Laici Missionari Comboniani

Il vento del cambiamento

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Storie di vita e ministerialità sociale

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I comboniani e le comboniane nacquero grazie al Piano di San Daniele Comboni di rigenerare l’Africa con l’Africa stessa. Il Piano fu pubblicato per la prima volta nel 1864, ma fu rivisto e aggiornato dallo stesso Comboni ben sette volte: fu un’ispirazione dall’Alto, frutto dell’amore compassionevole del Buon Pastore verso l’Africa che Comboni chiamava la perla nera; ma anche una partecipazione dal basso, con espressioni diverse di missione, strategie, coinvolgimento di gruppi ecclesiali, filantropici, scienziati e geografi, per la ricerca di personale e fondi per la sua realizzazione.

I biografi di Comboni gli riconoscono alcune caratteristiche fondamentali, tra le quali la sua chiaroveggenza pratica e dinamica e la sua incrollabile fiducia nella rigenerazione dell’Africa, nonostante gli ostacoli, le croci, le incomprensioni, le critiche e le calunnie; prova ne è che due africani: Daniele Sorur Pharim Den (1860-1900) e Fortunata Quascè (1845-1899),  ambedue sudanesi e sottratti alla schiavitù, nella visione inclusiva dell’opera comboniana, sposarono da subito il piano e, attraverso il loro ministero, ne rivelarono l’efficacia.

Il primo descrisse la reale condizione dei Neri e sottolineò che la rigenerazione degli africani poteva realizzarsi solo a due condizioni: spezzare il giogo della schiavitù e offrire agli africani le stesse opportunità di formazione che venivano date a tutti gli altri popoli. La seconda dedicò tutta la sua vita alla formazione e alla preparazione delle fanciulle africane, perché a loro volta, liberate da ogni schiavitù, avviassero nel cuore dell’Africa nera processi di rigenerazione.

Da oltre 150 anni gli eredi di Comboni, illuminati dall’Alto, con la stessa determinazione e con la stessa fiducia; mossi dall’amore compassionevole per i più poveri abbandonati, hanno dato forma al sogno di rigenerare l’Africa attraverso il ministero sociale, adattando il piano ai tempi e ai luoghi, nel soffio dello Spirito che rinnova la faccia della terra” (Sl 102, 30). Un patrimonio importante da conoscere e da valorizzare, soprattutto oggi, per affrontare un sistema neoliberista di predatori rapaci, che accentra la ricchezza nelle mani di pochi e promuove la cultura dello scarto, escludendo dalle condizioni di vita piena miliardi di persone.

Ecco perché per il 2020, l’anno che i missionari comboniani hanno dedicato alla ministerialità, le direzioni generali della famiglia comboniana, consacrati, secolari e laici, hanno chiesto ad una commissione, nominata ad hoc, di pubblicare un libro nel quale vengono raccontate alcune storie di vita vissuta nella ministerialità sociale. Allo stesso tempo, allargare la ricerca attraverso una mappatura delle nostre presenze e impegni, che coinvolge le comunità della famiglia comboniana, sparse nei quattro continenti.

Ci si proponeva di:

  • Elaborare dei criteri, modalità e principi comuni nelle esperienze esistenti di collaborazione inquadrandole in una prospettiva istituzionale.
  • Valutare in che modo le varie ministerialità hanno un impatto di trasformazione sociale sulla realtà e come la nostra presenza ministeriale risponda a una vera esigenza dei segni dei tempi.

Questo lavoro è stato senza dubbio ambizioso, ma allo stesso tempo limitato, nel senso che è sempre difficile racchiudere in uno scritto la ricchezza del vissuto. Anche perché c’è l’imbarazzo della scelta tra le esperienze di 3.500 missionari consacrati, consacrate, secolari, laici e laiche che operano secondo il carisma comboniano, in Africa, nelle Americhe, in Asia e in Europa.

Il libro dal titolo “Noi siamo missione. Testimoni di ministerialità sociale nella famiglia comboniana”, è stato pubblicato nel giugno 2020, in quattro lingue (italiano, inglese, spagnolo e francese). Il lavoro è stato il frutto della collaborazione di 61 missionarie e missionari, invitati a raccontare il loro vissuto ministeriale sociale; due esperti esterni, inoltre, hanno fatto una lettura sapienziale del materiale, indicando i punti di forza dell’impegno ministeriale e i nodi da sciogliere per una maggiore efficacia per il cambiamento del sistema.

Le narrazioni e le condivisioni fatte in questo testo, aiutano a comprendere che, pur nella molteplicità delle situazioni, degli approcci e delle iniziative, la dimensione sociale è l’asso trasversale di ogni ministero; nel senso che ogni servizio, inteso come dono di Dio, per la sua stessa forza intrinseca, proclama la liberazione degli oppressi, l’anno di grazia” (Lc 4, 18-19) e rivela alle genti i cieli nuovi e la nuova terra” (Ap 21, 1) nel progetto originale e provvidenziale di Dio.

Il racconto della prassi della ministerialità sociale, per questa ragione, arricchisce il paradigma di riferimento della missione, sempre più incarnata nella complessità del mondo di oggi e attenta nel leggere i segni dei tempi e dei luoghi, per poter ri-annunciare a tutti i popoli la fede in Gesù Cristo, con linguaggi e stili di presenza adeguati.

Il processo avviato sarà lungo e graduale nel tempo, ma potrà avvalersi di alcuni temi e suggerimenti messi in evidenza da queste condivisioni e da altre che saranno espresse nella mappatura generale della famiglia comboniana. È previsto anche un momento di raccolta, approfondimento, sintesi, discernimento e rilancio nel Forum sulla ministerialità sociale comboniana a Roma, nel prossimo dicembre 2020.

Non si parte dal nulla o da teorie, ma da eventi vissuti e narrati nella quotidianità della missione comboniana, che si possono sintetizzare con alcuni verbi:

Vedere: con occhi penetranti e cuore apertoper cogliere le sfide e le opportunità per l’annuncio del Vangelo.

Farsi prossimo: nella dinamica di una chiesa missionaria e “in uscita”, che vive ai margini e tocca le ferite dei fratelli e delle sorelle, prendendo su di sé l’odore delle pecore e lo stile di vita dei poveri.

Incontrare: vivendo e promuovendo la mistica dell’incontro. Professare la cattolicità e accorciare la distanza tra credi e culture, attraverso il dialogo e l’ecumenismo, per una fraternità globale.

Rigenerare: lasciarsi sfidare dalla realtà e industriarsi a cercare i cinque pani e i due pesci dei piccoli, l’obolo della vedova, l’acqua della purificazione dei popoli.

Trasformare: non c’è più tempo per modifiche; è tempo di cambiamento! È tempo di affrontare le cause che generano le disuguaglianze tra le persone e tra i popoli e la cultura dello scarto.

Celebrare: Tutto ciò che dà consistenza al ministero sociale e configura i discepoli e le discepole al mistero Pasquale del Cristo, sostegno della fede nella quotidianità della missione.

Ripartire. Nello sguardo dello Spirito non c’è più spazio per la auto glorificazione e la vanagloria; tutto viene provato nella fiamma del fuoco che purifica e spinge ad osare e ripartire per sentieri e strade inediti, perché siano sempre più le vie di Dio.

Gli ambiti della ministerialità sociale

Il cuore della ministerialità sociale è quello di mettersi in ascolto del grido dei poveri, allearsi con loro, perché le loro attese si realizzino e li rendano capaci di trasformazione; nella logica evangelica del Signore: Lui che da ricco che era, si è fatto povero, perché diventassero ricchi per mezzo della Sua povertà” (2 Cor 8, 9).

Come Famiglia comboniana, da sempre abbiamo operato nella dimensione sociale: nella formazione delle coscienze e la preparazione dei leaders professionali; nei Media e comunicazione; Cura e attenzione delle persone, sanità ed educazione; Periferie esistenziali e geografiche (come per esempio la cura dei ragazzi di strada, situazioni di guerra e di conflitto, minoranze etniche; la tratta dei minori e delle donne; diritti umani; carceri, pastoralisti…); la mobilità umana e la pastorale dei migranti; la salvaguardia del creato; la liturgia  e la catechesi.

Prospettive

Il processo avviato nel mettere l’accento sulla dimensione sociale della ministerialità non può né deve essere considerato come un’azione di circostanza e limitato nel tempo. E’un cammino di lungo percorso, secondo la tradizione viva della Chiesa. Deve essere sostenuto, alimentato, e rivisto nel ritmo accelerato del cambiamento epocale, allo scopo di dare efficacia e creatività alla presenza missionaria e carismatica della famiglia comboniana nel mondo di oggi.

La dimensione sociale nella ministerialità invita dunque a rivedere l’idea di missione. Un invito alla famiglia comboniana a riflettere su ciò che vuole essere e vuole realizzare per il bene dell’umanità nella costruzione del Regno di Dio.

Il filo conduttore è sempre la missione, con queste caratteristiche particolari:

  • la trasformazione del sistema che genera la cultura dello scarto;
  • la promozione del Vangelo della cura delle persone, attraverso la prossimità e la compassione samaritana;
  • la sinodalità, nel coinvolgimento e nella com-partecipazione effettiva di tutti i ministeri;
  • la conversione ecologica, coscienti che salvaguardando la casa comune creeremo le condizioni di vita degna per tutti, specialmente per gli esclusi.

Ecco perché il titolo del libro “Noi siamo missione”, diventa un appello alla missione, vissuta come comunità di rigenerati e comunione comboniana tra sorelle, fratelli e laici, sempre di più articolati e interconnessi con altri gruppi e associazioni ecclesiali e laiche, come parte integrante del popolo di Dio.

Questo processo di cambiamento amplifica il sogno comboniano di rigenerare l’Africa con l’Africa nella prospettiva del grande sogno di Papa Francesco, espresso nell’ Esortazione Apostolica post-sinodale “Querida Amazonia”: il sogno della costruzione di una nuova società con l’inclusione degli “scarti” e un nuovo patto sociale per il bene comune. Il sogno culturale di una umanità plurale; il sogno ecologico dove tutto è interconnesso e l’impegno a salvare la terra garantisce il futuro per l’intera umanità. Infine, il sogno ecclesiale, ben simbolizzato dall’immagine di ospedale da campo, immersa nella vita e nella realtà dei poveri ed emerginati, che tocca le ferite dei fratelli e sorelle e versa l’olio della pace e della riconciliazione.

Fernando Zolli e Daniele Moschetti

Libro: Noi siamo missione

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“La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei Figli di Dio” (Rom. 8,19)

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Carissime e carissimi nel nome del nostro Signore Gesù, vi salutiamo cordialmente!

Come ben ricorderete, due anni fa circa, è stato pubblicato il primo volume, dal titolo: “Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo”, dove erano state raccolte soprattutto le idee, che ci animano e guidano in modo particolare all’interno dei percorsi inerenti alla GPIC. Questi percorsi, a loro volta, sono stati resi possibili anche dall’incontro tra i Fori Sociali Mondiali (FSM) e i Fori organizzati come Famiglia Comboniana in concomitanza ai FSM. Nei 150 anni di Storia e di Vita, i nostri Istituti si sono arricchiti di una grande esperienza ministeriale grazie soprattutto alla dedizione di moltissimi e moltissime missionarie che hanno interpretato con creatività e passione apostolica la specificità del nostro Carisma.

Questo secondo volume dal titolo: “Noi siamo missione: testimoni di ministerialità sociale nella famiglia comboniana”, presenta una gamma significativa di esperienze ministeriali concrete. Il nostro desiderio è che la condivisione di queste esperienze, scelte tra tante altre, prima di tutto ci aiuti a valorizzare quello che già facciamo, grazie al Dono dello Spirito Santo e alle nostre risposte personali e comunitarie. Inoltre, questa pluralità di esperienze condivise ci aiuta ad apprezzare le diverse azioni ministeriali comboniane che si completano e si arricchiscono a vicenda, rivelandoci la ricchezza del Carisma in una crescente dinamicità.

Chiediamo ai nostri Superiori Provinciali, di prendersi cura nel distribuire a tutte le comunità le copie stampate e anche la copia digitale in quattro lingue di questo secondo volume, perché tutte e tutti possano godere del lavoro fatto insieme e in collaborazione di oltre 40 confratelli e consorelle Comboniani.

Ringraziamo i membri della Commissione Ministerialità Sociale della Famiglia Comboniana che hanno lavorato con passione e competenza alla cura di questo secondo volume e alla mappatura delle nostre presenze comboniane di ministerialità sociale sparse nel mondo. A dicembre 2020, Covid-19 permettendo, si realizzerà il Forum sulla Ministerialità Sociale a Roma.

Queste iniziative e attività sono parte di un grande cammino di sinergia e collaborazione dei membri della Commissione e di tanti confratelli e consorelle, che, sicuramente porterà entusiasmo e apertura al nuovo a cui il Signore sta guidandoci. Tutto questo richiede, comunque, da parte di tutta la Famiglia Comboniana una grande apertura di cuore, mente, creatività e impegno che affidiamo all’ intercessione del nostro grande fondatore San Daniele Comboni.

Maria, Donna del Vangelo insegnaci ad annunciare tuo Figlio Gesù nel nostro impegno ministeriale!

Sr. Luigia Coccia, smc                        P. Tesfaye Tadesse, mccj

Potete scaricare il libro seguendo questo link

Fr. Alberto Parise: “Quale metodologia per la chiesa ministeriale?”

Alberto Parise
Alberto Parise

Nella serie di condivisioni e riflessioni che proponiamo in quest’anno dedicato alla ministerialità, non può mancare uno spunto sulla questione metodologica. In Evangelii gaudium (EG 24), papa Francesco illustra con cinque verbi gli elementi salienti di un agire ministeriale: prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare, festeggiare. Ma dal punto di vista pratico, come si può mettere in pratica tutto questo in modo organico, sistematico? In questa riflessione suggeriamo che la metodologia del ciclo pastorale sia un patrimonio ecclesiale che molto ha da offrire a questo proposito.

Il ciclo pastorale

Il ciclo pastorale è un’evoluzione del metodo della “revisione di vita” messo a punto da Joseph Cardijn negli anni 1920, noto anche come “vedere – giudicare – agire”. Il presbitero belga, che veniva da una formazione sociopolitica, aveva sviluppato questo approccio nel contesto del suo ministero con il movimento della gioventù operaia cristiana, per un accompagnamento dei giovani in ambienti in cui proliferava l’orientamento socialista e comunista, con pregiudizi anticlericali. Aveva intuito, infatti, la necessità di un metodo adatto alla pastorale di una Chiesa in uscita.

La grande intuizione di Cardijn è stata quella di collegare scienze sociali e ministero pastorale, in un processo integrato. Nel tempo, questa metodologia si è diffusa in tutto il mondo cattolico, fino ad essere ufficialmente riconosciuta nell’enciclica Mater et magistra (1961) come la metodologia della pastorale sociale (n° 217 nella versione italiana dell’enciclica – curiosamente si trova al n° 236 della versione inglese del testo). In seguito, trova fortuna in America Latina, grazie al movimento della teologia della liberazione e continua a diffondersi in contesti diversi, adattandosi a luoghi e tempi particolari. Così oggi questa metodologia è conosciuta con nomi diversi (circolo pastorale, o ciclo, o spirale, ecc.) e viene articolata in quattro, cinque o anche sei fasi, ma fondamentalmente si tratta dello stesso metodo. Lo schema di base rimane quello del vedere – giudicare – agire. Ma poi si aggiunge un primo momento di inserzione, passaggio fondamentale per un approccio ministeriale. A questo fanno seguito l’analisi socioculturale (vedere), che fa uso delle scienze umane e sociali, e la riflessione teologica (giudicare), in cui ci si confronta con il Vangelo e la tradizione sociale della Chiesa. La fase dell’agire, poi, può venire formalmente articolata in vari passaggi per sottolineare l’importanza di alcuni aspetti che spesso vengono dimenticati o trascurati, come ad esempio la verifica e la celebrazione.

Attualità del ciclo pastorale: la forza dell’inserzione

Oggi è evidente che questa metodologia è preziosissima non solo per la pastorale sociale, ma per una qualsiasi iniziativa di tipo ministeriale. Anzitutto perché l’accompagnamento pastorale richiede di sviluppare relazioni che generano vita, di vedere l’esperienza umana, le situazioni, le problematiche della gente dal loro punto di vista, con empatia. Soprattutto, è fondamentale il saper cogliere il punto di partenza per un accompagnamento che porti alla rigenerazione delle persone e delle comunità, che generalmente è legato al loro vissuto, alla motivazione ed energia emotiva che può generare, e alla criticità della situazione. È grazie all’inserzione che un agente pastorale è in grado di cogliere tutto questo, di prendere l’iniziativa, uscire verso le periferie umane ed esistenziali e coinvolgersi. Dal punto di vista comboniano, l’inserzione è una caratteristica carismatica (cfr. Ratio missionis), in cui si esprime il fare causa comune e si coglie l’ora di Dio nel contesto in cui si svolge il ministero, specialmente nelle situazioni di crisi.

Un’analisi socioculturale che risveglia la speranza

Qui si innesta l’accompagnamento pastorale, da intendersi nella linea di rendere la gente protagonista del proprio cammino, superando paternalismi e situazioni di dipendenza (cfr. la rigenerazione dell’Africa con l’Africa). Si tratta di camminare con la gente verso una rigenerazione nel Risorto, un cammino di trasformazione che nasce dalle situazioni particolari in cui ci si trova. Situazioni che vanno comprese non solo al livello dei sintomi, ma delle cause profonde dei problemi. Quando una comunità, un gruppo umano non percepisce con chiarezza le cause della propria condizione di disagio, o di povertà, non è in grado di influenzarla significativamente e tende a scoraggiarsi, a rassegnarsi, a ripiegarsi nel proprio intimo per riconquistare un proprio spazio di controllo nella propria vita. Inoltre, rende appetibili grandi semplificazioni, letture fuorvianti della realtà, strumento oggi usatissimo per manipolare le persone in una logica di dominio. Ma quando comprende criticamente la propria condizione ed il contesto globale, rinasce la speranza e si riappropria del proprio potere di cambiare le cose.

La riflessione teologica: chiave della trasformazione

La fase di analisi aiuta anche a far emergere le proprie contraddizioni e dilemmi, che offrono un ottimo punto di partenza per una riflessione sull’esperienza, in chiave di fede, che completa il discernimento. Questa è la riflessione teologica che caratterizza il ciclo pastorale e che risulta in una decisione di intraprendere un corso d’azione. È davvero il punto di svolta del cammino di rigenerazione nel Risorto, un dono di grazia. Ed è anche il luogo in cui avviene il dialogo tra l’esperienza, il vissuto della gente, e le prospettive di senso che la guidano, che interpretano eventi e situazioni: un dialogo tra i valori culturali, una cosmo-visione e il Vangelo, o anche un processo che offre le condizioni per un’incarnazione del Vangelo. Si tratta di un momento propizio per la conversione del cuore, per la consapevolezza di un incontro autentico con il Risorto, scoprendo così anche una vocazione a rispondere alla situazione su cui si è riflettuto.

Come emerge anche nel Piano di Comboni (S 2742), questa riflessione porta a guardare alla realtà con gli occhi della fede e a rispondere con determinazione, concretezza e profezia agli inviti dello Spirito.

Lo stile collaborativo dell’azione

La fase dell’azione, infine, è piuttosto articolata. Solitamente richiede una programmazione e alle volte può anche richiedere tempo ed energie per attrezzarsi in modo da acquisire o sviluppare le necessarie competenze. L’accompagnamento ministeriale, infatti, richiede di facilitare una continua formazione e organizzazione dei gruppi e comunità con le quali si condivide il cammino, che è tanto più efficace quanto più è partecipato, a partire dalla stessa programmazione. È bene che questa preveda i meccanismi di monitoraggio e verifica, che altrimenti vengono facilmente dimenticati o ignorati.

L’approccio ministeriale si fonda sulla collaborazione di equipe pastorali, sulla sinodalità, sul fare rete e su di uno stile di servizio, tutto in un’ottica di processo condiviso. Chiaramente tutto questo non s’improvvisa, richiede organizzazione e atteggiamenti di apertura, umiltà e fiducia. Non è sufficiente agire, ma bisogna anche riflettere assieme su quello che si fa, su come lo si fa, sui risultati dell’azione, su quello che si sta imparando e soprattutto sulla presenza e azione di Dio lungo tutto il percorso. È nel momento della celebrazione che tutto questo emerge, si approfondisce, si arricchisce di nuova consapevolezza, di nuovi doni, di rinnovata ispirazione, come anche della possibilità di rigenerare relazioni e costruire comunione. Così si festeggia la vita donata e ricevuta lungo il percorso, che non significa tanto “celebrare dei successi”, quanto riconoscere che “le opere di Dio nascono ai piedi della croce”. Di qui viene lo slancio per inaugurare un ulteriore ciclo ministeriale.

In conclusione, si impongono due considerazioni: anzitutto il fatto che il ciclo pastorale, come metodologia ministeriale, richieda delle competenze che vanno acquisite e sviluppate. Non che tutti debbano sapere tutto, ma in un contesto di equipe ministeriale è bene che si riesca a padroneggiare un insieme articolato di strumenti, una sorta di “cassetta degli attrezzi”. E poi dobbiamo chiederci come possiamo facilitare l’acquisizione di queste competenze sia a livello di formazione di base, sia in missione, in un contesto di formazione permanente che tenga conto della specificità delle situazioni e dei bisogni.

Fr. Alberto Parise mccj

SIAMO MISSIONE: testimoni di ministerialità sociale nella famiglia comboniana

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“Vi raggiungiamo con un saluto cordiale e fraterno, mentre desideriamo condividere con voi quanto segue. La nostra Famiglia Comboniana (MCCJ-LMC-SMC-SCM) ha una antica e preziosa tradizione di impegno in varie attività pastorali con una forte dimensione sociale. Abbiamo anche una storia consolidata – 12 anni – di partecipazione al Forum Sociale Mondiale e al Forum Comboniano…”

“Il Forum Comboniano 2018, tenutosi a Salvador de Bahia (Brasile) in occasione del Forum Sociale Mondiale, i partecipanti suggerirono una proposta mirata a creare uno spazio di riflessione comune per tutti i membri della Famiglia Comboniana impegnati in attività di ministerialità sociale. Per realizzare tale lettura alla luce del Vangelo e del nostro Carisma specifico, proposero di fare un’analisi e una valutazione di tutte le attività che ci vedono impegnati in questa area. Nel nostro recente incontro dei due Consigli Generali in Aprile 2019 e delle Direzioni Generali dei quattro rami della Famiglia Comboniana in giugno 2019, abbiamo accolto favorevolmente questa proposta e per la sua attuazione abbiamo ritenuto opportuno creare una commissione che potesse redigere una tabella di marcia e coordinare le varie attività che ruotano attorno alla proposta originaria.”

La commissione nominata è formata da

Daniele Moschetti, (danielemoschetti15@gmail.com), mccj

Sr. Hélèn Israel Soloumta Kamkol (isralvi@yahoo.fr), smc

Marco Piccione (Venegono): (marcopiccione78@gmail.com), lmc

Sr. Maria Teresa Ratti (mtratticms@gmail.com), smc

Fernando Zolli (combonifi@gmail.com), mccj

Ma questo post vuole soprattutto darvi la buona notizia che è stato completato ed è ora disponibile, il secondo volume del libro sul ministero sociale della famiglia comboniana intitolato “SIAMO MISSIONE: testimoni di ministerialità sociale nella famiglia comboniana “, che presenta, con informazioni più dettagliate, alcuni progetti in cui sono coinvolti padri, fratelli, sorelle, secolari o laici e che sono stati considerati particolarmente significativi per illustrare i metodi e lo stile per vivere l’aspetto del carisma comboniano che prevede un impegno sociale concreto. Accanto alla presentazione di questi progetti, ci sono alcune riflessioni dei testimoni che saranno sicuramente in grado di aiutare nella riflessione e nel discernimento su questi temi che sono così importanti e, direi, caratterizzanti del nostro essere comboniani.

Il libro è disponibile in quattro lingue (italiano, inglese, francese e spagnolo). Sarà distribuito nelle case comboniane ma alcune copie saranno riservate ai laici.

Sfortunatamente, l’ultima attività prevista per la commissione, vale a dire la partecipazione al WSF inizialmente prevista per il 2020, non si è potuta ancora realizzare. Infatti, a causa della triste situazione sanitaria che sta colpendo il mondo intero, il forum è stato rinviato al 2021.

Invece, il forum della famiglia comboniana di solito in programma immediatamente dopo il WSF, si è deciso di farlo in un altro periodo. Al momento, è stato fissato dal 12 al 16 dicembre 2020.

Sperando che lo strumento del libro ci aiuti nella nostra missione quotidiana e nel sentirci ancora più uniti come famiglia per il dono che abbiamo ricevuto del carisma comboniano, vi salutiamo e vi inviamo i nostri migliori auguri e preghiere affinché anche da questo momento difficile possiamo uscire più fortificati nella fede e nella certezza di essere accompagnati da un Dio che cammina con noi.

Marco Piccione, LMC

Agroecologia in Brasile

Brasil

L’agroecologia è ancora molto timida nella regione di Tocantina de Maranhão. Speriamo che questa iniziativa possa facilitare l’adozione di questa innovazione, che è allo stesso tempo un insieme di pratiche agricole, una scienza e un movimento sociale. Per questo, la collaborazione e il dialogo con diversi attori sono molto importanti, come istituti di insegnamento e di ricerca (Case rurali per famiglie, IFMA, UEMASUL …), sindacati, insediamenti, movimenti sociali rurali, organizzazioni di assistenza tecnica, segreterie comunali di agricoltura e società in generale. Ma soprattutto con agricoltori innovativi e irrequieti. Siamo pronti per aggiungere in questo viaggio comune.

Con sottotitoli in portoghese, spagnolo, inglese, italiano e francese.

LMC in Brasile