Laici Missionari Comboniani

I Laici Missionari Comboniani al servizio delle popolazioni in missione

IsabelCiao! Il mio nome è Ma. Isabel Barbosa Buenrostro, ho 39 anni, sono LMC “Laica Missionaria Comboniana” e “Chirurgo e ostetrico.” Sono nata in una piccola città nello Stato di Jalisco in Messico, la mia città è Santa Cruz de las Flores, facente parte del comune di San Martín Hidalgo  a 2 ore da Guadalajara. Ho studiato presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Guadalajara.

Verso la fine del 2004 ebbi modo di incontrare le Suore Missionarie Comboniane e nel 2005 entrai a far parte della loro congregazione. Inizialmente fui destinata, come prima esperienza missionaria, in Ecuador, dove mi sono fermata tra febbraio e marzo, per sostenere la famiglia comboniana fra le comunità afro-ecuadoriane e indigene; lì ho iniziato a comprendere la missione e quanto grande sia la sete di Dio fra le nostre nazioni sorelle, dove la popolazione è abbandonata a sé stessa, discriminata e soffre di una grande povertà materiale nonostante sia ricca di valori e tradizioni che ancora conserva. Seguii per un anno il cammino di formazione in postulato, ma nel 2006 decisi di lasciare la Congregazione delle Suore Missionarie Comboniane poiché la disciplina religiosa mi limitava nello svolgimento della mia professione. E fu così che incontrai i Laici Missionari Comboniani. Con loro ho trovato il luogo adatto dove praticare la mia professione di medico fra i poveri e realizzare pienamente la mia vocazione missionaria.

Il mio lavoro con gli ammalati è una delle mie grandi passioni, perché attraverso loro vedo il volto di Cristo e con loro trovo grande realizzazione e crescita umana per essere lo strumento di cui Dio si serve per aiutare a guarire corpi e anime… Sentii la chiamata di Dio quando avevo compiuto 20 anni. Mi trovavo da alcuni anni a fare discernimento presso la Congregazione Religiosa di Vita attiva delle “Ancelle del Sacro Cuore di Gesù”. Ma quando iniziai a lavorare presso i servizi sociali come medico nei villaggi, capii che la mia vocazione era essenzialmente missionaria. Ed eccomi qui, in cammino, coltivando e lottando per la mia vocazione. Poiché ciò è il più grande e meraviglioso dono che Dio mi abbia fatto, mi sento in questo modo pienamente realizzata come essere umano e credo che la missione alla quale sono stata inviata in questo mondo è andare verso il popolo eletto di Dio, specialmente i più poveri e abbandonati della terra. A San Daniele Comboni dedico la mia vita per servire i miei fratelli come missionaria laica e come medico.

Quando ho incontrato la Famiglia Comboniana tutto era molto bello, Dio mi aveva dato l’opportunità di fare missione per brevi periodi, specialmente come volontaria; dopo la mia prima esperienza missionaria in Ecuador nel 2005 e dopo aver lasciato l’esperienza di postulato nel 2006, ho partecipato ad alcuni campi di missione: nel 2006 nella regione Andina sugli altopiani del Perù, ad Huancayoc, nella Regione di Waras fra gli indigeni Quechua; nel 2010 nella foresta dell’Ecuador a Pambilar, nella Provincia di Esmeraldas, fra gli indigeni Awás; in Guatemala nel 2013 nella Parrocchia della clinica comboniana di SanLuis El Peten fra gli indigeni Quec”Chis.

Recentemente ho concluso la mia esperienza comunitaria e di formazione missionaria come LMC, in quanto è prevista nello statuto degli LMC sia la formazione intensiva per una durata di otto mesi sia la preparazione alla missione Ad Gentes per un periodo minimo di 3 anni. La formazione si è svolta con la mia amica Carolina; per i primi 3 mesi nello Stato di Guerrero, in Messico, nelle montagne del Metlatónoc, dove è presente una missione degli LMC e dei Missionari Comboniani; questa è la regione delle comunità indigene Mixtec. Lì ho vissuto un momento forte e molto speciale; abbiamo condiviso la missione fra le comunità di Huexoapa, Atzompa e Cocuilotlazala. Qui svolgiamo una pastolare catechistica e sociale, soprattutto ci prendiamo cura dei malati. Dato che come laici facciamo coincidere la nostra vita professionale, familiare, sociale, spirituale e religiosa, questo è l’aspetto positivo della vocazione laicale. Come LMC siamo in grado di sostenere con la nostra professione le missioni in vari progetti sociali. I rimanenti 5 mesi (da febbraio a luglio) abbiamo studiato a Città del Messico. Siamo stati accolti presso il Seminario dei Missionari Comboniani, dove abbiamo partecipato a diversi workshop. Come una parte dei nostri studi professionali, riceviamo una preparazione religiosa, spirituale e umana per essere bravi missionari.

Ciò che ho imparato in questo periodo è che tutti gli uomini sono famiglia di Dio, che abbiamo un Padre comune e che tutti i popoli di tutte le nazioni e di tutte le culture del mondo sono nostri fratelli e sorelle. Tutti, in base al contesto in cui siamo nati e cresciuti, abbiamo conoscenza ed esperienza di Dio, perché Dio ha piantato i semi della Sua Parola nella storia di tutti i popoli. Ho capito che la nostra Chiesa Cattolica è universale e che dobbiamo essere fratelli rispetto a tutte le religioni e in particolare che dobbiamo rispettare e conservare le culture delle nostre popolazioni indigene: gli afro-americani e gli africani. Come missionari dobbiamo accompagnarli, camminare con loro, per vivere la nostra fede e condividere la vita con loro; lavorare con loro per recuperare la loro dignità di figli di Dio e responsabilità per il loro sviluppo umano.

Questo è il carisma comboniano che  il nostro fondatore San Daniele Comboni ci ha indicato. Poiché il messaggio della Buona Novella che Gesù è venuto a portare sulla terra e che stiamo ancora proclamando ogni giorno attraverso la sua Parola, gli eventi del mondo e la bellezza della natura e della vita stessa, è di essere felici su questa terra e poi la felicità troverà il suo compimento nella vita eterna. La preghiera e la vita spirituale sono un importante alimento per noi missionari. Il 6 luglio 2014, la Famiglia Comboniana ha celebrato, come ringraziamento a Dio, la conclusione della nostra esperienza di formazione, nella Cappella del Seminario Comboniano di Città del Messico, dove il  responsabile LMC del Messico (P. Laureano Rojo), Provinciale dei Comboniani del Messico e i Padri insegnanti del Seminario hanno presieduto alla Messa di INVIO MISSIONARIO di Ma Isabel Buenrostro e Carolina Carreon, laiche missionarie comboniane. Possa Dio con la potenza dello Spirito Santo, continuare a donarci la sua pace ed illuminare tutti i suoi figli, in modo che tutti possano diventare missionari e annunciare e rendere “vita” gli insegnamenti di Gesù Cristo.

Seconda Assemblea africana dei LMC

KinshasaI coordinatori dei Laici Missionari Comboniani (LMC) delle province comboniane dell’Africa e i rispettivi responsabili missionari comboniani che li seguono hanno tenuto la loro seconda assemblea africana dal 21 al 26 luglio, nella casa comboniana di Kinshasa-Kimwenza, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). È stato un incontro di riflessione sul passato e di programmazione delle prossime attività dei LMC a livello di continente africano.

Alla seconda assemblea africana dei LMC hanno partecipato 25 persone: 18 laici, 5 comboniani e 2 comboniane, compresi i responsabili della commissione centrale dei LMC, Alberto de la Portilla e P. Arlindo Ferreira Pinto.

La mattinata del primo giorno è stata dedicata a due temi formativi con lo scopo di introdurre i partecipanti ai lavori dell’assemblea, uno sulla realtà congolese attuale e l’altro sulla visione di missione nella Evangelii gaudium.

L’assemblea si è aperta con la presentazione dei partecipanti, guidata dai membri laici della commissione africana dei LMC: Dieudonné Likambo (Dido), congolese, Innocent Mweteise Karabareme, ugandese, e Márcia Costa, portoghese, che lavora in Mozambico. Di questa commissione fanno parte anche i provinciali P. José Luis Rodríguez López, del Mozambico, e P. Joseph Mumbere Musanga, del Congo. P. José Luis si trova in Messico e P. Joseph ha partecipato solo agli ultimi giorni d’assemblea per impegni personali.

Subito dopo sono stati distribuiti i vari incarichi per tutta la settimana.

Márcia Costa ha colto l’occasione per ricordare i principali obiettivi dell’assemblea: approfondire i temi dell’identità, della formazione e dell’indipendenza economica, rivedere e programmare le attività dei LMC a livello di continente africano e delle singole province, tenendo presente le conclusioni delle assemblee intercontinentali dei LMC, in particolare dell’ultima, quella di Maia (Portogallo), nel dicembre 2012, e della prima assemblea africana, nel dicembre 2011, a Layibi (Uganda).

Le parole di benvenuto sono state espresse attraverso il messaggio di P. Joseph Mumbere Musanga (letto da P. Enrique Bayo Mata), e di Suor Espérance Bamiriyo Togyayo, superiori provinciali dei comboniani e delle comboniane in Congo. Entrambi hanno sottolineato il valore della collaborazione fra i due Istituti nati dallo stesso carisma di Comboni e l’importanza della preghiera e della testimonianza missionaria come famiglia comboniana.

P. Arlindo Pinto, coordinatore dei LMC a livello di Istituto comboniano, ha portato a tutti i saluti di P. Enrique Sánchez, superiore generale, e di P. Antonio Villarino, assistente generale, che seguono con attenzione le diverse realtà dei LMC nel continente africano. Da parte sua, Alberto de la Portilla, membro e coordinatore della commissione centrale dei LMC, ha detto che questa assemblea è un evento che interessa non solo i LMC africani, ma tutti gli altri LMC del continente europeo e di quello americano che vivono in contesti e realtà differenti, ma con un forte senso di appartenenza ai LMC.

P. Jean Claude Kobo Badianga, comboniano congolese, ha presentato brevemente la storia della Repubblica Democratica del Congo (RDC) per rendere più comprensibile la situazione sociopolitica ed economica attuale del paese, facendo un confronto con la storia e con i conflitti passati e recenti dei paesi vicini (Angola e Congo Brazzaville, Ruanda e Burundi, Uganda, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana). Ha parlato delle principali difficoltà che impediscono una governabilità stabile e veramente democratica nella RDC come, ad esempio, il tribalismo, il regionalismo e la corruzione.

Ha fatto riferimento ai diversi gruppi di ribelli armati attivi soprattutto nel nord e nord-est del Paese con la complicità politica nazionale coniugata con gli interessi internazionali legati alle ricchissime risorse naturali del suolo e sottosuolo congolese. Il petrolio, l’oro, il coltan e tante altre risorse minerarie preziose sono la vera fonte delle contraddizioni sociali, delle disuguaglianze economiche e dei conflitti armati nella RDC.

La Chiesa cattolica e le centinaia di altre chiese e sette religiose prendono posizioni diverse davanti alle realtà che il paese attraversa, la maggior parte delle volte per favorire lo status quo e solo raramente per denunciare le ingiustizie di cui sono vittima i congolesi dal nord al sud del paese.

P. Jean Claude ha ricordato che i LMC hanno qui, in questa realtà sociale, nella RDC e negli altri paesi africani, una responsabilità cristiana e morale che può e deve essere presente nelle loro attività pastorali e professionali.

KinshasaP. Enrique Bayo Mata, comboniano spagnolo, che lavora nella RDC, ha presentato il tema della missione partendo dall’esortazione apostolica “Evangelii gaudium” di Papa Francesco. Dopo una presentazione generale del documento, P. Enrique ha sottolineato la prospettiva della nuova evangelizzazione contrassegnata dalla gioia dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo di Gesù Cristo nelle diverse periferie umane del mondo attuale. Ha parlato dell’urgenza della conversione pastorale per portare la Chiesa ad uscire da se stessa per diventare missionaria, porsi cioè al servizio delle persone e dei popoli, soprattutto degli esclusi, di quelli che hanno più bisogno della gioia, della fede e della vita cristiana e di quelli che sono più lontani dai valori del Vangelo.

Ha poi detto che i laici, formati professionalmente e intellettualmente, hanno una missione particolare nel processo pastorale dell’evangelizzazione che mira alla trasformazione della società e all’inclusione sociale dei poveri nella vita attiva dei loro paesi.

Nel pomeriggio del primo giorno, Innocent ha fatto una panoramica generale sui LMC, ricordando che si comincia sempre da una piccola realtà e con poche cose, ma che si cresce e si matura se si ha una visione chiara dell’identità, di chi siamo, e se si ha un piano concreto di azione, di ciò che dobbiamo fare, in un contesto permanente di ascolto della Parola di Dio, di preghiera e di discernimento vocazionale, nello spirito di san Daniele Comboni. Dopo l’intervento di Innocent, c’è stata una lunga condivisione di idee ed esperienze delle diverse realtà dei LMC in africa.

Márcia Costa ha poi presentato una sintesi della prima assemblea africana a Layibi, soprattutto riguardo all’identità e alla missione dei LMC. Ha osservato che fa parte della loro vocazione uscire dalla propria realtà o dal proprio paese, per un determinato periodo, per un’attività missionaria concreta, e che il loro impegno è per tutta la vita.

Il secondo giorno di attività è stato dedicato alla presentazione delle relazioni sulle attività della commissione africana, di quella centrale e delle diverse province africane presenti: Egitto-Sudan, Sud Sudan, Togo-Ghana-Benin, Repubblica Centrafricana, Congo, Mozambico e Uganda. Dido Licambo ha presentato la relazione dei lavori della commissione africana dall’assemblea di Layibi fino alla preparazione dell’attuale assemblea di Kinshasa, e Alberto ha presentato le relazioni della commissione centrale e delle province che non erano rappresentate all’assemblea, ma hanno dei LMC nei loro paesi (Ciad, Malawi-Zambia e Etiopia).

Uno dei problemi più discussi è stata la mancanza di comunicazione fra la commissione africana e le diverse province dell’Africa, dovuta soprattutto alle difficoltà derivanti dalla differenza di lingue parlate nelle varie province e al difficile accesso alle nuove tecnologie della comunicazione, soprattutto con Internet, nella maggior parte dei paesi africani.

Per le conclusioni dell’assemblea, è stato adottato il metodo degli incontri di gruppo seguiti da plenaria, il 23 e 24, per poter successivamente rispondere alle seguenti domande: qual è il rapporto che esiste fra i LMC locali e i LMC stranieri che si trovano nel tuo paese? Quali sono le sfide e le strategie di cui tener conto per fare un cammino comune? Come possiamo condividere i contenuti della formazione dei vari paesi per riuscire ad avere una stessa base formativa a livello continentale? Che cosa ci manca per vivere la vocazione di LMC secondo le conclusioni di Layibi? Quali strategie seguire per poter vivere pienamente la vocazione LMC? Quali strategie adottare per arrivare all’indipendenza economica? Come possiamo organizzare il movimento dei LMC a tutti i livelli, formazione, rapporto fra LMC di diversi Paesi dell’Africa, vocazione, organizzazione, economia?

Nel pomeriggio del 24 e nella mattinata del 25, i laici si sono incontrati fra di loro per formulare le conclusioni mentre i comboniani e le comboniane ne hanno approfittato per parlare della loro collaborazione con i LMC e condividere alcune idee ed esperienze su come aiutarli a rafforzarsi in tutte le province comboniane.

È stato ricordato che questo impegno è stato assunto dai comboniani nel Capitolo Generale del 2009.

L’ultimo pomeriggio dei lavori sono state lette, discusse e approvate le conclusioni. Si è poi passati all’elezione della commissione africana: sono stati rieletti per i prossimi tre anni Dieudonné (Congo), Innocent (Uganda) e Márcia (Mozambico).

Infine è stato suggerito che il prossimo incontro si svolga nel luglio 2017 a Lomé (Togo); data e luogo dovranno comunque essere confermati dai superiori provinciali del settore.

Kinshasa

Sabato, il gruppo ha visitato il giardino botanico di “Kisantu-bas Congo” e la cattedrale di Kisantu, a circa 120 km da Kinshasa.

L’assemblea si è conclusa domenica con un incontro congiunto con i LMC congolesi di Kinshasa, nella sede provinciale di Kinshasa-Kingabwa, seguito dall’Eucaristia, presieduta da P. Joseph Mumbere, e da un pranzo fraterno.

Arlindo Ferreira Pinto.

In cammino con il Comboni

Mozambique

Ciao compagni di viaggio, la pace sia con voi!

In questi giorni si è tenuta l’Assemblea MCCJ nella Provincia del Mozambico. Come Famiglia Comboniana , le Suore Comboniane e noi LMC siamo stati invitati a partecipare alle prime due giornate. Questo ci ha permesso di conoscere meglio la nostra Provincia e i Missionari Comboniani che lavorano qui.

In quest’anno giubilare in cui si celebra il 150° anniversario del piano di Comboni, iniziamo con una riflessione di Padre Vitor Dias, educatore del noviziato di Santarém in Portogallo. Come sognare, fare esperienza ed annunciare Cristo, Comboni e la gioia del Vangelo di oggi, nella nostra vita quotidiana, nelle nostre azioni?

Abbiamo condiviso i nostri sentimenti, le nostre esperienze di Cristo nella missione, e così, come gli artigiani realizzano un tappeto, abbiamo condiviso questa riflessione. Termino qui, consapevole del fatto che molte cose restano ancora da dire. Ecco qualche punto:

Siamo invitati, come Comboni, all’incontro con Dio, senza farci condizionare dai nostri impegni, in modo che insieme a Lui abbiamo sempre questo atteggiamento: “Io sono qui per qualunque cosa Tu voglia”, quindi lasciamoci ogni giorno, ispirare, innamorare, appassionare, sfidare dal Signore della missione.

Una metodologia di incontro, che ci permetta di vivere la Pastorale dell’incontro con le persone in un atteggiamento di ascolto e di dialogo. Osare vivere la missione come “saluto”, iniziare un “cammino” con le comunità, in modo che nelle riunioni informali, annunciamo Cristo e permettiamo a noi stessi di essere evangelizzati da coloro che ci accolgono.

Vi ricordate l’atteggiamento di Papa Francesco quando lasciando l’auto andò dall’anziana signora? Ciò non ebbe un maggiore impatto sulle persone, non rivestì carattere di grande annuncio di Cristo, piuttosto che mille parole pronunciate ad un microfono?

Per questo, anche noi dobbiamo lasciare la nostra “auto”, spogliarci di ciò che siamo e abbiamo (educazione, stile di vita, esperienze personali) per trovare l’altro, la nostra comunità e le persone che ci hanno accolto, dall’essenza di ciò che le persone sono. E’ un invito ad un atteggiamento di umiltà; a trovare l’altro partendo da ciò che l’altro è. Una sfida importante, non è vero?

Piano di Comboni: riproduzione o attualizzazione? Potremmo dire entrambi gli atteggiamenti. Un atteggiamento di riproduzione rispetto al piano di Comboni in ciò che è la sua massima espressione: la libertà della persona umana. D’altra parte uno degli aspetti fondamentali del Piano è la dimensione dell’oggi. Un piano che non è solo carta, ma azioni che generano vita, una vita che vogliamo in abbondanza: per questo è essenziale partire da ciò che si è già costruito per contestualizzare la nostra realtà di oggi, dove si è. Cerchiamo di lasciare il “vecchio” per iniziare il “nuovo” partendo da un atteggiamento di continuo discernimento.

Qual’è il nuovo atteggiamento? Cosa vogliamo? Realizzare strutture o costruire con la gente? Edifici in pietra o insediamenti umani?

Questa la sfida: cerchiamo di non diventare semplici amministratori di strutture create ma cerchiamo, inventiamo nuove opportunità, senza paura, con speranza e fiducia, non in un atteggiamento di “chi viene per dare” ma di chi “viene per imparare e camminare insieme”.

Cogliere la ricchezza della diversità, in modo che possiamo impostare il ritmo per una missione in crescente collaborazione e reciproca assistenza fra le persone con cui lavoriamo, in modo che essi siano sempre più i protagonisti della missione e della loro vita.

Vi lasciamo con la domanda: “Come incarniamo il Vangelo oggi?”

Nella consapevolezza che nessuno di noi ha tutto e che nessuna cultura impoverisce il Vangelo, camminiamo con il timore del viandante e il cuore pieno di fiducia nel Signore della missione, che ci chiama ad affrontare le sfide con fiducia e ottimismo.

“La pace sia con voi” e “Non abbiate paura!”

Vi aspetto in Mozambico  😉

MozambiqueMárcia Costa. LMC in Mozambico.

Magda Plekan, “Nuova” Laica Missionaria Comboniana

MagdaDal 27 al 29 giugno scorso si è tenuto l’ultimo incontro LMC, prima delle vacanze, durante il quale si è concluso il nostro anno di formazione. E’ stato un incontro molto speciale per il gruppo LMC e per tutta la Famiglia Comboniana.

Il 27 giugno, durante la Santa Messa nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù, presieduta da p. Keith Miąsik, Magda Plekan è ufficialmente entrata a far parte della comunità degli LMC. Il momento più importante si è avuto quando è stata letta la sua preghiera come atto libero e volontà di entrare nella comunità degli LMC.

E’ stata festa grande per tutta la nostra comunità; nonostante la giovane età, Magda ha risposto con coraggio alla chiamata di Dio. Siamo orgogliosi e felici per Magda, che oltre a Danka, Ewa, Asia e Monika è la quinta persona di nazionalità polacca facente parte a pieno titolo della comunità dei Laici Missionari Comboniani. Tutte le ragazze e tutta la comunità internazionale degli LMC abbracciano con la preghiera e augurano loro un inesauribile entusiasmo prendendo a modello S. Daniele Comboni.

Durante la Celebrazione Eucaristica di sabato abbiamo celebrato l’invio missionario per un’esperienza mensile del nostro gruppo da parte di sette persone. Zuza, Magda, Kasia, Piotrek, Maciek e suor Ula trascorreranno, con p. Maciek come guida, un mese in Africa facendo esperienza di vita missionaria e discernimento sulla propria vocazione.

Domenica abbiamo ascoltato la testimonianza di Magda, la nostra nuova LMC, che ha sottolineato che la comunità è stata molto importante per lei durante la sua esperienza missionaria e che è importante la preghiera che unisce. Ha condiviso inoltre con noi la sua esperienza su come ha maturato la decisione di entrare nella comunità degli LMC. Ha sottolineato che, durante il discernimento, è molto importante la pazienza e la fiducia in Dio.

Ringraziamo Dio per Magda e la sua vocazione ad essere LMC.

Magda Magda
Magda Magda

Gruppo LMC della Polonia

Saluti dall’Africa!!!

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Finalmente i nostri sogni si sono avverati. Siamo di nuovo in Africa. Siamo nella Casa provinciale a Kampala da sabato. Trascorreremo qui circa 2 settimane. Il nostro tempo è prevalentemente impegnato nella visita a luoghi diversi e ad incontrare persone nuove. A poco a poco si entra nell’atmosfera e nella cultura dell’Uganda. Tutto è nuovo, tutto ci attrae, ci sono talmente tante cose da vedere, da conoscere che a volte è impossibile ricordare tutto, soprattutto i nomi. Ma poco a poco, lentamente stiamo imparando tutto.

Siamo molto felici di essere qui. Ad ogni passo ci si sente come a casa. La gente ci sorprende  per la loro apertura, l’accoglienza, il sostegno e la cortesia.

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Durante la prima settimana abbiamo potuto visitare diverse comunità e vedere alcuni dei progetti realizzati dai Comboniani non solo a Kampala. Abbiamo incontrato anche gli LMC che vivono e lavorano a Kampala. Hanno la loro casa, dove si svolgono gli incontri e dove alcuni laici vivono. Alcuni hanno una famiglia, e vivono in altro luogo, ma ogni giorno vengono nella casa degli LMC. Inizialmente ci hanno parlato di loro, degli LMC in Uganda, degli ambienti in cui lavorano, che cosa fanno e come si svolge la loro formazione. Subito ci siamo sentiti a casa, ci sentiamo una comunità, che ha lo stesso obiettivo e la stessa motivazione. Grazie a loro, abbiamo avuto la possibilità di conoscere la vita e la cultura dell’Uganda, grazie ad una serie di incontri svoltisi su vari argomenti. Grazie a tutto questo possiamo conoscere l’atmosfera che è presente a Kampala, in Uganda.

kampala2Siamo anche in attesa del fratello Elio, che torna da una vacanza e con lui andremo a Gulu, il luogo dove trascorreremo i prossimi due anni. Non vediamo l’ora di vedere la nostra missione… ma dobbiamo pazientare ancora. Al momento stiamo cercando di sfruttare al massimo il tempo qui a Kampala. Abbiamo iniziato a conoscere i padri e le suore comboniane che vivono qui. Naturalmente, tutti conoscono Gulu, e quindi da loro otteniamo anche informazioni sulla nostra nuova casa – l’orfanotrofio di St. Jude. Abbiamo imparato la storia, ma anche le importanti sfide che sicuramente incontreremo. Gli incontri sono stati estremamente fruttuosi, perché tutti ci hanno dato consigli; e, grazie a questo, siamo sempre più consapevoli di ciò che vivremo a St. Jude, ma anche delle iniziative cui saremo coinvolti.

Saluti e grandi abbracci per tutti gli LMC.

Asia e Ewa