Laici Missionari Comboniani

Diario di bordo Simone Parimbelli

LMC RCA

LMC RCACiao a tutti come state?… sono 6 mesi che non vi scrivo… sono anche 6 mesi che non esco da Mongoumba…che cosa posso raccontarvi?…io sto bene…come dice una canzone italiana é difficile trovar parole molto serie per trasmettere le emozioni vissute a fianco dell’umanitá sofferente della Repubblica Centrafricana…faró in modo di arrivare fino al vostro cuore con la forza delle immagini delle nostre giornate con i bambini pigmei di Mongoumba…
…guardate, senza parlare…per restare nelle vostre preghiere e nei vostri pensieri…in questo tempo di Avvento…

Azzurro come te, come il cielo e il mare
giallo come luce del sole
rosso come le cose che mi fai provare.

LMC RCA

…disegno l’erba, verde come la SPERANZA…come frutta ancora acerba…
…e adesso un po’ di blu, come la notte
…bianco come le sue stelle, con le sfumature gialle
…l’aria di MONGOUMBA puoi solo respirarla…
…Per le tempeste non ho il colore
con quel che resta disegno un fiore ora che è…NATALE, ora che è amore…

Paul, Pierre, Marie, Albert
Dimanche, Pierre, François
Albert, Andre, Philippe, Guy
Marie, Terese, Marcel, Gabriel
Simone Anna Cristina Augusta…
…Buon Natale a tutti!!!

LMC RCA

Simone Parimbelli (LMC). RCA

Ritiro sulla “Missione dei Laici Missionari Comboniani: sfide, sogni, speranze”

retiro LMC

retiro LMCSabato 16 e domenica 17 giugno ci siamo ritrovati presso l’Osservanza di Bologna per un momento di convivenza, per pregare insieme e riflettere sulla “Missione dei Laici Missionari Comboniani: sfide, sogni, speranze”, guidati da padre Giovanni Munari.

Sabato pomeriggio erano presenti per il gruppo di Bologna: Micaela, Emma, Chiara, Eileen, Agostino, Giuliana, Annalisa e Michele e per il gruppo di Padova: Fabrizio, Francesca, Dorella e Roberto.

Siamo partiti dal significato del termine “Missione” e dalla Parola.

Padre Giovanni per cominciare ci ha ricordato che il Vangelo è uno solo per tutti, sia per i laici che per i preti, le suore, ecc… Le Beatitudini sono un ideale di vita per tutti, non solo per i consacrati.

Il Battesimo ricevuto dà pieno diritto (e dovere) a ciascun laico di sentirsi parte integrante della Chiesa, di annunciare il Vangelo, di lavorare per la Chiesa, è un “diritto di Cittadinanza” all’interno della Chiesa per tutti i Battezzati. E se vogliamo costruire qualcosa lo dobbiamo fare sulla Parola, non sui documenti.

Ci siamo posti alcune domande: Cosa vuol dire fare del Vangelo l’ideale della nostra vita? La chiesa oggi è andata fuori strada?” “Cosa ci chiede lo Spirito?” “Perché’ papa Francesco parla tanto della necessità di rinnovare la liturgia? Sentiamo anche noi questa esigenza? Sentiamo presenti Fede e Vita nelle liturgie delle nostre chiese?

Quindi partendo da chi siamo e ricordando che il fondamento della nostra fede è la Parola, che celebriamo nella liturgia, ci siamo soffermati sul nostro rapporto con il mondo come Chiesa.

La grande rivoluzione è quella di capire che la Chiesa non è il centro del mondo, ma è la Chiesa che ruota attorno al mondo, proprio come è stato per la rivoluzione Copernicana.

E il rinnovamento della Chiesa passa anche dalla liturgia.

A questo punto abbiamo dato spazio al confronto: come gruppi di Bologna e Padova abbiamo parlato degli impegni portati avanti nel territorio, durante quest’anno appena concluso. Abbiamo sottolineato la ricchezza che ciascuno dei nostri gruppi porta dopo anni di cammino e che rischiamo di perderla, disperderla e non riconoscerla per mancanza di una memoria comune.

Dopo la riflessione, poi, attorno alla Parola ciascuno di noi ha presentato un segno del cammino di quest’anno: il volantino delle “apericene dei Popoli” organizzate a Padova, il volantino degli incontri nelle parrocchie sui nuovi stili di vita organizzati a Bologna, alcuni libri significativi (tra cui Ave Mary della Murgia), la Wipala, una matita riciclata all’80% che non si rompe e scrive anche senza punta, il cartellino del ritiro con il nostro nome, l’olio di Nardo.

Dopo cena ci siamo ritrovati per ascoltare le testimonianze di vita di missione di Sr. Elisabetta Raule e Sr. Federica, Missionarie Comboniane rispettivamente in Ciad e in Centro Africa. E’ stato bello sentire quanta gioia e passione guida i loro passi seppure nelle difficoltà che ogni giorno incontrano nel loro lavoro tra queste popolazioni (Elisabetta, medico che ogni giorno opera tante persone con gravissime ferite dovute ad armi da fuoco e da taglio, per la guerra interna che imperversa in Ciad. Federica, infermiera che lavora tra i pigmei nella foresta.

Domenica mattina era presente solo il gruppo di Bologna: Giuliana, Emma, Annalisa, Chiara, Micaela, Eileen, Lise, Agostino, Michele

Siamo ripartiti dal Vangelo di Giovanni (6,1-14): Gesù chiede ai discepoli dopo la moltiplicazione dei pani di raccogliere i pezzi avanzati «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».

Cosa ne avranno fatto? “Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato”. Quale sarà la ragione di tanta ricchezza?

Dobbiamo fare attenzione che nulla si perda e pensando ai nostri gruppi questo Vangelo ci invita a recuperare le ricchezze dei nostri cammini sparsi in tutta Italia.

Abbiamo quindi letto alcune parti di un documento del 1994: La lettera del Superiore Generale e suo Consiglio a tutti i confratelli sul LAICATO MISSIONARIO COMBONIANO.

Consigliamo a tutti di riprenderlo in mano, ci ha sorpreso leggere alcune definizioni nero su bianco, che affermano l’importanza dei laici comboniani all’interno dell’Istituto comboniano, definisce l’identità del laico missionario comboniano (“toccati, ispirati e contagiati dal carisma di Comboni”), la differenza tra un volontario e un Laico missionario ma non solo, anche altre forme di vicinanza e di impegno missionario. Chi sapeva dell’esistenza dei “Comboniani associati”?

I LMC costituiscono un fatto nuovo che esige da noi fiducia, disponibilità e creatività…” scrive il Generale e tante altre belle cose che rinsaldano la forte relazione tra i padri e i laici all’interno della famiglia comboniana. Prima di tutto però questo documento ci ricorda che essere LMC e’ una vocazione, se è ispirata da Dio cresce come quel seme gettato nella terra, di notte e di giorno, che si dorma o che si vegli. E qui tutti dobbiamo prenderci un tempo per riflettere sulla nostra vocazione.

A settembre ripartiremo per dare forma e contenuto al nostro cammino del prossimo anno, preparandoci ad affrontare con fede e coraggio le sfide che ci si presenteranno, certi che non siamo soli in questo cammino!

retiro LMC

Gruppo LMC Bologna, Italia

Diario di bordo Simone da RCA

Simone Mongoumba

Simone Mongoumba

Ciao a tutti come state? spero tutto bene…qui é iniziata la stagione delle pioggie e per gli spostamenti avremmo bisogno dell’arca di Noè…
… però quando piove Mongoumba si ferma (come tutta la Repubblica Centrafricana credo), i bambini e i maestri non vengono a scuola, in giro non c’è nessuno, e noi possiamo… …dormire…tutto il giorno… 🙂 … al suono della pioggia che cade…
…e pensare a tutti voi che siete in Portogallo, in Polonia e in Italia… in tutto il mondo… 🙂
… La missione ha i suoi pro e i suoi contro… 🙂

ESPERGESIA

Yo nací un día
que Dios estuvo enfermo.

Todos saben que vivo,
que soy malo; y no saben
del diciembre de ese enero.
Pues yo nací un día
que Dios estuvo enfermo.

Hay un vacío
en mi aire metafísico
que nadie ha de palpar:
el claustro de un silencio
que habló a flor de fuego.

Yo nací un día
que Dios estuvo enfermo.

Hermano, escucha, escucha…
Bueno. Y que no me vaya
sin llevar diciembres,
sin dejar eneros.
Pues yo nací un día
que Dios estuvo enfermo.

Todos saben que vivo,
que mastico… y no saben
por qué en mi verso chirrían,
oscuro sinsabor de féretro,
lucidos vientos
desenroscados de la Esfinge
preguntona del Desierto.

Todos saben… Y no saben
que la Luz es tísica,
y la Sombra gorda…
Y no saben que el misterio sintetiza…
que él es la joroba
musical y triste que a distancia denuncia
el paso meridiano de las lindes a las Lindes.

Yo nací un día
que Dios estuvo enfermo,
grave.

(César Vallejo)

Simone Mongoumba

In questa notte profonda, densa, cupa, appiccicaticcia, penetrante, spesso desolante e sconfortante che avvolge tutta la Repubblica Centrafricana, ci sono dei lampi di luce abbagliante che dura solo un istante…
…lampi di fucili, di spari, di armi, di granate seguite da un tremendo frastuono…
…e lampi di … ESPERGESIA… lampi GENERATORI di SPERANZA…

…a Bangui, nel quartiere chiamato KILOMETRO 5, nella parrocchia di Nostra Signora di Fatima (dove ho vissuto 45 giorni e studiato il Sango), nel giorno della solennità di San Giuseppe lavoratore (1 maggio), durante la messa, sono risuonati lampi di fucili, di spari, di armi, di granate…un attacco ben pensato e programmato da persone che vogliono che questa notte continui in eterno…16 vittime!

Abbiamo immediatamente percepito che il rombo del tuono della deflagrazione è risuonato in tutto il mondo (qualcuno ci ha scritto dal Brasile), abbiamo sentito il calore della vostra vicinanza…noi stiamo bene…non siamo stati testimoni diretti…ci raccontano che lentamente la situazione si sta “normalizzando”, e infatti è così…dopo i lampi delle armi, siamo tornati alla normalità di vivere in una quotidiana notte ancora più oscura…

Simone Mongoumba

…a Mongoumba, lampi di ESPERGESIA, lampi GENERATORI DI SPERANZA… lampi infinitesimali ma di Luce sfolgorante…le nostre visite agli accampamenti pigmei, i martedì mattina con i bebè del programma “Malnutrizione”, le domeniche nelle chiesette per la preghiera con la comunità condividendo un po di polenta di manioca e qualche piccolo pesciolino appositamente pescato per noi, gli incontri del giovedì con il gruppo vocazionale, i pomeriggi trascorsi a disegnare e colorare, le passeggiate infinite circondati da bambini festanti… e i piccoli fagottini pigmei appena nati…che ti guardano con i loro occhietti semi aperti e sembrano dirti…
“Io sono nato un giorno in cui Dio stava malato…e malato grave”…
…ma se sono nato in questa notte infernale c’é ancora…
ESPERGESIA…

Un saluto, un abbraccio, un bacio, una preghiera, un GRAZIE…
Simone LMC

Per una storia fatta di nomi

PalermoIl lavoro che realizziamo come missionari e laici missionari comboniani nella realtà delle migrazioni è essenzialmente fatto in rete insieme con associazioni, organizzazioni e movimenti, ecclesiali e sociali, impegnati sul territorio nel riconoscimento e nella difesa dei diritti dei migranti e dei rifugiati.

Dal settembre 2013 il porto di Palermo è entrato a far parte del circuito degli approdi del Mediterraneo dove sbarcano i migranti provenienti dall’Africa e da altri paesi. Siamo presenti, durante lo sbarco, nella distribuzione di un kit di biancheria, scarpe, più una busta con un panino, una mela e una bottiglia d’acqua, cercando di stabilire un contatto con le persone che arrivano. La nostra presenza non vuol essere soltanto un supporto materiale, ma anche una raccolta di informazioni sul trattamento riservato alle persone in arrivo, già provate da esperienze indicibili prima e durante il viaggio in mare, del tutto ignare di quanto gli riserva l’Italia.

Assieme ai vivi, purtroppo, in molte occasioni sono arrivati anche i corpi di migranti morti in mare. Sin dall’inizio la nostra preoccupazione è stata quella di seguire l’iter di questi corpi sino a una tumulazione degna nel cimitero di Palermo.

PalermoOggi anno a novembre, in occasione della commemorazione dei defunti, la società civile insieme con i rappresentanti delle diverse religioni si ritrova per una celebrazione interreligiosa in loro memoria. Una solidarietà alle vittime per denunciare le cause che producono la loro morte, tra cui i patti scellerati dell’Italia e, dietro l’Italia, l’Europa, con La Libia e altri paesi terzi che lavorano per bloccare e respingere i migranti.

Riconosciamo con preoccupazione il diffondersi di una cultura che crede nell’esclusione. Oggi le persone si sentono liberate da ogni dovere sociale, da ogni vincolo con gli altri, da ogni prospettiva comune. È urgente rimettere al centro le storie e la vita dei migranti per contrastare il razzismo e la xenofobia, che si sostengono su affermazioni false e su un’informazione controllata e manipolata dai Mass Media. Attraverso dei percorsi che realizziamo nelle scuole e nelle parrocchie, presentiamo le storie dei migranti ripercorrendo le tappe dei loro viaggi: i motivi della partenza, la permanenza in Libia che stravolge e sconvolge le loro vite per sempre, l’attraversamento del mare Mediterraneo e l’arrivo in Italia, dove finiscono per essere trasformati in numeri. Andare oltre la menzogna, riconoscere e difendere i diritti delle persone migranti, sono passi importantissimi nella costruzione di una società interculturale e multiculturale.

In collaborazione con Enti Civili e/o ecclesiali, condividiamo spazi fisici abitativi per i migranti e progetti di accoglienza diffusa con l’obiettivo di generare incontri e una relazione con il territorio. Nell’accoglienza ci sono criticità legate soprattutto all’eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all’esiguo numero sia di strutture dedicate che di posti nello SPRAR. L’inserimento dei migranti, in moltissimi casi, diventa “una vera lotteria”. Riflettere sui migranti significa ripensare le nostre strutture, siano esse sociali, politiche o ecclesiali. Avere il coraggio di cambiare l’ordine attuale delle cose.

PalermoInfine, la denuncia profetica di quanti (persone e istituzioni) speculano sulla disperazione dei migranti, sfruttando la loro forza lavoro e di quelli che, agendo nel sottobosco della politica, riescono a impadronirsi dei fondi stanziati per le strutture d’accoglienza, è un elemento costante della nostra presenza.

“Ogni volta che costruisci un muro pensa a quello che lasci fuori”, scriveva Calvino. Quello che oggi può sembrare una protezione, domani diventerà una prigione. La vita si sviluppa e cresce oltre il muro. Se la paura è contagiosa, lo sono anche il coraggio e la speranza.
P. Domenico Guarino
Palermo febbraio 2018

 

Cambiare il mondo con Nuovi Stili di Vita

Nuovi Stili di Vita LMC

Noi del gruppo Laici Missionari Comboniani di Bologna abbiamo deciso di “uscire”.

Uscire per incontrare le comunità parrocchiali, per riflettere e condividere sui Nuovi Stili di Vita.

Condividere Testa: per capire i fenomeni in cui siamo immersi.

Condividere Cuore: per sostenere le necessità di cambiamento interiore ed esteriore.

Condividere Mani: per stimolare iniziative che ogni gruppo locale, parrocchiale può mettere in azione.

Sentiamo importante intraprendere un cammino missionario che aiuti a mettere in discussione uno stile di vita sempre più consumistico e individuale, che accresce sempre di più le disuguaglianze sociali, locali e mondiali, oltre che danneggiare brutalmente la nostra Casa Comune: la Terra.

La drammaticità del nostro pianeta, maltrattato e ferito, la tragicità delle condizioni di vita dei suoi abitanti, non può lasciarci indifferenti, è un grido che eccheggia sempre più forte alle nostre orecchie e che è presente qui e ora.

E’ inutile negare che i nostri stili di vita attuali hanno generato e stanno continuando a generare una serie di danni sull’ambiente, nell’aumento della povertà, nelle miserie del mondo.

Nuovi Stili di Vita LMCLe nostre scelte, le nostre semplici azioni quotidiane, hanno una ripercussione su scala planetaria, da quello che usiamo e consumiamo, da quello che compriamo, da quello che utilizziamo e sprechiamo, il mondo è diventato un’unica casa dove siamo tutti interdipendenti e responsabili nell’averne cura. La stessa Laudato sii ci esorta a superare l’individualismo e proporre uno stile di vita alternativo.

Su queste premesse che guidano la nostra volontà, fede e impegno, ci siamo trovati domenica 19 novembre, in occasione della giornata mondiale del povero, nella parrocchia  di Cristo Re di Bologna per condividere con i parrocchiani sia il pranzo comunitario con i “poveri” della città, sia un momento di riflessione e condivisione sulle tematiche dei Nuovi Stili di Vita. E’ stato il nostro primo incontro “fuori”.

Con i parrocchiani abbiamo messo Testa, Cuore e Mani, emozioni, riflessioni e soprattutto la voglia di impegno e di costruire qualcosa di “buono”.

Questo fa capire come è importante trovarsi insieme per tessere relazioni che escano dalla solitudine dell’impotenza, dalla solitudine urbana, sempre più povera e arida di gesti di convivialità e “umanità”. A piccoli passi, vogliamo intraprendere questo cammino missionario, senza interessarci della quantità (tante persone? Poche persone?) ma della qualità e soprattutto di ogni singola persona che ha voglia di camminare con noi, perché insieme si cresce, si cammina, si condivide, si  crea e si trasforma. La missione ci invita ad “uscire”, ad essere testimoni, ma non da soli, insieme agli Altri.

Continueremo per il 2018 ad incontrare altre parrocchie, cercando di costruire alternative che nascano dalla solidarietà, dall’incontro, dalla convivialità che aiutino a mettere in rete idee, iniziative, gruppi, in un impegno di giustizia.

Come diceva Gandhi:“Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”

Nuovi Stili di Vita LMC Emma, LMC di Bologna