Africa
Buon Natale da Aber
Natale è una presenza, una presenza d’amore. Questo è lo stile che Gesù ha scelto per la sua missione, questo è lo stile che anche noi dovremmo avere nella nostra vita come missionari…ovunque noi siamo! Da quando siamo arrivati qui nell’Agosto 2011, abbiamo sempre cercato di essere una presenza che potesse far nascere domande nella vita della gente; è molto difficile dare delle risposte a causa delle diversità che esistono, ma ciò che possiamo fare è testimoniare il nostro stile di essere famiglia, dottore, educatore, padre, madre, marito, moglie e cristiani.
Questa è la ragione per cui noi rifiutiamo di fare grandi progetti, di costruire strutture e altre cose del genere. Gesù non è venuto con i soldi…è venuto povero; Gesù non ha costruito templi…a parte il tempio del Suo corpo. Vivendo qui ormai per un periodo di tempo abbastanza lungo, abbiamo avuto la possibilità di confrontare il nostro stile di missione con lo stile di alcune ONG…noi non abbiamo nessun obiettivo da raggiungere, noi possiamo semplicemente fare il nostro lavoro e vivere la nostra vita al meglio che possiamo.
Se dovessimo valutare la vita di Gesù considerando i risultati che ha ottenuto, potremmo dire che ha fallito. Ma noi sappiamo che non è così.
Allo stesso modo , non è bello vedere che in ospedale le infermiere sono sempre più pigre malgrado Maria Grazia provi a fargli capire che dovrebbero impegnarsi di più per il bene dei pazienti, o non è gratificante quando organizzi un meeting per la commissione giustizia e pace e non si presenta nessuno…ma noi siamo sicuri che questo è il modo corretto per stare insieme alla gente di qua.
Così, ovunque voi stiate vivendo in questo momento, vi auguriamo di essere presenza d’amore per la gente intorno a voi. Non preoccupandosi dei risultati che riuscite a raggiungere, ma cercando semplicemente di seguire i piani che Dio ha preparato per voi…nello stesso modo in cui Gesù ha provato (riuscendoci) a fare la volontà del Padre!
Noi abbiamo bisogno di sentire presenze d’amore intorno a noi, noi siamo chiamati ad essere presenze d’amore tra la gente che ci circonda.
Buon Natale da Aber (Uganda)
Di Marco Piccione
È passato più di un anno da quando è arrivata in Africa
“A volte la gente mi chiede se mi mancano la Polonia, la famiglia o gli amici. Certo, riconosco che è del tutto normale provare nostalgia. Certi giorni mi piacerebbe poter stare con la mia famiglia, con gli amici e parlare con loro, ma subito dopo mi viene in mente che mi piacerebbe solo per un momento e che subito dopo vorrei tornare qui, in Africa”, ha detto Danusia Król, laica missionaria comboniana (LMC) della Polonia, che lavora fra i più poveri e abbandonati in Uganda.
“Questi pensieri non sono frequenti, raramente ho il tempo di sedermi e pensare; è sempre meglio vivere qui e ora, perché il tempo vola senza pietà. Qualche giorno fa è stato il primo anniversario del mio arrivo in Africa e una montagna di ricordi si è affollata nella mia mente così ho pensato di scriverli. In sintesi, è stato un anno ricco di nuove esperienze, nuove persone, nuovi luoghi e culture: tutti molto belli ed è impossibile descrivere bene tutte le situazioni, i sentimenti e i ricordi. Ad ogni modo, la maggior parte, potete trovarla sul mio blog. Grazie a Dio per questo tempo.
Ho passato le ultime settimane lavorando, come al solito. Il settore della fisioterapia è molto migliorato. Durante la mia permanenza qui, tutti si sono abituati e ora la collaborazione con i medici e le infermiere è piuttosto buona. Mi ha molto aiutato ricevere le attrezzature dalla Polonia, cosa di cui vi ringrazio ancora una volta.
Danusia Król
Il nostro vivere la Missione!
Una riflessione-preghiera dai nostri amici Maria Grazia e Marco Piccione, Laici Missionari Comboniani Italiani.
I Piccio (come li chiamano gli amici) sono… papà Marco (Piccione appunto), mamma Maria Grazia e i loro due bimbi Francesco (4 anni) e Samuel (2 anni e mezzo).
Sono una famiglia di laici missionari comboniani originari di Rho(MI) e appartenenti al gruppo Laici Missionari Comboniani di Venegono Superiore (VA).
Dall’agosto 2011 vivono ad Aber (Uganda) dove sono stati inviati come laici missionari comboniani, fidei donum, dalla diocesi di Milano alla diocesi di Lira (Uganda).
Maria Grazia lavora come medico nell’ospedale di Aber e Marco è impegnato invece come educatore dell’orfanotrofio Saint Clare, nelle scuole e sul territorio in svariati ambiti educativi e sociali.
Francesco va all’asilo parrocchiale Saint Josephine Bakhita e Samuel è un bambino ugandese che stanno adottando e che vive con loro da quando ha 10 mesi.Il loro progetto di missione consiste nel condividere la quotidianità del lavoro e della vita familiare con le persone che incontrano ogni giorno, portando una testimonianza di responsabilità, di impegno e
di prossimità.
Questa riflessione (e molte altre) potete trovarla sul loro blog, che è lo strumento attraverso cui ogni settimana condividono la loro esperienza con i molti che in Italia (e non solo) li accompagnano, li sostengono e rendono possibile il loro sogno: http://picciouganda.blogspot.it/
Missione è…
missione è…io sono questo (per la mia storia, la mia cultura, le mie capacità) e questo “essere io” lo voglio condividere con te;
missione è…condividere una rivelazione che mi rende felice;
missione è…quando appoggio i piedi giù dal letto tutte le mattine rinnovare i “si” che si sono detti (come marito, come papà, come educatore, come cristiano) e ripromettersi di dare il massimo;
missione è…non pretendere cambiamenti nell’altro;
missione è…non c’ho voglia ma lo faccio lo stesso;
missione è…non ho le forze ma so di poter attingere ad una riserva extra;
missione è…ho paura ma mi affido;
missione è… non ho le capacità ma faccio del mio meglio
missione è…faccio fatica a capirti (e a capirTi) ma mi sforzo;
missione è…far continuare a vivere i profeti di ogni tempo testimoniando quanto abbiamo appreso da loro;
per tutto questo, missione è… crescere mettendo alla prova noi stessi;
per tutto questo, missione è… con tutti;
per tutto questo, missione è… ovunque;
per tutto questo, missione è… sempre.