Laici Missionari Comboniani

Incontro della famiglia comboniana a Vitoria (ES-Brasile)

LMC Brasil

Venerdì mattina, 07/06/24, ci siamo incontrati per celebrare e condividere un momento di famiglia. Come Famiglia Comboniana.

L’incontro è iniziato con la celebrazione della Parola, presieduta da padre Carlo Faggion, con la presenza dei padri Elio, Vincent e Willy. Siamo stati accolti dalle Suore Comboniane che vivono lì. Io ho partecipato in rappresentanza dei Laici Missionari Comboniani.

“Una testimonianza credibile di una nuova umanità e solidarietà” è stato un estratto della riflessione di don Carlo. Ci ha anche presentato un’illustrazione di San Daniele Comboni sulla croce con Cristo. Questa immagine è ricca di simbolismi e suscita molte riflessioni in questa giornata dedicata al Sacro Cuore di Gesù.

“Si tratta del matrimonio di Comboni con la Croce e dello sguardo unico di Gesù e Comboni. L’Africa è nel cuore”.

Tranquillo Dias, LMC in ES (Espírito Santo)

Incontro con gli adolescenti di Ipê Amarelo

LMC Brasil

Tornare nella mia terra, nel mio Paese, è meraviglioso. Ma nulla è paragonabile alla gioia che ho provato con i bambini con cui ho lavorato a Ipê Amarelo.

Isabela, Larissa, Laisla ed Erik sono alcuni degli adolescenti che ora fanno parte del coro dei bambini.

Dopo 2 anni e 4 mesi in Mozambico, sono tornata a Ipê Amarelo e ho ricevuto un’accoglienza che non mi sarei mai aspettata.

L’abbraccio forte e il: “Quanto mi sei mancato” che ho sentito da ognuno di loro è stato il momento più emozionante che abbia mai provato. Per me, questa è la migliore ricompensa del missionario.

Dopo l’incontro in chiesa, su loro richiesta, abbiamo organizzato un momento per ricordare ciò che avevamo vissuto e per far sì che ognuno di loro condividesse ciò che aveva vissuto dopo la partenza. Lavoro, studio e sfogo.

È stato un momento molto piacevole, abbiamo chiacchierato e ognuno ha parlato delle proprie aspettative per il futuro.

Io e Tito abbiamo condiviso con loro un po’ della nostra esperienza in Mozambico.

Abbiamo fatto uno spuntino e abbiamo concluso l’incontro guardando le foto degli spettacoli, dei teatri e delle prime prove del coro anni fa. Abbiamo riso molto. È stato meraviglioso.

Sono grato a loro e ancora di più a Dio per avermi permesso di vivere un’esperienza così bella.

Regimar. LMC

Condivisione missionaria sulla missione in Mozambico

GEC Brasil

La sera del 9 maggio, Regimar e Tito hanno condiviso con il GEC (Gruppo di Spiritualità Comboniana) di Nova Contagem il loro primo periodo di missione in Mozambico.

Attraverso foto e video, hanno ricordato vari momenti della loro vita.

I presenti hanno interagito, facendo domande e commentando.

Uno dei punti salienti della condivisione è stato l’aiuto dato alle famiglie con le donazioni ricevute dal Brasile e dalla Polonia dopo il ciclone che ha colpito la regione nel 2022. La coppia ha ringraziato per la collaborazione e ha sottolineato quanto sia stata importante.

Hanno parlato del progetto di semina, che ha funzionato molto bene: hanno dato alle famiglie una quantità di semi di fagioli e mais da piantare e, dopo il raccolto, le famiglie hanno restituito la stessa quantità. Anche se non tutti hanno restituito i semi, il bilancio complessivo è stato positivo, con bei segnali come la restituzione da parte delle famiglie di quantità maggiori di quelle prese, in segno di gratitudine. E questo ciclo continua anche in questo raccolto.

Hanno parlato della cultura, delle sfide, delle gioie e delle prospettive future.

Alla fine, abbiamo pregato insieme e concluso con una merenda condivisa.

Il GEC è grato per la condivisione e l’arricchimento missionario!

GEC Brasil

GEC Nova Contagem

GUARDIÕES: La lotta per la terra

LMC Brasil

“CIAO, SIAMO ANNA E GABRIELE, E QUESTO è CIRANDA, IL PODCAST CHE RACCONTA LA NOSTRA ESPERIENZA DI MISSIONE IN BRASILE. IN CUI PROVIAMO A PORTARVI NELLE SCELTE DI VITA DI OGNI GIORNO, DI CHI VIVE IN QUESTA PARTE DI MONDO.”

Anche oggi dopo una mattinata di sole battente la pioggia ci ha fatto visita, mezz’ora di un potente temporale che si è dissolto in pochi secondi, come il rapido passaggio di un aereo. La stagione delle piogge è diventata questo, una breve doccia fredda, tutti si chiedono se è un caso che non piova più intere settimane come accadeva in passato, ma è chiaro che il cambiamento climatico urla forte anche qui.

Non si arriva a questi livelli da un momento all’altro, dietro c’è sempre un percorso e una storia, e la storia di questa terra ha radici molto profonde. Tutto ebbe inizio molto tempo fa.

Dai tempi dall’invasione coloniale a oggi, infatti, il Brasile non ha mai attuato una riforma agraria popolare. Pensate che in una superficie enorme come quella del Brasile solo l’1 % dei proprietari terrieri possiede quasi il 50% dell’area totale coltivabile nel paese, e la metà di queste grandi proprietà è totalmente improduttivo, potrebbe quindi essere espropriato per la riforma agraria. Il Brasile è inoltre il più grande territorio al mondo in termini di possibili terreni coltivabili. È per questo motivo che da decenni il diritto alla terra si conquista e non si riceve per diritto, è una lotta contro il sistema che ha visto la nascita di grandi movimenti come quello dei SENZA TERRA (MST), movimenti che lottano per poter vivere là dove in molti, con radici nella terra e nei campi, hanno sempre desiderato e vorrebbero continuare a vivere.

Nasce così l’idea di un’occupazione: centinaia di famiglie si riuniscono, si organizzano, occupando grandi appezzamenti di terra per attirare l’attenzione del governo federale. Raimunda, in attesa di ricevere questa terra ha vissuto accampata con la famiglia per anni, in tende arrangiate con teli di plastica e 4 bastoni, all’interno del quale c’erano pentole e carbone per cucinare, vestiti, amache da agganciare tra un albero e l’altro, e poi figli partoriti in mezzo al bosco, cresciuti lontani dalla vita in città. Il tutto in un vero senso di comunità, di lotta, di vita condivisa con poco, in attesa del grande giorno in cui poter ricevere finalmente un pezzo di terra dove costruire le proprie case, circondati da alberi e campi da coltivare.

Gli abitanti dell’Assentamento Francisco Romao hanno conquistato il diritto alla terra dopo 10 anni di vita accampata.

Quando arrivarono in quel territorio scoprirono che era un terreno del Governo, il quale era stato occupato da un proprietario terriero in maniera illegale, tutta la zona era già stata deforestata per creare un immenso pascolo di mucche da latte, distruggendo la vegetazione attorno.

Questo fenomeno di appropriazione illegittima di terra è conosciuto come “Grillagem”, una pratica di invecchiamento forzato di documenti falsi che vengono messi in una scatola con dei grilli, rendendoli ingialliti e rosicchiati, dando loro un aspetto antico e più credibile, un fenomeno di falsificazione per impossessarsi illegalmente di terreni liberi o di terzi. Le famiglie denunciarono questa illegalità per chiedere al governo la possibilità di poter avere parte di quel terreno e poterlo coltivare e riforestare. Dopo anni di lotta e di rivendicazione della terra, ogni famiglia riuscì in questo modo ad avere una proprietà dove poter fare quello che sognavano da sempre: vivere dei prodotti della terra in maniera sostenibile. E’ una storia incredibile quella degli assentamentos, luoghi in cui la vita scorre al ritmo della campagna.

Si entra nell’assentamentos su strade di terra battuta, terra di un rosso vivo, e si è subito circonda di da case e cortili ricchi di alberi da frutto e piante medicinali di qualsiasi genere, di cui le famiglie conoscono ogni beneficio e ne valorizzano fini all’ultima fogli. Quando andiamo a trovarli ci raccontano con grande nostalgia di quei tempi andati: i tempi di precarietà, ma anche di unione, felicità e condivisione. Le case inizialmente erano fatte di fango e paglia, si viveva veramente di poco. La vita in assentamento era una condivisione costante dei propri beni, l’obiettivo era che tutti riuscissero a vivere di quella terra e che le questioni si risolvessero insieme, sotto la tettoia in centro al paese spazio dedicato alle riunioni della comunità. Insieme si decideva cosa coltivare (mais, fagioli, castanha), si decideva dove costruire la scuola, insieme si lottava per ottenere trattori, si lottava per avere un’edificio per la salute pubblica. Queste erano le basi per permettere una vita dignitosa, e le si costruiva insieme. Una vita dignitosa che permetteva di avere almeno 3 pasti al giorno, con riso, fagioli e manioca, elementi base della cucina brasiliana. In tutto questo processo le donne erano le vere protagoniste, a curare la casa, a prendersi cura dei figli e ad aiutare gli uomini nei campi, vero esempio di forza e di leadership.

La collettività, la solidarietà e il fare insieme, è questo il filo conduttore che ha permesso di vincere tante lotte e con cui si sono costruiti e ancora resistono gli assentamentos, luoghi di vita, di lotta e difesa della vita contadina. Le famiglie di contadini hanno sempre avuto un unico grande obiettivo: piantare e raccogliere cibo, ma anche riforestare e proteggere la vegetazione autoctona. Per questo li abbiamo chiamati Guardiões: i guardiani. Guardiani della natura, guardiani del benessere del suolo e di quel pezzo di amazzonia che gli è stato affidato. Guardiani della comunità e della vita contadina, della lotta contro un sistema che vuole sottrarre vita agli ultimi e dare forza ai potenti. Guardiani di quella terra che ormai è stata completamente distrutta.

Nella prossima puntata conoscerete altre storie di donne che hanno scelto di lottare di fronte a tutto questo. Noi vi auguriamo buon proseguimento e una felice e serena Pasqua e resurrezione nel Signore.

Anna e Gabrielle, LMC in Brasile

Sono felice

Tito LMC Brasil

Il 7 marzo per me non è un giorno qualunque, è un giorno molto speciale: il giorno che Dio ha scelto per me per venire al mondo.

E il 7 marzo 2024, giorno del mio compleanno, è stato molto, molto speciale perché, oltre ai messaggi, agli abbracci e alle canzoni di auguri, allo stare con gli amici e le persone che amo, ho avuto un regalo molto, molto speciale. È stato il regalo più bello!

Sono in missione in Mozambico, in Africa, e ho avuto il privilegio di poter visitare gli sfollati degli attacchi terroristici nella provincia di Cabo Delgado, che si trovano a Namapa, nella provincia di Nampula.

Per me è stato un grande regalo di compleanno stare con la gente, poter portare affetto, amore e parole di fede e speranza a loro, che vivono in una situazione molto difficile di povertà e fame.

Ringrazio Dio per avermi fatto questo grande regalo di compleanno.

Vivere la missione significa stare con la gente e camminare con la gente.

Grazie, Dio, per avermi chiamato a questa grande missione!

Tito, Laico Missionario Comboniano.