«Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,10-11)
Carissimi confratelli,
giunga a tutti voi e alle vostre comunità un augurio di pace e di speranza per il prossimo Natale.
Invitiamo ciascuno di voi a far risuonare, ancora una volta, nella nostra vita e in quelle delle nostre comunità, l’an-nuncio dell’angelo ai pastori («Pace sulla terra agli uomini che Dio ama» – Lc 2,14b), certi che l’annuncio, come lo fu per i pastori, sia anche per noi tale da renderci “contemporanei all’evento”. Un evento che ci faccia «ritrovare il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell’essen-ziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell’impegno storico, lo stupore della vera libertà, la tenerezza della preghiera» (Don Tonino Bello).
Il “non temete” dell’angelo incoraggia anche noi oggi a non tirarci indietro davanti alle sfide che incontriamo nel nostro quotidiano. Un quotidiano molte volte afflitto da preoccupazioni, da sconforto e da violenza – provocati da diversi fattori – che corrodono in noi la fiducia nella vita e nella speranza di futuro. Tuttavia, «il credente ha nel cuore qualcosa che gli urge, lo muove, mobilita tutte le sue energie: è la “gioia del vangelo”, la sua novità incomparabile. Chi crede, anche nel rapporto con chi è molto lontano, non può rinunciare a voler comunicare la formidabile differenza ed eccedenza, il “di più” e l’“oltre”, che sono costitutivi del Vangelo» (Card. Carlo Maria Martini). Per questo, l’annuncio di gioia dell’angelo diventa un indulto, un arresto del pessimismo, una tregua nelle sofferenze e delu-sioni che induriscono il nostro cuore, e si trasforma in una forza dilagante di fiducia nel futuro che si rigenera nella “pazienza del presente”, una pazienza capace di rivitalizzare lo sguardo più autentico sulla storia e di interpretare gli eventi, cogliendone il vero senso o, almeno, il possibile orizzonte.
Tale pazienza ci spinga a declinare le tre dimensioni essenziali del Natale: l’ascolto e il dialogo, per cogliere i gemiti dei territori e delle persone che in essi vivono, e impegnarsi a promuovere rela-zioni e ambienti sicuri nel presente e nel futuro; l’accoglienza, come frutto di prossimità, di servizio e di cura, toccando le molteplici ferite delle persone sofferenti (giovani, migranti, diversamente abili, famiglie, vittime della guerra); e la profezia, per avviare processi e anticipare, con proposte significa-tive e incisive, la trasformazione della nostra vita e di quella delle persone che serviamo, come frutto del coraggio di donare la vita per gli altri e, soprattutto, perché noi stessi siamo innamorati della vita.
Tra pochi giorni inizia in tutte le circoscrizioni il mandato dei nuovi Consigli Provinciali. A tutti loro inviamo i nostri più sinceri auguri, affidando il loro servizio a Maria, Madre del Principe della Pace e Madre di tutti i popoli della terra, affinché li accompagni, sostenendo la loro capacità di inter-pretare con disponibilità e gratuità la fiducia che hanno ricevuto dai confratelli delle circoscrizioni.
A tutti voi e a tutti i membri dell’intera Famiglia comboniana, auguriamo un felice Natale e un prospero 2023, perché continui per tutti la riscoperta della nostra Famiglia come “culla di vita e di fede”, luogo di accoglienza, e sorgente di speranza e di pace per tutta l’umanità.
Infine, esortiamo tutti a implorare con fervore il Principe della Pace perché porti la consolazione a tutti i cuori feriti, come pure alle nazioni provate da guerre e crisi di ogni genere, così che ogni uomo e donna possa godere di una vita dignitosa e serena.
Buon Natale a tutti!
Il Consiglio Generale