Laici Missionari Comboniani

La nostra comunità ecuadoriana è in crescita

LMC Ecuador

A metà del 2021, insieme a padre Joseph Ng’ang’a del Kenya, che era il nostro assistente comboniano, abbiamo invitato persone conosciute all’interno della missione e altre che condividevano il nostro carisma a seguire la formazione e a far parte della nostra comunità di laici.

Così, dopo aver seguito la formazione e l’accompagnamento, il nostro aspirante Carlos Enrique Zamora Medina, domenica 1° giugno 2025, è stato accettato come Laici Missionari Comboniani.

Nei giorni precedenti la cerimonia si respirava un’atmosfera di nervosismo e tensione per l’organizzazione e lo svolgimento del programma, che fortunatamente ha ricevuto il sostegno e la collaborazione di diverse persone che hanno dato il loro contributo per poter realizzare quanto previsto.

La messa si è svolta alle 10:00, insieme alla comunità della parrocchia “Nuestra Señora de Fátima” di El Empalme, nella provincia di Guayas. Oltre ai familiari di Carlos Zamora e agli invitati, erano presenti a questa celebrazione anche coloro che hanno seguito con attenzione ogni momento della messa celebrata da P. Seraphin Kakwata, il nostro attuale assistente comboniano, che ha mantenuto le persone molto attente al momento della firma dell’impegno come Laici Missionari Comboniani. È stato un momento molto speciale, condiviso anche con i laici missionari che collaborano all’integrazione pastorale che si svolge nella P. Verbo Divino di Guayaquil.

Successivamente, in un incontro di condivisione, nelle parole pronunciate da Carlos Zamora, egli ha espresso che nella sua vita ha attraversato molti ostacoli per motivi di salute, che ha potuto superare grazie allo sforzo e alle preghiere di sua madre; e, nonostante questa situazione, ha sempre mostrato il desiderio di essere missionario e di fare qualcosa per la Chiesa e per Dio, facendo della frase “La vita è dare tempo” la sua guida per scoprire quale fosse il tempo di Dio, riprendendo la formazione ai sacramenti e gli studi scolastici, universitari e pastorali che aveva lasciato in sospeso.

Nonostante tutto, ha detto che non era ancora sicuro di ciò che lo aspettava in futuro, ma che questo processo è stato per lui una benedizione di Dio e soprattutto una buona decisione seguire la chiamata di Gesù alla sua vita pastorale e laicale, e che insieme alla sua comunità ha potuto consolidare questo desiderio per la missione comboniana.

In questo momento così importante per la nostra comunità missionaria laica, ci sentiamo molto felici e incoraggiati a seguire il carisma del nostro Fondatore, sostenuti da una delle sue frasi: «La provvidenza ha guidato la mia mente e il mio cuore» e a continuare a confidare che i momenti appartengono a Dio e che Egli ci aiuterà a consolidare la nostra comunità. (FOTO 6,7)

Saluti in Cristo.

Avv. Susana Ortega Delgado, LMC

Motivi di Speranza (Sulle tracce del Risorto VI)

Resucitado
Resucitado

Durante questo tempo pasquale abbiamo scoperto la presenza di Gesù Risorto nella nostra vita. Come discepoli missionari vogliamo seguire le sue orme, essere portatori della Buona Novella, fiduciosi che egli ci accompagna sempre nel nostro compito evangelizzatore.

Stiamo attraversando momenti difficili nel mondo. I nuovi leader politici in molti paesi estremizzano il loro discorso a proprio vantaggio. Sembra che si sforzino di accusare gli altri, di separare le posizioni, di creare due fazioni che cercano il vantaggio degli uni a scapito degli altri, e se c’è un cambiamento si cerca una posizione vendicativa.

La violenza e, nel caso estremo, la guerra, sembra l’unica soluzione da proporre per risolvere le nostre differenze. Bisogna prepararsi alla guerra perché siamo destinati a trovarvi la nostra ultima soluzione.

Non ci rassegniamo: un altro mondo è possibile!

Anche noi dei LMC abbiamo le nostre grandi preoccupazioni su come mantenere i nostri compagni e compagne che hanno lasciato tutto per dedicare la loro vita alla missione; in particolare le difficoltà che incontriamo nel convincere nuove persone (giovani e meno giovani) ad unirsi a questo servizio missionario. Trovare nuove persone che completino le nostre comunità in missione e continuare così a condividere la nostra vita con i popoli che il Signore ci ha chiamato a servire…

Ma quando ci troviamo circondati da molte difficoltà, Dio appare e ci ricorda la sua alleanza con noi. Come Chiesa viviamo una lunga Quaresima chiedendo di poter convertirci e superare le nostre debolezze. E grazie a Dio lo incontriamo nella celebrazione del Triduo Pasquale. In quei giorni accompagniamo Gesù nell’ultima cena dove ci insegna l’importanza del servizio. Siamo stati con Lui nella notte del Getsemani per comprendere la durezza di quei momenti, che a volte ci ricordano alcuni dei nostri, e ringraziamo Gesù per la sua determinazione nel confermare il suo SÌ al Padre.

Da lì in poi abbiamo accompagnato Gesù nei momenti più difficili, conseguenza della sua vita. Molti non hanno potuto sopportare le sue parole e le sue azioni, dovevano finirlo. Vediamo Gesù che prende la Croce, la croce che si ripete in tante donne, tanti uomini, bambini e bambine del nostro mondo che continuano a subire ingiustizie, tante realtà dure dalle quali il Signore non fugge, ma fa un passo avanti. Comprendiamo che Dio ha deciso di andare fino in fondo con noi, che non ci abbandona in nessun momento.

E con gioia e letizia celebriamo la risurrezione di Gesù dai morti. La morte, il male, non ha l’ultima parola. Dio risuscita Gesù e ci comunica che Lui è la Via, la Verità e la Vita.

Ora camminiamo un po’ come i discepoli di Emmaus, senza crederci del tutto, senza saperlo riconoscere del tutto…

Ma vediamo come la luce prevale sulle tenebre, vediamo che quella è la strada da seguire. Cadiamo di nuovo ai piedi di Gesù risorto, gli chiediamo perdono e gli rendiamo GRAZIE.

E improvvisamente tutte le nostre difficoltà iniziano a cambiare colore. Non siamo noi, è Lui. Ognuno deve fare la sua parte, ma ciò che conta è comprendere il piano di Dio e dare la risposta che Gesù ha dato con la sua vita.

La risposta che possiamo dare come esseri umani è fragile e subito sorgono le paure, ma quando comprendiamo in quali mani siamo, tutto cambia.

Sappiamo di essere fragili e l’entusiasmo della Pasqua tende ad essere soffocato dalle preoccupazioni quotidiane, ma la Pasqua ci aiuta a vedere la vita con prospettiva. E la comunità ci aiuta a rimanere fedeli.

In particolare, come LMC, riconosciamo nuovamente che la missione è di Dio. Che illusi siamo a pensare che dipenda dalle nostre forze. Noi siamo solo qui per servirla. Lui se ne occupa, dobbiamo solo fidarci. Fidarsi con SPERANZA. Con una speranza che non è altro che un’attesa fondata su ciò che abbiamo vissuto e che stiamo celebrando in questi giorni. La nostra speranza è fondata sulla risurrezione di Gesù. Non importa quanto sia difficile a volte il cammino, sappiamo che Lui ci accompagna ed è con noi.

E confidiamo pienamente nelle ultime parole del Vangelo di Matteo:

Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. E sappiate che io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

Mt 28, 19-20

Alberto de la Portilla, LMC

Riunione dei Consigli generali della Famiglia Comboniana a Roma

Consejos Generales Familia Comboniana

I Consigli generali della Famiglia Comboniana – missionari comboniani, suore comboniane, secolari comboniane e Alberto de la Portilla, coordinatore del Comitato centrale dei laici missionari comboniani – si sono ritrovati per il loro incontro annuale dal mattino di sabato 31 maggio al mezzogiorno di domenica 1° giugno, presso la curia generalizia dei missionari comboniani a Roma.

Mossi dal desiderio di rivivificare la speranza nella circostanza eccezionale del Giubileo, nei giorni sabato 31 maggio e domenica 1° giugno si è svolto, presso la curia generalizia dei missionari comboniani, il tradizionale incontro annuale dei Consigli generali della Famiglia Comboniana (Cgfc). Si sono quindi ritrovati i membri dei consigli generali dei missionari comboniani (Mccj), delle suore missionarie comboniane (Smc) e delle missionarie secolari comboniane (Msc)); i laici missionari comboniani (Lmc) erano rappresentati da Alberto de la Portilla, il coordinatore del comitato centrale. È stato dato il benvenuto al nuovo membro del consiglio generale dei Mccj, padre Austine Radol Odhiambo, che era al suo primo incontro dei Cgfc.

I partecipanti hanno vissuto ore intense di preghiera, riflessione e dialogo, aiutati da fratel Alberto Degan, che ha presentato una riflessione dal titolo “Spes non Confundit – Lo Spirito, fonte della nostra Speranza”.

L’incontro è cominciato con una prolungata condivisione sia sul cammino fatto dalle varie realtà nell’ultimo anno (mettendo in risalto i principali passi compiuti) e sia sui possibili sviluppi nel prossimo futuro.

Si è poi dialogato sulla situazione del Sudan, che preoccupa tutta la Famiglia Comboniana, in modo particolare i comboniani e le comboniane, che in questi anni hanno visto le loro presenze ridursi a un piccolo gruppo di confratelli e consorelle. Se è chiaro e forte in tutti il desiderio di ritornare in Sudan, appare altrettanto chiaro che non potremo limitarci a un semplice “rientro” per tornare a fare quello che si è fatto in passato, perché il Sudan di oggi non è più il Sudan che abbiamo conosciuto. Il dialogo è destinato a protrarsi sulla base di informazioni più precise, che speriamo di ottenere entro breve.

Si è poi parlato del Forum Comboniano sulla Ecologia Integrale, che si svolgerà a Belém (Brasile) in novembre, in concomitanza con la 30a Conferenza delle Parti (Cop30), offrendo precise informazioni e indicazioni per facilitare la partecipazione all’evento.

Il dialogo ha poi definito meglio come si procederà nella redazione di uno strumento comune (un dossier, o un inserto, da presentare sulle riviste e nei siti-Web comboniani, o fatto conoscere attraverso altri strumenti divulgativi della Famiglia Comboniana) che sappia mettere in risalto il fatto che il carisma comboniano è vissuto come comune origine carismatica, ma con diversi stili di presenza e differenti enfasi metodologiche, e con una fruttuosa collaborazione nei diversi contenti sia geografici che culturali.

Per ultimo si è identificato come tema di grande rilevanza e di comune interesse quello della Interculturalità, che farà da tema di fondo del prossimo incontro dei Cgfc, che avrà luogo il 30 e 31 maggio 2026 presso la casa generalizia delle suore comboniane a Roma.

L’incontro si è concluso con la celebrazione dell’Eucaristia della solennità dell’Ascensione del Signore presieduta da padre David Domingues, vicario generale dei Mccj.

Fratel Daniele Giusti, Mccj

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Missionari Comboniani (Mccj): Padre Codianni Luigi Fernando, superiore generale; P. David Costa Domingues, vicario generale; Fr. Lamana Cónsola Alberto; P. Radol Austine Odhiambo; P. Sindjalim Essognimam Elias.

Suore Missionarie Comboniane (Smc): Madre Anne Marie Quigg, superiora generale; Sr. María de los Angeles Funes Rodríguez, Vicaria Generale; Sr. Alicia Vacas Moro; Sr. Veronicah Wangũi Mbũrũ; Sr. Eleonora Reboldi.

Missionarie Secolari (Msc): Dal Zovo Maria Pia, responsabile generale; Zenere Teresa; Villamar Ultreras Gina; Paula Clara Macedo Ferreira Carvalho; Ghelfi Paola.

Laici Missionari Comboniani (Lmc): Alberto de la Portilla, coordinatore del Comitato Centrale.

Fuente: Comboni.org

Correre in aiuto di chi ne ha bisogno (Sulle tracce del Risorto V)

Resucitado
Resucitado

Nella seconda accezione della parola RESUCITAR (risorgere), il dizionario della RAE ci dice che a livello colloquiale significa «ristabilire, rinnovare, dare nuova vita a qualcosa».

Quest’estate ho vissuto un’esperienza missionaria in Mozambico insieme ad altri cinque compagni. Durante questa esperienza ho conosciuto Donna M., una donna vedova, di profonda fede, con una lunga vita di lavoro come insegnante. Aveva una personalità molto affabile e si preoccupava per tutti i suoi vicini e, da alcuni anni, nel suo desiderio di aiutare gli altri, aveva riunito un gruppo di persone, membri della parrocchia di Songo, per avviare da zero il gruppo della Caritas.

Grazie al suo impegno e a quello dei suoi compagni, la Caritas Songo è stata avviata con l’obiettivo fondamentale di restituire la dignità a tutti i bisognosi del paese.

Ogni giorno usciva a piedi con il suo gruppo per visitare, accompagnare, distribuire, ascoltare… sempre con un sorriso sul volto e uno sguardo trasparente che mostrava il Gesù misericordioso che lei portava a tutti.

Potrei parlare di molte delle esperienze che ho condiviso con Donna M., ma quella che mi ha colpito di più è stata il giorno in cui siamo andati con il gruppo a rispondere a una chiamata di emergenza. Un anziano era rimasto per strada perché era stato cacciato dalla casa in cui viveva. Si era rifugiato in una stanza abbandonata, sporca, fatiscente e senza porta. I vicini hanno segnalato la situazione e Donna M., senza esitare un attimo, è andata in suo aiuto, tirando fuori dalle proprie tasche i soldi per coprire le prime necessità dell’anziano, principalmente cibo e acqua… Ha chiesto alla comunità di mobilitarsi per trovare una soluzione al problema della mancanza di una porta e rapidamente sono riusciti a procurarne una che ha risolto la mancanza di privacy e sicurezza dell’anziano. E proprio come fece il Buon Samaritano, lasciò altri soldi a una vicina dell’uomo, affinché potesse comprare altro cibo e tutto ciò di cui aveva bisogno.

La sua generosità, la sue altruismo e umanità, in stile evangelico, ci hanno fatto riflettere sui nostri atteggiamenti e comportamenti nella società in cui viviamo: avremmo agito allo stesso modo? Sicuramente no.

Due mesi fa mi è giunta la notizia della sua morte. Lo stesso Gesù che era presente nella sua opera caritativa, l’ha chiamata per premiarla e ringraziarla per essere stata Buona Novella.

Donna M. si è impegnata a ristabilire, rinnovare e dare nuova vita, cioè a RISUSCITARE, tutti coloro che si avvicinavano a lei per chiedere aiuto. Non si è dimenticata nemmeno di andare da coloro che non potevano o non volevano avvicinarsi alla parrocchia. Quelli erano i suoi eletti, gli stessi a cui Gesù si avvicinava perché sapeva che non avrebbero fatto il primo passo.

Ora lei gode della RISURREZIONE che ha dato a tante, tantissime persone a Songo.

Faina Toledo, LMC