Laici Missionari Comboniani

Gesù ci passa il “testimone” della missione

Commentario a Mc 16, 15-20: Solennità dell’Ascensione, 17 maggio 2015
Questa volta la lettura evangelica della liturgia fa un salto. Dal vangelo di Giovanni, che abbiamo letto le ultime domeniche, passiamo a leggere l’ultima parte dell’ultimo capitolo di Marco, che gli esperti assicurano che è stata aggiunta più tarde alla redazione originale, il che non gli toglie niente al suo importante significato per la Chiesa primitiva e per noi. I cinque versetti che leggiamo oggi ci parlano di come Gesù ha passato il “testimone” della missione alla Chiesa per continuare la sua missione nel mondo. Vediamo brevemente questi cinque versetti:

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1.- “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”
Più chiaro non può essere detto. Gli amici e i discepoli di Gesù capirono ben presto tre cose: a) che l’esperienza di amicizia e discepolato che avevano fatto accanto a Gesù di Nazareth era la “perla preziosa”, quello che di più importante era capitato nella loro vite; b) che non ostante la sua morte –o precisamente in essa- Gesù non era un perdente ma un vincitore –non in base alla prepotenza, ma in base all’amore- e che adesso Lui vive acanto al Padre –per cui è presente in ogni epoca della storia-; c) che questa meravigliosa notizia non possono tenerla per loro soli, ma deve arrivare a tutti gli angoli della Terra. Annunciare questa “Buona Notizia”, questo “vangelo” non è un mandato per imporre ad altri un’ideologia o alcuni riti, ma per condividere con tutti l’enorme dono ricevuto.

2.- “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo”
I discepoli sanno anche che la misericordia di Dio fu rivelata a loro e a tutti gli esseri umani in Gesù Cristo. E che per ricevere questa misericordia non c’è bisogno di diventare “i migliori”, di fare qualche cammino straordinario; c’è bisogno soltanto di credere, di non chiudersi nel nostro orgoglio e ipocrisia, ma aprirsi gratuitamente al dono di un Amore gratuitamente offertoci. Il Battesimo è il segno eloquente di quest’accettazione, di questo riconoscimento del proprio peccato e di questo lasciarsi purificare e liberare dall’Amore senza limiti rivelato in Colui che “non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso… divenendo simile agli uomini”.

3.- “Imporranno le mani ai malati e questi guariranno”
Molte volte pensiamo che la missione che Gesù ci affida consista nel predicare. Ed è vero che la parola è molto importante; essa illumina il nostro cammino e ci fa entrare in relazione con Dio e con il prossimo. Ma il Messaggio cristiano è molto di più che parole; è vita, azione, salute, educazione, libertà… agisce nelle realtà concrete delle persone e della società. E’ interessante notare come dall’inizio della missione cristiana ha prodotto intorno a se tutto un mondo di solidarietà (scuole, ospedali, centri per anziani e bambini, etc.). Queste azioni sociali non sono un modo per guadagnarsi la simpatia della gente; sono dei “segni messianici”, come quelli che faceva Gesù: azioni concrete che mostrano l’amore di Dio per ogni persona nella sua concreta situazione storica. D’altronde, questa “sanazione”, che nel mondo occidentale è capita come semplice guarigione fisica, è molto di più: è una sanazione della persona stessa, nella sua profonda identità, il che ha, tra l’altro, evidenti effetti fisici, psicologici e anche sociali. Non c’è dubbio, il Vangelo, quando è annunciato e ricevuto nella sincerità, ha in se una straordinaria forza sanatrice e liberatrice.

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4. “Fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio”
Naturalmente, questi termini –assunto, sedersi, destra- hanno un valore simbolico e vogliono trasmetterci una verità importante: che Gesù, adesso che è “nel cielo”, oltre la storia, non ha più le limitazioni proprie di un galileo del primo secolo; adesso Lui è contemporaneo di tutti noi, di qualunque cultura, e de qualunque esperienza umana. In questa sua nuova condizione, Gesù non è più manipolabile da nessuno (“Non mi toccare”, dice alla Maddalena), ma allo stesso tempo è vicino di ognuno di noi, qualunque sia la sua condizione di vita: uomo o donna, bianco o nero, più o meno peccatore, progressista o conservatore… Tutti noi possiamo entrare in comunione con Colui che è “seduto alla destra di Dio”.

incinnati (combonianos)

5.- “Essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore cooperava con loro”
I discepoli non rimassero a Gerusalemme, paralizzati dal ricordo e dalla nostalgia del Maestro. Si fecero responsabili del Vangelo nel Mondo e partirono, con uno spirito di libera fedeltà e creatività apostolica, sentendo che il Signore continuava sempre presente, anche se in un altro modo. Questa è la Chiesa, la comunità dei discepoli che si fa carico del Vangelo nel mondo. Ognuno di noi è parte di questa Chiesa missionaria e ha la sua parte di responsabilità nella missione ricevuta da Gesù.
P. Antonio Villarino
Roma

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