione missionaria.
Si è trattato di una giornata di sensibilizzazione e messa in comune di impegni, sfide, proposte e strategie varate per aumentare la consapevolezza dell’emergenza planetaria e dell’urgenza di far fronte al grave degrado ambientale, come pure delle scandalose disuguaglianze che ancora perseguitano l’umanità intera.
Incoraggiata dal “Patto per la Casa Comune” stipulato durante il Sinodo per l’Amazzonia (celebrato a Roma dal 6 al 27 ottobre 2019 sul tema “Nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”), la Famiglia Comboniana in America intende promuovere il “Patto Comboniano per la Casa Comune”, che padre Dario Bossi (missionario comboniano che ha partecipato al Sinodo per l’Amazzonia e fu relatore del circolo minore italiano “A”) presenta in un approfondito articolo pubblicato anche sul sito web comboni.org. Questo “patto”, che è un invito a tutti i missionari comboniani sia a intraprendere una profonda riflessione sul tema, attraverso lo studio e la preghiera, sia ad assumere atteggiamenti consoni all’ecologia integrale da tradurre poi in gesti concreti, aveva già ricevuto un forte impulso dal Forum Sociale Comboniano , tenuto a Belém do Para (Brasile), nell’agosto 2022. In quell’occasione, fu messa in evidenza la resistenza dei popoli indigeni, delle donne e dei giovani alle violenze compiute contro la Casa Comune nelle più svariate forme.
Padre Juan Armando Goicochea Calderón ha presentato l’importanza del Centro Laudato Si’ di Lima come luogo di formazione, ricerca e progettazione. Vi si sta organizzando una scuola di formazione all’ecologia integrale per operatori pastorali comboniani e diocesani. La pubblicazione del libro Questa terra è nelle tue mani è stata un’ottima iniziativa in termini di formazione dei giovani. Sono in fase di attuazione altri due progetti di produzione sostenibile: apicoltura (che protegge la biodiversità dalla monocoltura industriale) ed esportazione di caffè biologico in Europa.
Odile Nkoy Mputu Booto, direttrice del Centro Missionario Laudato Si’ di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, ha presentato le attività del Centro, tutte miranti ad aiutare la gente a interiorizzare l’approccio adottato dalla Laudato Si’ e a condividere iniziative per promuovere la cura della Casa Comune. Le attività del Centro comprendono incontri annuali che prevedono uno scambio di idee ed esperienze tra istituzioni civili e amministrazioni locali. Alcuni dei suoi membri erano presenti al X Forum Sociale Panamazzonico.
Odile ha sottolineato come il Centro sia veramente un’opportunità per mettere in discussione la pastorale ecclesiale e promuovere un lavoro comune tra laici e religiosi, favorendo una “cittadinanza ecologica critica” in difesa della Madre Terra. Il Centro si è dato come compito principale quello di diffondere i contenuti dell’enciclica di Papa Francesco con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti e di portare l’educazione ecologica nei centri educativi sia pubblici che privati.
A organizzare questo “forum online” hanno collaborato in maniera determinante Flávio Schmidt, laico comboniano brasiliano che ha lavorato negli ultimi anni a Piquiá de Baixo (Maranhão), e il laico spagnolo Xoan Carlos Sánchez. Parlando della loro comunità di Piquiá, i due hanno raccontato delle molte sofferenze patite dalla gente locale a causa dell’inquinamento minerario, ma anche della grande capacità di resistenza presente nella comunità e la sua determinazione a lottare per la difesa della Casa Comune e dei diritti umani.
. LMC Spagna
È stato pubblicato un nuovo video in cui possiamo seguire la realtà attuale della comunità di Piquiá de Baixo accompagnati dai nostri LMC in Brasile.
In questo video viene mostrato come l’esposizione all’inquinamento, ai gas e alla polvere di cemento delle industrie continui a far ammalare gli abitanti della comunità.
Il video è in portoghese, ma è possibile attivare i sottotitoli e impostare la traduzione automatica per seguire le notizie.
Il centro diocesano della diocesi di Bologna ha organizzato un incontro sul VI capitolo della Fratelli Tutti in collegamento con Emma Chiolini (LMC in Brasile).
Il Centro di Innovazione rurale e di Sviluppo agroecologico (Ciranda) offre formazione teorica e tecnica in agroecologia a 70 famiglie della città di Açailândia come alternativa economica alla catena mineraria e di agrobusiness della regione, che si trova proprio in mezzo alla ferrovia “Estrada de Ferro Carajás” (Efc). Secondo il coordinatore Xoán Couto, il progetto brasiliano si ispira alla Laudato si’ poiché percorre lo stesso cammino che unisce fede e scienza, in “risposta ai bisogni delle comunità, valorizzando anche le conoscenze tradizionali”
Andressa Collet – Città del Vaticano
La ciranda fa parte del patrimonio culturale della maggior parte dei bambini del Brasile. È una canzone, con una danza in cerchio, che ricorda le mogli dei pescatori del nord-est del Paese che cantavano aspettando il rientro dei mariti dal mare. Una danza comunitaria, sempre in attesa “dell’altro”, proprio come un progetto sviluppato nella città di Açailândia, nello Stato di Maranhão, in piena Amazzonia brasiliana.
Un gioco preso sul serio dal 2018. Ciranda, acronimo di Centro di Innovazione rurale e di Sviluppo agroecologico, ha deciso di scommettere sull’agroecologia come alternativa economica alla catena mineraria e all’agrobusiness della regione, che si trova proprio in mezzo alla ferrovia “Estrada de Ferro Carajás” (Efc), che collega la più grande miniera di ferro a cielo aperto del mondo, a Carajás, nel sud-est del Pará, al Porto di Ponta da Madeira, a São Luís, in Maranhão.
L’ecologia integrale emerge così come una possibilità reale affinché le famiglie non dipendano solo dall’estrazione, ma siano in grado di salvare l’economia locale, generando reddito in casa, con meno impatto sull’ambiente. Il coordinatore di Ciranda, Xoán Carlos Sanches Couto, missionario laico comboniano, è colui che spiega la relazione con la casa comune, che può essere adattata alla realtà di ciascuno: “Ciranda promuove tecnologie appropriate per gli agricoltori familiari e i contadini. Qui testiamo e applichiamo tecnologie e forme di produzione che si adattano bene alle dimensioni delle proprietà degli agricoltori familiari, alle loro conoscenze, alla forza lavoro che trovano all’interno delle loro famiglie e all’ambiente che abbiamo in questa regione”.
I giovani del progetto Ciranda in uno studio sul campo
Agroecologia ispirata alla Laudato si’
Xoán è un agronomo spagnolo, si trova in Brasile da 20 anni e lavora con le famiglie nella regione amazzonica del Maranhão. All’inizio, ha creato la “Casa Família Rural”, un tipo di scuola agricola comunitaria per migliorare la vita e l’educazione della gioventù rurale. Oggi, insieme a Ciranda, porta avanti due progetti che aiutano nella formazione teorica e tecnica 70 famiglie della regione.
Nei corsi offerti, i figli dei contadini imparano a familiarizzare con i modi di produrre colture agro ecologiche, con la possibilità di applicarle nelle loro proprietà. Si tratta di tecnologie adatte all’agricoltura familiare che, una volta apprese a scuola, vengono trasmesse alle famiglie e alle comunità in un flusso permanente di incentivi per non abbandonare l’ambiente rurale. Questo è uno dei buoni esempi provenienti dal Brasile, un’azione che non risolve i problemi globali, ma conferma “che l’essere umano è ancora capace di intervenire positivamente” per migliorare l’ambiente (Papa Francesco, Laudato si’, 58).
Questa idea di lavorare con l’agroecologia, afferma Xoán, “è molto ispirata dall’enciclica Laudato si’, un incrocio di scienza e fede, che ha cercato il meglio che la scienza ha prodotto per spiegare la crisi ambientale, per dare una risposta con la fede, ma anche con una base scientifica. Così anche il Centro Ciranda prende la stessa strada. Usiamo la conoscenza scientifica, abbiamo partnership con istituti di ricerca e università, ma allo stesso tempo la nostra risposta si basa sui bisogni delle comunità, valorizzando anche la conoscenza tradizionale”.
Xoán fornisce esempi delle tecniche insegnate, che vanno dalla bioedilizia, una forma tradizionale di costruzione ampiamente praticata nella regione con argilla e tegole fatte di materiale riciclato, alla produzione di biogas e alla raccolta di acqua piovana con cisterne. Ma si praticano anche l’avicoltura, la piscicoltura e l’apicoltura; si allevano maiali all’aperto e si incoraggiano sistemi agroforestali attraverso la piantagione di alberi da legno e da frutta e pure colture annuali che sono la base alimentare dei residenti, “come il mais, i fagioli, la manioca. Tutto questo è piantato insieme in una forma chiamata policoltura, dove non c’è monocoltura e una specie aiuta l’altra, in modo da avere un ambiente equilibrato: è molto difficile che un parassita o qualche insetto attacchi e causi danni economici. Quindi è un modo per ispirarsi alla natura, che ha anche la sua base scientifica”.
La tecnica della bioedilizia, con argilla e tegole in materiale riciclato
Le sfide di Ciranda: dagli incendi all’agrobusiness
Nonostante i buoni risultati, esistono delle sfide: è il caso degli incendi che provengono da altre proprietà vicine. Xoán dice che generalmente riescono a salvare le coltivazioni permanenti, ma le altre aree, con le loro esperienze di pascolo ecologico e riserve forestali, sono gravemente danneggiate dal fuoco, come è successo negli ultimi due anni: “questa è una sfida che ci porta a pensare come, per i prossimi anni, per superare questo problema si possano costruire barriere forestali meno suscettibili al fuoco. Anche così, comunque, i risultati sono già promettenti: vediamo nelle famiglie un entusiasmo e la volontà di continuare a lavorare la terra, sapendo che questa è una missione per fornire cibo all’umanità e che ciò può essere fatto conservando la nostra casa comune, senza degradare l’ambiente”.
L’alleanza con la natura è già molto presente nella vita della maggior parte dei contadini. Eppure non tutti hanno questa consapevolezza, perché l’agrobusiness è molto presente a livello locale, “trasformando economie, paesaggi e menti”. Come conferma il Papa nella Laudato si’ (54), “molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene comune” e ” qualunque tentativo delle organizzazioni sociali di modificare le cose sarà visto come un disturbo provocato da sognatori romantici”.
Xoán, al centro, con un gruppo di agricoltori familiari
Xoán è pienamente consapevole del fatto che Ciranda sia un’esperienza che “contraddice profondamente i fondamenti del mercato capitalista, dove chi ha di più e chi fa più soldi vale di più”. Per questo, molte volte, spiega, “le famiglie tendono a essere ridicolizzate, a essere minimizzate, a dire che questo non funziona, che questo non può nutrire l’umanità, quando abbiamo già diverse ricerche che dicono che, per esempio, un ettaro di agroforestazione – che è il metodo con cui lavoriamo, il sistema agroforestale – è più produttivo di un ettaro di monocoltura di soia. Questo in termini monetari, ma anche in termini ecologici. Quindi, smantellare questa ‘razionalità monetarista’ è una delle sfide che abbiamo e a cui lavoreremo nei prossimi anni”.
I giovani del progetto Ciranda in uno studio sul campo
*Foto e video prodotti prima delle ultime misure adottate per fronteggiare l’emergenza Covid-19
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